il barbiere di siviglia
27 Novembre 2019   •   Carlotta Giuliano

Il Barbiere di Siviglia al Teatro Tor Bella Monaca: il balletto d’azione che omaggia Rossini

«Il 27 e 28 novembre 2019 la Compagnia Artemis Danza porta in scena al Teatro Tor Bella Monaca di Roma Il Barbiere di Siviglia, l’opera buffa di Gioacchino Rossini che con Monica Casadei  si trasforma in “balletto d’azione”.»

Tutti lo vogliono, tutti lo cercano e Monica Casadei lo porta, danzando, in teatro. Con un Figaro che incarna il prototipo dell’uomo di successo nel mondo di oggi, il “balletto d’azione” della Compagnia Artemis Danza di Parma sbarca a Roma per una rappresentazione coreografata de Il Barbiere di Siviglia di Gioacchino Rossini. Con il contributo di Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Regione Emilia Romagna Assessorato alla Cultura, lo spettacolo ideato per l’occasione dei 150 anni dalla morte del maestro pesarese ha già debuttato a Pesaro, nello storico Teatro Rossini, in collaborazione con AMAT – Associazione Marchigiana Attività Teatrali e Comune di Pesaro.

Adesso è la volta della Capitale di assistere alla coinvolgente interpretazione fondata sulla contaminazione di linguaggi. Non solo danza, ma anche alta sartoria con i costumi realizzati dall’artista visiva Daniela Usai e tanta musica attraverso le elaborazioni del compositore Luca Vianini. L’eroe rossiniano, che nell’opera originale viene presentato con  la celeberrima cavatina Largo al factotum, nel terzo millennio diventa l’emblema di chi riesce a soddisfare con efficacia e savoir-faire le aspettative di una società che viaggia velocissima.

Sul piano coreografico, il personaggio di Figaro si moltiplica nei corpi dell’intera compagnia. Senza distinzioni di genere, gli interpreti agiscono con la determinazione, l’energia e il rigore di una squadra speciale. Tonici, grintosi e iper-concentrati, la loro danza manipola il tempo e lo spazio senza tregua, tessendo una rete infinita di incroci di traiettorie.

Si assiste, dunque, a una performance d’azione caratterizzata da un’atmosfera sospesa tra un passato-ombra e un presente lampeggiante e frenetico. L’immagine irraggiungibile di un uomo perfetto appare e scompare sotto gli occhi del pubblico per moltiplicarsi nei danzatori e nei loro virtuosismi tecnici. I costumi storici sono il frutto di una collaborazione con il Rossini Opera Festival e con il Teatro Comunale di Bologna. Gli abiti sartoriali sono stati realizzati in collaborazione con A.N.G.E.L.O Vintage Palace (Lugo di Romagna), polo di riferimento del vintage in Italia.

Le curiosità sull’opera

Opera buffa per antonomasia, Il barbiere di Siviglia di Gioacchino Rossini debuttò il 20 febbraio del 1816 al Teatro di Torre Argentina di Roma. Su libretto di Cesare Sterbini, l’opera venne commissionata per il periodo di carnevale dal duca Francesco Sforza Cesarini. Il soggetto doveva essere tratto dalla celebre commedia Le barbier de Seville ou La précaution inutile di Pierre-Augustin Caron de Beaumarchais del 1775.

Divisa in due atti, la rappresentazione di Rossini era originariamente intitolata Almaviva, o sia L’inutile precauzione, per una questione di etichetta. Prima del maestro pesarese, già Giovanni Paisiello nel 1782, dieci anni prima la nascita di Rossini, aveva messo in scena il suo Barbiere di Siviglia, nel 1782. Grazie a questa opera, Paisiello aveva riscosso uno dei maggiori successi della sua carriera, conquistando sia pubblico che critica. Per questo la versione rossiniana, quando andò in scena per la prima volta, ricevette una tempesta di giudizi negativi. Si dice che subì un vero e proprio tentativo di sabotaggio da parte dei sostenitori di Paisiello. Tuttavia, fu sufficiente aspettare la seconda replica per assistere al trionfo. Da quel giorno l’opera di Rossini oscurò ben presto quella del suo predecessore, divenendo non solo la più famosa del compositore pesarese, ma anche tra quelle maggiormente eseguite nei teatri di tutto il mondo. L’opera di Rossini è stata oggetto di numerosi adattamenti per il cinema e la televisione. Da ricordare il film del 1946 girato dal regista Mario Costa, con Ferruccio Tagliavini nel ruolo di Almaviva e Tito Gobbi in quello di Figaro. Un’altra edizione storica è quella del 1972 diretta da Claudio Abbado, per la regia televisiva di Jean-Pierre Ponnelle e con l’Orchestra e il Coro del Teatro alla Scala di Milano.

 

Foto credits: Luigi Angelucci

Carlotta Giuliano