Gucci a Roma
01 Giugno 2019   •   Raffaella Celentano

Gucci a Roma: la collezione Cruise 2020 ai Musei Capitolini

«Enorme successo per la sfilata di Gucci a Roma: la collezione Cruise 2020 ha sfilato nelle sale dei Musei Capitolini e ha fatto impazzire il pubblico»

Il brand fiorentino continua la sua scalata al successo e conquista anche la capitale. La sfilata di Gucci a Roma era uno degli eventi più attesi della stagione e non ha deluso le aspettative, regalandoci un tripudio di ospiti internazionali, uno show spettacolare e (ovviamente) una collezione incredibile.

La sfilata della collezione Cruise 2020 si presenta, tra statue di imperatori romani e busti di filosofi, come un omaggio alla città di Roma e alla libertà, in tutte le sue sfumature. Lo show, infatti, è arrivato in un momento estremamente delicato per l’Italia e l’Europa: a due giorni dalle elezioni che hanno visto l’affermazione della destra reazionaria, la maison dalla doppia G ha presentato una collezione che può essere letta non solo in chiave artistica, ma anche politica e sociale.

Ma prima di addentrarci in una lettura approfondita di questa indimenticabile sfilata di Gucci a Roma, vediamo qual è stato lo spettacolo a cui hanno assistito i 400 ospiti selezionati. La passerella era al buio con gli abiti illuminati solo dalle torce del pubblico, proprio come fanno gli archeologi. A sfilare c’erano toghe drappeggiate, ma anche paillettes e frange in pieno stile anni Settanta. L’estetica di Gucci si fonde con la storia antica e il vintage rivisitato, non dimenticando l’ormai onnipresente no-gender e l’esagerazione in pieno stile camp. Maxidress si alternano a completi in tweed, accanto a grandi occhiali da sole, cappelli a falda larga (per lui e per lei) e gioielli di grandi dimensioni. Insomma, una collezione disordinata, un vero e proprio baccanale, che però in qualche modo riesce nell’intento: celebrare la grandezza di Roma e la libertà di fare ed essere ciò che vogliamo.

Il tributo di Gucci a Roma

A fare da sfondo allo show c’erano le bellezze di Roma. Il défilé è stato, infatti, il gran finale di un percorso sulle tracce dell’ispirazione di Alessandro Michele: prima tappa la Biblioteca Angelica, poi la Libreria Cascianelli, dove gli ospiti hanno ritirato l’invito sotto forma di un libro d’epoca, e la Cappella di Santa Marta. E infine i Musei Capitolini, uno dei luoghi del cuore dello stilista che, lo ricordiamo, è nato e cresciuto qui. Una Roma particolare, libera, disordinata e artistica, proprio come i modelli di Gucci, una città ricca di contrasti e capace di emozionare. La passione di Alessandro Michele per il mondo dell’Antico e l’archeologia è esplosa con questa sfilata, anche con alcune creazioni dal sapore antico come le tuniche da antico romano e i pepli da matrona.

«Penso questo sia un momento in cui è importante glorificare la bellezza del paganesimo di Roma, perché il mondo pagano era un esempio di libertà e oggi tanti, troppi hanno tutte le intenzioni di sottrarci molte libertà

Alessandro Michele

Un caso politico?

Ma quello che a prima vista potrebbe apparire come il solito esibizionismo a cui ci hanno abituati molti brand di moda si traduce in un inno alla libertà. Gucci ha portato a Roma i suoi freaks, gli strani che pensano e agiscono fuori dagli schemi, che girano con una testa sotto il braccio o con un utero ricamato sui propri vestiti. Ecco, proprio l’utero disegnato su uno degli abiti della collezione ha fatto molto parlare di sé, riportando alla luce le polemiche degli ultimi tempi sulle leggi riguardanti l’interruzione volontaria di gravidanza. Con un semplice abito Alessandro Michele ha voluto lanciare un messaggio di rispetto per la libera scelta delle donne. Ad accompagnarlo, poi, anche una felpa con la scritta “22.5.78”, data in cui venne approvata la legge 194 sull’interruzione di gravidanza in Italia.

«La mia moda, lo sforzo che faccio è creare un territorio di libertà, un luogo dove le persone si sentano sicure di essere individui liberi, diversi, unici. Ogni tanto temo che qualcuno mi spezzi le antenne che mi permettono di registrare il mondo e quello che vi succede in questo modo. Poi mi accorgo che queste antenne in realtà si allungano ancora di più quanto più gli viene negato di svilupparsi.»

Alessandro Michele

Raffaella Celentano