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27 Maggio 2019   •   Carolina Attanasio

Girolibero, quando la vacanza è su due ruote

«Se la vacanza per voi è su due ruote, forse avete già sentito parlare di Girolibero, il tour operator italianissimo leader del cicloturismo»

Girolibero sa che cosa vuol dire pedalare nella vita. Lo sa in senso figurato e nel vero senso della parola, essendo un tour operator che si occupa principalmente di viaggi in bicicletta.

Non un operatore qualunque, in verità, ma uno che fattura 15 milioni l’anno dal business del turismo lento (fonte Il Sole 24 Ore) e può portarvi a pedalare ovunque. Una storia, quella di Girolibero e del suo fondatore Pierpaolo Romio, che nasce in Germania qualche anno fa, quando il trend del turismo in bici cominciava a farsi largo tra i più sportivoni dei viaggiatori europei, i tedeschi per l’appunto. Da un parco di 24 bici e un investimento che ha impiegato 4 anni prima di dare un utile, Girolibero è oggi la realtà italiana leader nel turismo ciclabile. Ne parliamo perché di eccellenze italiane, come sapete, ci riempiamo le penne e le tastiere.

Gli itinerari di Girolibero

Sono duecento e per tutte le gambe, dai pivelli ai piccoli Pantani. Potete andare in gruppo o in solitaria, o anche farvi fare tutto su misura, le formule sono svariate e adatte a tutti. Girolibero opera in Europa e anche oltre, negli Stati Uniti ad esempio. Si possono noleggiare vari tipi di bicicletta, anche quelle da corsa, anche i tandem, anche le elettriche, anche per chi ha difficoltà motorie e vuole essere accompagnato all’avventura. Una tipologia di tour in crescita, a quanto pare, è quella che si accompagna al binomio bici-barca, praticamente dopo una bella pedalata ve ne andate per mare, o fiume, a bordo di un’imbarcazione che diventa la vostra casa e vi permette di coprire itinerari molto lunghi, sempre coadiuvati dal team di Girolibero che, tra le altre cose, si occupa anche dei vostri bagagli.

Zeppelin, il lato avventuroso

L’avventura di Girolibero è iniziata sotto il nome di Zeppelin, poche bici e un grande sogno. Questo nome non è poi caduto in disuso, ma ha assunto l’aspetto di un progetto collaterale a quello delle bici, dedicato ai viaggi a piedi, di cultura, avventura o in barca a vela. Per chi ama l’aria aperta è un attimo passare dalle due ruote al trekking, in ogni caso sempre sotto il segno dei viaggi particolari, lontano dalle solite strade o i soliti luoghi comuni, è proprio il caso di dirlo.

I numeri del cicloturismo

Secondo Legambiente, il cicloturismo sta attraversando una fase di crescita vertiginosa, perfino qui in Italia, che non è certo la terra incontrastata delle piste ciclabili. Basti pensare che, a parte poche città del nord Italia, la vita quotidiana di un ciclista urbano è sempre una lotteria tra la vita e la morte, mentre fuori città restano comunque pochi i percorsi turistici dedicati. Molte regioni, enti o associazioni locali, tuttavia, hanno abbracciato questa tendenza riappropriandosi di antichi percorsi – di transumanza, spesso – riadattandoli per ciclisti o camminatori.

Questo non ferma un trend che, complice l’influenza nord europea e un target sempre più numeroso di viaggiatori che non disdegnano l’attività fisica- Più 41% di cicloturismo in cinque anni, per un valore per il mercato pari a 7,6 miliardi l’anno.

Carolina Attanasio