Fabrizio De Andrè
25 Gennaio 2019   •   Snap Italy

Fabrizio De André, vent’anni senza il cantautore genovese

«Fabrizio De André, il più influente musicista del Novecento, moriva l’1 Gennaio 1999 a Milano, all’età di 59 anni. Ecco le tappe salienti di una carriera davvero inimitabile.»

Fabrizio De André non è stato solo un cantante, ma una vera e propria icona della poetica musicale italiana. Tutti lo amavano e tutti lo “canticchiavano”, rapiti da testi e musiche con pochi eguali, in Italia e nel mondo. Fabrizio De André era questo ed era tanto altro ancora, a partire dalla passione smodata per le matite e i pastelli della Faber Castell, che indussero Paolo Villaggio, amico sincero, a chiamarlo scherzosamente Faber. Un nomignolo affettuoso che rimase appiccicato a De André durante tutta la durata della sua carriera.

La vita

Fabrizio De André nasce nel 1940 da genitori piemontesi e fin da piccolo dimostra malumore e contrarietà verso le regole, atteggiamento che lo porta a numerosi scontri con i compagni di scuola e con i professori. Dopo la maturità, frequenta diversi corsi di Lettere e Medicina, fino alla decisione di iscriversi a Giurisprudenza, presso l’Università degli Studi di Genova, sotto consiglio di suo padre e di suo fratello più grande, diventato poi un famoso avvocato.

De André non ha mai avuto un profitto particolarmente alto e nei compiti in classe se la cavava facendoseli passare da qualche compagno più bravo e di sua fiducia.”

A sei esami dalla laurea, grazie ai primi contratti discografici, Fabrizio De André decide di concentrarsi sulla musica, passione nata dall’ascolto dei brani di Georges Brassens, alcuni dei quali tradotti dal cantautore e inseriti nel primo 45 giri pubblicato. La scoperta del jazz e l’incontro con Luigi Tenco, Umberto Bindi, Gino Paoli e Bruno Lauzi cambia la sua vita, diventando insieme a questi altri artisti un esponente di spicco della Scuola Genovese. Dopo il divorzio dalla sua prima moglie Puny, mamma di Cristiano, la vita di De André rimane fino al giorno della sua morte legata a quella della cantante Dori Ghezzi, madre della sua secondogenita.

“Quello genovese per me non è un dialetto, ma una lingua; del resto i dialetti assurgono a dignità di lingua per motivi politici e militari.

Tornando alle canzoni, però, dopo alcune pubblicazioni di minore successo e anni di lavoro presso una scuola privata come vicepreside, il primo successo arriva nel 1964 con La canzone di Marinella, ispirata a un fatto di cronaca, che gli regala la vera notorietà tre anni dopo, grazie all’interpretazione di Mina in televisione.

“Se una voce miracolosa non avesse interpretato nel 1967 La canzone di Marinella, con tutta probabilità avrei terminato gli studi in legge per dedicarmi all’avvocatura. Ringrazio Mina per aver truccato le carte a mio favore e soprattutto a vantaggio dei miei virtuali assistiti.”
Fabrizio De André

Da quel momento la sua carriera decolla: nel 1966 escono i due singoli La Canzone dell’amore perduto e Amore che vieni amore che vai e poi ancora La Ballata dell’eroe scritta di getto, poche ore dopo la morte di Tenco, suo grande amico, e così via, fino a Storia di un impiegato, Il Pescatore, Bocca di Rosa e molte altre ancora. In tutta la sua vita ha inciso quattordici album, oltre ai brani singoli considerati da alcuni critici delle vere poesie, tanto da essere inserite nelle antologie scolastiche di letteratura.

“…Ora che è morto la patria si gloria
d’un altro eroe alla memoria.”
Fabrizio De André in La Ballata dell’eroe

Nel 1979 De André e Dori Ghezzi vengono rapiti dall’anonima sequestri sarda e tenuti prigionieri per quattro mesi alle pendici del Monte Lerno, per poi essere rilasciati dietro il riscatto di circa 550 milioni di lire, pagato in buona parte dal padre. Fabrizio De André muore all’età di 59 anni a causa di un carcinoma polmonare, aggravatosi di colpo; i funerali si svolgono a Genova davanti una folla di oltre diecimila persone. Una curiosità: nella bara sono stati messi una pacchetto di sigarette, una sciarpa del Genoa, un naso da clown e un drappo blu.

«Qual è il desiderio che vorresti realizzare?» …“sicuramente, in qualsiasi luogo, in qualsiasi momento, rincontrare mio padre.»
Fabrizio De André in un’intervista con Vincenzo Mollica

Argia Renda