Venezia
07 Settembre 2016   •   Snap Italy

Festival del Cinema di Venezia: l’Italia della 73esima edizione

«La Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, iniziata lo scorso 31 agosto e che si concluderà il 10 settembre, è la kermesse italiana che ogni anno vede protagonista il grande cinema, non solo internazionale. Vediamo quindi chi sono i protagonisti italiani in e fuori concorso»

Porta la firma di Simone Massi il disegno del manifesto della 73° edizione della Mostra del Cinema di Venezia e quest’anno sul poster troviamo un ragazzo pronto a tirare giù il sipario sul grande cinema in scena nel capoluogo veneto. Il Festival veneziano è una delle più importanti kermesse cinematografiche mondiali, nonché una delle più antiche (la prima infatti si svolse nel 1932). La grande rassegna si tiene al Lido di Venezia ed è organizzato dalla Biennale, una delle più illustri istituzioni culturali al mondo, che nel corso degli anni ha saputo dare vita ad un evento cinematografico di enorme portata, sia per gli appassionati che per gli addetti ai lavori: una crescita costante che ha incoronato questa manifestazione nostrana come una delle più attese, una rampa di lancio per la cerimonia degli Oscar.

Come gli Oscar anche Venezia negli anni si è tinta di glamour, dai photocall alle interviste fino alle foto in Laguna ed ai red carpet. Al glamour però questa 73° edizione ha affiancato anche la sobrietà e la solidarietà. La Mostra infatti non ha ignorato la tragedia vissuta da noi italiani ed ha scelto di partecipare attivamente al lutto che ha colpito il nostro paese: oltre ad aver annullato la tradizionale cena di gala sulla spiaggia che tradizionalmente segue la cerimonia d’apertura, la Biennale ha espresso profondo cordoglio per le vittime colpite dal sisma e per questo motivo ha deciso di organizzare una raccolta fondi che affiancherà la Mostra per tutta la sua durata.

Anche quest’anno quindi il Lido è stato letteralmente preso d’assalto e forse anche di più visto che mai come con questa edizione il festival si è trasformato in una piccola Hollywood su gondola. Non più un festival “troppo d’autore e pieno di gente sconosciuta”: Venezia cambia pelle ed il merito va attribuito soprattutto ad Alberto Barbera, direttore artistico della kermesse, che da qualche anno a questa parte è riuscito a rinnovare un festival che rischiava di diventare obsoleto. Il Lido è infatti diventato di fatto il luogo in cui andare a vedere per primi i film più importanti della stagione e l’edizione 2016 conferma questa teoria: tra mercoledì 31 agosto ad oggi, mercoledì 7 settembre, in laguna sono sbarcati tantissime star hollywoodiane e non solo, come Emma Stone, Michael Fassbender e Alicia Vikander, Amy Adams, Jake Gyllenhaal, Keanu Reeves e Jim Carrey, Denzel Washington, Chris Pratt, Mel Gibson ed Andrew Garfield. La Mostra infatti è pregna di pellicole made in USA, partendo dal film di apertura, La La Land di Damien Chapelle, passando per il drammatico The Light Between Oceans di Derek Cianfrance, fino a Notturna Animals dello stilista e regista Tom Ford e il documentario Voyage of Time, ultima fatica di Terrence Malick con Cate Blanchett.

Grande offerta straniera quindi, ma allo stesso tempo Venezia non dimentica la sua Madrepatria e su un totale di venti pellicole schiera in concorso tre film italiani molto diversi, ognuno dei quali rispecchia il cambiamento che questa manifestazione sta dimostrando: Spira Mirabilis di Massimo D’Anolfi e Martina Parenti, un documentario in quattro episodi sul tema dell’immortalità, Piuma di Roan Johnson, una commedia brillante sulla gravidanza tra i giovani e Questi giorni di Giuseppe Piccioni, il racconto di un viaggio di sole donne verso Belgrado. Ma l’Italia a Venezia non si limita al concorso, numerosi sono i titoli, gli autori e i protagonisti che in questi giorni hanno percorso il Lido e che sono attesi fino alla cerimonia di chiusura. Il 3 settembre hanno sfilato sul red carpet i protagonisti di The Young Pope, la serie HBO di Paolo Sorrentino, presentata in anteprima alla Mostra con la proiezione dei primi due episodi, con la star Jude Law nei panni del giovane pontefice, insieme a Silvio Orlando, Cecile De France e Ludivine Sagnier (leggi qui il nostro articolo di approfondimento sulla serie).

Fuori concorso compaiono il documentario sui sogni anni ’70 Assalto al cielo di Francesco Munzi e quello di Michele Santoro sugli adolescenti della camorra, Robinù, nella sezione Cinema nel Giardino, che il 1 settembre ha accolto anche L’estate addosso, il nuovo film di Gabriele Muccino, in cui torna a raccontare con sincerità l’età adolescenziale. Nella sezione Orizzonti, l’area dedicata alle opere di nuovi registi troviamo Liberami e Il più grande sogno dei documentaristi Federica Di Giacomo e Michele Vannucci. Nella sezione Settimana Internazionale della Critica compare l’italiana Irene Dioniso con Le ultime cose, mentre durante i Venice Days sarà proiettato il terzo film del napoletano Edoardo De Angelis, Indivisibili, sul caso di due gemelle siamesi. Ieri 6 settembre hanno sfilato invece Kim Rossi Stuart nelle vesti inedite di regista per il film Tommaso, con Jasmine Trinca e Cristiana Capotondi.

Ma guardiamo più da vicino i tre film italiani in concorso, che usciranno a breve nelle nostre sale.

  • Il primo ad essere presentato (domenica 4 settembre) è stato Spira Mirabilis, della coppia nella vita e nel lavoro formata da Massimo D’Anolfi e Martina Parenti. Il film è un documentario che vuole raccontare l’immortalità attraverso i quattro elementi della natura: acqua, aria, terra e fuoco. A sentire il giudizio del pubblico e della critica, il film (accolto con calore e con ben 6 minuti di applausi) non è un semplice documentario, ma più una sorta di sinfonia visiva che raggiunge in pieno lo spettatore. Essendo stati i primi italiani a sfidare la giuria, la coppia sposata professionalmente e privatamente è apparsa nervosa ma anche felice sul red carpet della laguna: «siamo come artigiani di una volta, lavoriamo da soli e ci piace così».

  • Non altrettanto semplice è stato invece il debutto (avvenuto lunedì 5 settembre) di Piuma, il quarto film di Roan Johnson, accolto con applausi ma anche con sonori fischi e grida di disapprovazione. La storia parla di una coppia di diciotenni che dovrebbe studiare per gli esami di maturità, ma che invece si ritrova alle prese con una gravidanza inaspettata. Protagonisti i giovanissimi Luigi Fedele e Blu Yoshimi. A dispetto del tema, la pellicola è una commedia brillante che è riuscita, in mezzo alle contestazioni, a strappare anche qualche risata. Il motivo dei fischi è da ricercare nella platea degli addetti ai lavori, che hanno giudicato la commedia non meritevole di far parte della sezione ufficiale, in quanto troppo leggera. Non dello stesso parere invece il pubblico, il quale ha applaudito per più di dieci minuti. Il regista ha dichiarato: «I fischi? Ci sono state anche tante risate e tanti applausi, va bene che le reazioni siano diverse. Siamo orgogliosi e felici di essere qui, contenti di essere in gara con una commedia, è giusto sdoganarla ai festival. La risata è ancora un tabù per il cinema d’autore, invece penso sia l’arma migliore che abbiamo». Come dargli torto.

  • A debuttare oggi davanti a pubblico e critica (oggi 7 settembre) è invece Questi giorni di Giuseppe Piccioni, con Margherita Buy e Filippo Timi. Al suo decimo film, il regista è notoriamente un autore sensibile, intimista ed anticonformista, che a Venezia non è certo estraneo dai riconoscimenti. Il film parla di un gruppo di ragazze in età universitaria, che improvvisamente decidono di mettersi in viaggio verso Belgrado, per cercare di ritardare ancora un po’ quel terribile momento che le vedrà costrette a prendere finalmente una decisione sulle proprie vite. Staremo a vedere se il film merita di concorrere per l’agognato Leone D’Oro.

Un’edizione per lo più esterofila come si è detto, ma allo stesso tempo Venezia finora ha mostrato e ancora deve mostrare il talento tutto italiano che noi tutti ci aspettiamo di trovare in una così importante manifestazione, per giunta made in Italy. In attesa di conoscere i responsi della giuria, quest’anno presieduta dal regista inglese Sam Mendes e di assistere alla cerimonia di chiusura presentata dalla madrina della Mostra Sonia Bergamasco, non ci resta che godere ancora un pò del grande cinema in scena lungo la Laguna.

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Serafina Pallante