Dolci natalizi italiani
14 Dicembre 2017   •   Redazione

Dolci natalizi italiani: la ricca tradizione regionale

«Non solo pandoro e panettone. I dolci natalizi italiani della tradizione non si contano e ogni regione ha la sua da dire in merito»

Con l’arrivo del  mese di dicembre inesorabilmente si inizia a pregustare l’aria natalizia. Oltre alle luminarie, agli alberi e ai jingle bells, ciò che contribuisce a diffondere il clima festoso sono sicuramente i profumi dei dolci natalizi italiani tradizionali, che invadono le pasticcerie e le nostre cucine. Frutta secca, miele, zuccherini, canditi, cioccolato: un tripudio di gusto (e calorie!); ma d’altronde si sa, non è certo questo il periodo giusto in cui pensare alla linea, quindi…via libera ai peccati di gola!

Dolci natalizi del Sud Italia

Petrali: la regione del peperoncino per eccellenza, la Calabria, sa essere anche dolce, e in occasione del Natale propone i petrali. Originari della città di Reggio Calabria, si dice che la ricetta di questi dolci natalizi sia opera di un prete e della sua perpetua. Mezzelune di pasta frolla dal ripieno ricco (fichi secchi, noci e mandorle), richiedono una preparazione laboriosa, tanto che è tradizione prepararli in abbondanza all’inizio di dicembre affinché durino per tutto il periodo delle festività.

Buccellati: il dolce natalizio per antonomasia della Sicilia, ha origini antichissime. Il suo nome deriva dal latino buccellatum (pane da trasformare in bocconi); il “buccellato”, infatti, può presentarsi come dolce intero, dalla forma circolare, o essere diviso in tanti piccoli dolcetti dalla forma allungata. I “cucciddati” (come vengono chiamati in dialetto siciliano) sono molto simili ai petrali calabresi: un impasto di pasta frolla con un ripieno di fichi secchi, ma anche di mandorle, marmellata o cioccolato. Vengono solitamente ricoperti di glassa e zuccherini colorati, ma sono ottimi anche nella versione più semplice, con una spolverata di zucchero a velo.

Cartellate: il dolce natalizio della tradizione gastronomica pugliese ha l’aspetto di un piccolo cestino. Il suo nome deriva infatti dal greco kartallos, che significa proprio “cesto”. La loro caratteristica forma è frutto dell’abile manualità delle massaie che, come da tradizione, ne preparano in grandi quantità per le feste. Friabili e croccanti, le “carteddate” (così sono chiamate in Puglia), vengono tradizionalmente assaporate intrise nel vin cotto, nel miele o, per i più golosi, nel cioccolato.

Dolci natalizi del Centro Italia

Struffoli: se a Pasqua la regina di Napoli è la pastiera, a Natale la scena è tutta loro. Gli struffoli, dolci natalizi italiani per eccellenza, prendono il loro nome dal greco strongoulus (arrotondato). Altro non sono, infatti, che piccole palline di pasta fritte, poi ricoperte di miele e impreziosite con una cascata di confettini colorati, o per meglio dire, di “diavolilli”.

Bocconotti e parrozzo: i bocconotti abruzzesi sono piccoli scrigni di frolla (solitamente ripieni di marmellata d’uva) che si mangiano in un sol “boccone”. Anche il parrozzo merita di essere menzionato tra i dolci natalizi italiani: un dolce di semolino e mandorle tritate dalla forma sferica, ricoperto di cioccolato fondente. Fu inventato nel 1920 dal pasticciere pescarese Luigi D’Amico che pensò di creare un dolce che somigliasse nell’aspetto al pan rozzo preparato dai contadini. Tra i suoi primi estimatori il parrozzo annovera niente di meno che Gabriele D’Annunzio, che gli dedicò persino un sonetto: La Canzone del Parrozzo.

Pangiallo: il dolce tipico del Natale capitolino affonda le radici nell’età imperiale e veniva distribuito durante il solstizio d’inverno per favorire il ritorno del sole, che ricorda nella forma e nel colore. Un dolce dalla forma tondeggiante e dal colore ambrato con un ripieno di mandorle e noci, anche se nei secoli la sua ricetta tradizionale ha subito molte varianti. Oggi la sua produzione resiste soprattutto ai Castelli Romani e particolarmente famosa è la sua variante viterbese, in cui è prevista l’aggiunta di pepe.

Dolci natalizi del Nord Italia

Spongata: abbinata al vino Passito, la spongata è tra i dolci natalizi italiani più diffusi in Toscana, Emilia Romagna e Liguria. Il suo nome deriva da “spongia”, ossia spugna, per via della sua superficie bucherellata, che conferisce a questo dolce un aspetto, appunto, spugnoso. Una farcia di miele, frutta secca, canditi e spezie racchiusa in una sfoglia sottile e croccante, spolverata di zucchero a velo: la ricetta di questo dolce natalizio risalirebbe al ‘300 e si racconta sia stata inventata da una monaca che, colta di sorpresa dalla visita di un vescovo, avrebbe adoperato tutto ciò che aveva in dispensa, creando la spongata.

Panforte: parente stretto del panpepato e conosciuto anche come pane natalizio, il panforte è uno dei dolci natalizi più antichi della nostra tradizione gastronomica. Originario della città di Siena e preparato con farina, frutta secca, frutta candita e miele, il panforte si è declinato negli anni in quattro varianti differenti: il panforte nero, dalla copertura scura, il panforte al cioccolato, il panforte fino e il più diffuso panforte Margherita, ricoperto di zucchero a velo, che fu inventato in occasione dell’arrivo della regina Margherita a Siena per il palio.

Zelten: il dolce natalizio tipico del Trentino Alto Adige si prepara durante i giorni dell’Avvento, per poi essere consumato a Natale. Un pane dolce arricchito da noci, fichi secchi, mandorle e pinoli che prende il suo nome dal tedesco selten (a volte), proprio a sottolineare l’eccezionalità di questo dolce che si prepara solo in occasioni speciali. Ne esistono due varianti: quella trentina (che contiene più pasta) e quella di Bolzano (più ricca di frutta).

Gubana: concludiamo la nostra carrellata di dolci natalizi italiani con il dolce tipico del Friuli-Venezia Giulia. La gubana, che nasce nelle magiche Valli del Natisone, si presenta come una golosissima chiocciola di pasta lievitata, con un ripieno di frutta secca aromatizzata con grappa e marsala.

Ricette della nonna, tipiche della nostra tradizione gastronomica, tutte da gustare (da nord a sud) rigorosamente in famiglia!

Marcella Scialla