Paolo Villaggio, il ricordo del ragioniere più amato d’Italia
«Paolo Villaggio è morto oggi a Roma, entrato nella memoria popolare come ragionier Ugo Fantozzi. Insieme a lui scompare uno dei pochi veri attori comici italiani.»
Paolo Villaggio attore, sceneggiatore e scrittore italiano, nato a Genova, comincia la sua carriera nell’antica compagnia teatrale di Genova, ma a scoprirne la vena artistica è il giornalista Maurizio Costanzo, che gli consiglia di esibirsi in un noto cabaret di Roma; qualche anno dopo il comico dichiarerà: «ricordo Garinei, Giovannini ed Ennio Flaiano, che alla fine, a forza di ridere, cadde dalla poltrona».
Dopo anni di spettacoli, ma anche di televisione e radio, Paolo Villaggio interpreta al cinema personaggi comici come il Professor Kranz e il timidissimo Giandomenico Fracchia. Nel 1970, invece, entra nel cast di Brancaleone alle Crociate di Mario Monicelli, poi al fianco di Vittorio Gassman in due film: Senza famiglia, nullatenenti cercano affetto e Che c’entriamo noi con la rivoluzione?
La popolarità arriva con Fantozzi, diretto da Luciano Salce, nato dall’omonimo libro di Paolo Villaggio diventato poi un best-seller, che ha portato l’attore ha convertirsi al cinema nazional-popolare, capitalizzando un successo destinato a crescere nei decenni seguenti.
Il ragionier Ugo Fantozzi nasce proprio dalla penna del suo interprete, con Fantozzi e Il secondo tragico libro di Fantozzi, editi da Rizzoli, in cui si narrano le vicende di un uomo umile e sfortunato, sposato con Pina e padre della mostruosa Mariangela. Al di là della famiglia, però, Fantozzi si mostra da sempre innamorato della sua collega, la signorina Silvani, interpretata da Anna Mazzamauro, che proprio tramite il suo profilo social scrive:
“è morta anche la mia giovinezza. Fantozzi è stato l’unico uomo che mi abbia mai amato.”
Anna Silvani
Con Paolo Villaggio se ne va uno dei pochi veri attori comici italiani. In effetti, seppure siano tanti gli attori da commedia, i comici, al contrario, si contano sulle dita di una mano. Quello che contraddistingueva Paolo Villaggio dagli altri è il suo non voler dare mai il proprio nome ai film, anche se in compenso li intitolò al suo doppio Ugo Fantozzi, l’avatar da lui creato e interpretato in ben dieci pellicole.
“I miei libri sono l’unica cosa creativa che esporto all’estero. In Francia ho avuto l’onore di essere stato pubblicato dalle Éditions Robert Laffont e di essere stato tradotto da Paul Challant, che ha fatto una cernita del meglio dei miei Fantozzi e lo ha raccolto sotto il titolo di Monsieur Catastrophe… poi sono famoso in Russia. Quando è venuto il poeta Evtushenko in Italia, per un convegno della Fondazione Cini, a Venezia, mi ha citato come l’unico degli scrittori italiani riconducibili a Gogol”
Paolo Villaggio
Paolo Villaggio da vita ad una lunga collaborazione con Renato Pozzetto, con il quale gira tre film: Le Comiche, Le Comiche 2 e Le nuove Comiche, raccolte di piccoli episodi divisi apparentemente privi di un nesso tra di loro. I due comici non avevano mai lavorato insieme e l’ultimo episodio della saga sarà anche il loro ultimo lavoro insieme.
Per anni e anni ha riempito i cuori degli italiani grazie alla sua ironia, con la quale ha raccontato in maniera unica i vizi della nostra società. Come dimenticare i celeberrimi “Scusi, chi ha fatto palo?”, oppure la “frittatona con cipolle, familiare di Peroni gelata, tifo indiavolato e rutto libero”, incollato alla televisione per vedere la partita della Nazionale.
Paolo Villaggio ha interpretato inoltre parti più drammatiche, partecipando a film di registi come Federico Fellini, Marco Ferreri, Lina Wertmüller, Ermanno Olmi e Mario Monicelli. Nel 1992, in occasione della 49ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, riceve il Leone d’oro alla carriera. Ma non solo: dal David di Donatello come miglior attore protagonista per il film di Fellini, al Nastro d’argento per Il segreto del bosco vecchio, arrivando infine al Pardo d’onore a Locarno nel 2000.
A comunicare la notizia della morte di Paolo Villaggio è stata la figlia Elisabetta:
“Ora sei di nuovo libero di volare.”
Elisabetta Villaggio
Argia Renda