09 Settembre 2018   •   Snap Italy

Monumenti italiani che (forse) non conosci: la guida di Snap Italy

«Ecco i più sorprendenti monumenti italiani sconosciuti al grande pubblico»

La nostra bella Italia non è solo il Duomo di Milano o Piazza San Pietro di Roma, né la Piazza San Marco di Venezia o il museo degli Uffizi di Firenze. Numerosi sono i monumenti italiani che non tutti conoscono e che rappresentano delle nicchie fascinose da mostrare al mondo intero. Eccone alcuni.

Santuario di Grotta delle Ninfe

Scoperto negli Anni Quaranta del Novecento dal professor Paolo Enrico Arias, il Santuario di Grotta Caruso, conosciuto anche come Grotta delle Ninfe, perché venivano qui venerate, si sviluppava all’interno di una grotta, al di fuori delle mura cittadine dell’odierna contrada Caruso, una frazione del comune di Sant’Agata d’Aspromonte in provincia di Reggio Calabria. Il Santuario rappresenta uno degli esempi di come gli antichi vedessero nelle risorse naturali, vitali per la sopravvivenza della comunità, un segno divino da venerare. Aris riuscì, attraverso gli scavi a riportare alla luce terrecotte votive, busti femminili, piccoli Pan, statuette di suonatori di flauto e di cetra, modellini di grotte e fontane e tantissimo altro materiale, a testimonianza di quanto fosse sviluppata l’arte a Locri in quel periodo. Ad oggi la visita del luogo è non molto agevole poiché parte della grotta crollò durante gli scavi. I suoi reperti possono però essere ammirati  all’interno del Museo Archeologico Nazionale di Locri Epizefiri e presso il Museo Nazionale di Reggio Calabria. Difficoltà a parte questo santuario rappresenta uno dei monumenti italiani più affascinanti della nostra penisola.

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Grotta delle Ninfe

Orsanmichele

Di fronte al Palazzo dell’Arte della Lana a Firenze, non molto distante da Palazzo Ponte Vecchio si trova la chiesa di Orsanmichele. Questo nome deriva dall’oratorio dedicato a San Michele Arcangelo, circondato dall’orto di un monastero di frati benedettini. Per tal motivo il posto divenne noto come San Michele in Orto mutato poi in Orsanmichele.  Caratteristici di questa chiesa sono i quattro tabernacoli che si trovano sulla facciata esterna, decorati da artisti fiorentini del Quattrocento e del Cinquecento, come Donatello e Brunelleschi. Delle statue presenti all’interno dei tabernacoli se ne possono ammirare le copie in quanto gli originali si trovano nel Museo di Orsanmichele che si trova nei piani superiori della chiesa. Queste furono realizzate in bronzo o marco. All’interno della chiesa ciò che colpisce lo sguardo del visitatore sono  le vetrate che rappresentano le storie e i miracoli della Vergine. Tra i monumenti italiani (forse) meno conosciuti l’Orsanmichele merita, certamente, una piazza d’onore.

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Orsanmichele

Oldrado da Tresseno

Politico italiano e podestà di Milano, ad Oldrado da Tressano si deve la costruzione del Palazzo dei Mercati e la restaurazione di Piazza dei Mercati. A lui è stato dedicato il monumento equestre inserito nell’edicola sopra un pilastro della facciata meridionale del Palazzo della Ragione, fatto costruire dallo stesso Oldrado e datata 1233. La data sembra risalga alla prima applicazione della legge che condannava al rogo i Catari, poiché eretici. Perseguitò i Credenti di Concorezzo, che sostenuti dal locale feudatario, Filippo Confalonieri, costituivano un gruppo molto attivo e fortemente inviso alle gerarchie ecclesiastiche.

L’epigrafe sotto la statua recita:

Nell’anno del Signore 1233, Al podestà di Milano Oldrado di Tresseno. Quando passi per i portici regali del grande palazzo, tu ricorderai sempre i meriti del podestà Oldrado, cittadino di Lodi, difensore della fede e della spada, che costruì il palazzo e bruciò, come doveva, i Catari”.

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Oldrado da Tresseno

La statua di Angelita

Tra i monumenti italiani decisamente fuori dai soliti circuiti c’è Angelita, una statua in bronzo raffigurante una bambina, con i capelli raccolti in due codini, un vestitino, senza scarpe. Attorno alla statue vi sono rappresentati cinque gabbiani, a cui lei alza le mani, ha il volto rivolto verso su e li guarda, come a voler giocare con loro. Anche se in una chiave di lettura diversa gli stessi gabbiani vorrebbero prenderla e portarla via. Via dalla guerra, dalla fame, dalla sofferenza, dal dolore. Forse verità forse leggenda, si racconta che una bambina fu trovata ad Anzio durante l’operazione Shingle sulla spiaggia dagli americani, era il Gennaio del 1944. Aveva sei anni circa, e morì tragicamente nel conflitto. Il caporale Hayes, racconta che trovarono la bambina con il volto in lacrime. Venne presa in braccio dai soldati e tranquillizzata,  che cercavano di farsi comprendere con gesti e smorfie (non parlavano una parola di italiano). Si legge dagli scritti di Hayes:

“Lasciammo, obbligati, Angelita in una località, Carroceto, dove la Croce Rossa curava i feriti. Mentre ci dirigevamo verso il Flyover vedemmo una salva di cannonate investire il punto in cui c’erano i feriti. Ero l’ultimo della fila e mi precipitai a vedere: i feriti erano rimasti tutti uccisi, anche Angelita. Strinsi la bambina per l’ultima volta quale estremo saluto mio e dei miei compagni e la adagiai lungo il ciglio della strada tra i morti inglesi, americani e tedeschi”.
Ira Hayes

Palazzo Contucci

Palazzo Contucci, una volta Palazzo Del Monte, è stato costruito nel 1519 da Antonio da Sangallo il Vecchio e poi ultimato da Baldassarre Peruzzi, si trova a Montepulciano. La struttura in pietra del piano terra e del primo piano è tipica di Sangallo, nel disegno delle finestre e degli apparati decorativi viene proposto un modello signorile. Le cinque finestre del primo piano sono in travertino e sono sorrette da semicolonne in stile ionico. Qui, sull’angolo destro è possibile trovare lo stemma della famiglia Del Monte. Dal secondo piano vi sono altre cinque finestre, decorate, in una fascia di laterizio. L’edificio poggia sulla cinta muraria della città. All’interno, nel salone del piano nobile che si affaccia direttamente sulla piazza, le pareti sono affrescate con scene rappresentanti giardini, portici, verande, tutte prospettiche illusionistiche che danno l’idea del reale. Gli affreschi sono attribuiti ad Andrea Pozzo. Monumenti italiani così belli ed affascinanti, nonostante non godano di grandissima pubblicità, ce ne sono pochi. Davvero pochi.

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Palazzo Contucci

Santa Balbina

La chiesa di Santa Balbina è situata lungo viale G.Baccelli a Roma. La costruzione dell’edificio risale al 595, il primo intervento di restauro lo si deve a papa Leone III. La storia della chiesa è legata alle invasioni barbariche quando la zona dell’Aventino si tramutò in campagna deserta per le continue devastazioni degli invasori. Nonostante ciò l’edificio ha sempre resistito anche se ha dovuto subire molte opere di restauro tra il 1400 e il 1500. Nel seicento, a causa della malaria l’intera zona venne abbandonata e questo favorì i continui saccheggi all’edificio. Nel 1789 la chiesa venne messa all’asta e acquistata dalla confraternita dei Fratelli Poveri. Oggi il convento è affidato alle suore del terz’ordine di San Francesco del Ss. Cuori, ed è una casa di riposo per anziani. La facciata della chiesa, in laterizio, presenta nella parte inferiore un portico coperto da un tetto, al quale si accede tramite tre arcate che poggiano su pilastri, tra i quali vi è posta una cancellata in ferro che impedisce l’accesso al portico stesso, dove vi sono raccolti numerosi frammenti antichi tra cui epigrafi, anfore. La parte superiore presenta tre finestroni  ad arco ed è chiusa da un tetto a doppio spiovente. La chiesa internamente presenta un’unica navata ed è illuminata da 19 finestre ad arco che si aprono lungo la parte superiore delle pareti. L’abside presenta affreschi di Anastasio Fontebuoni del 1599 raffiguranti il Redentore in gloria tra i Santi Balbina, Felicissimo e Quirino. Sotto l’altare maggiore si trova un’urna di alabastro contenente le reliquie della martire Balbina e di altri Santi. Sulla parete d’ingresso è situata la magnifica tomba del cardinale Stefano De Surdis, fatta da Giovanni di Cosma e datata 1303. Di certo uno dei monumenti italiani probabilmente meno visitato, ma con una storia lunghissima alle proprie spalle.

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Santa Balbina

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Redazione