Diego Maradona, la parabola del mito torna nelle sale
«Diego Armando Maradona torna al cinema e lo fa da protagonista, come è abituato ad essere. Al Pibe de Oro è dedicato l’ultimo lavoro del regista Premio Oscar Asif Kapadia, il film-documentario Diego Maradona che ripercorre ciò che accadde al calciatore quando incontrò per la prima volta Napoli e la sua squadra di calcio»
In Gran Bretagna, paese che ne ha ospitato la produzione, Diego Maradona è già nelle sale dal 14 giungo di quest’anno, in Italialo sarà dal 23 al 25 settembre come evento speciale per la distribuzione di Nexo Digital e Leone Film Group. Fuori concorso all’ultimo Festival di Cannes, ha ricevuto ben tre candidature e molti applausi.
Da “Diego” a “Maradona”, dall’Argentina all’Italia e da Lanùs a Napoli. Il 1984 fu un anno di cambiamenti per quel giovane che il 5 luglio debuttò allo Stadio San Paolo sotto gli occhi di decine di migliaia di tifosi di un Napoli che ancora non aveva mai vinto nessuno scudetto. Kapadia, dopo aver passato in rassegna montagne di materiali tra cui 500 ore di girato inedito, ha voluto restituire un ritratto tanto fedele quanto emozionante del “dio” Maradona.
Da “Diego” a “Maradona”
Sul campo Diego Armando Maradona era un eroe; fuori dal campo lo trattavano come una divinità. Era stato comprato per una cifra record e durante i sette anni che seguirono questo colpo gobbo della sua società sportiva, scatenò l’inferno. Il genio calcistico più celebre al mondo e la città più appassionata ma pericolosa d’Europa si combinavano perfettamente. Durante il campionato 1986-1987, grazie alle sue giocate, incise sulla maglia del Napoli il primo scudetto della storiamdel club partenopeo, mentre il mondo era già entrato in confidenza con le due anime che convivevano nel suo unico, potentissimo, corpo. C’era “Diego”, il ragazzo timido e umile delle baraccopoli argentine, e c’era “Maradona”, la celebrità consapevole e spavalda.
Una volta raggiunto il punto di massima ascesa, ecco l’inevitabile declino. Occorerà aspettare l’inizio degli anni ’90 per assistere alla frattura definitiva tra el Pibe e l’Italia, anche se per allora la pressione sportiva e mediatica che si trovò a subire aveva già travolto e stravolto la sua sfera personale. La fama aveva reso Diego vittima di eccessi e prigioniero di una vita al limite della legalità. A raccontare quello che accadde prima e dopo il “calcio della discordia”, il rigore firmato Maradona che proprio al San Paolo durante la semifinale del Mondiale del 1990 tra Italia-Argentina mandò a casa gli Azzurri, sono tutti quelli che all’epoca erano sempre con lui. I tecnici Fernando Singorini e Ciro Ferrara, le compagne di una vita Claudia Villafañe e Cristiana Sinagra e i suoi cinque figli sono le voci fuori campo che insieme mantengono il filo della narrazione.
Senna, Amy e Maradona: una trilogia firmata Kapadia
Dietro alla possibilità di fare questo viaggio nella memoria e, soprattutto, dietro alla macchina da presa, ha lavorato Asif Kapadia. Classe 1972, il regista londinese ottenne il primo riconoscimento mentre ancora era studente al Royal College of Art con il cortometraggio The sheep thief, film vincitore del premio al Festival di Cannes del 1998. Con The Warrior, invece, vinse i BAFTA Awards. Nel 2010 Kapadia inaugura il decennio professionale dedicato ai documentari. Il primo ad uscire proprio in quell’anno è Senna con la volontà di raccontare la storia della leggenda brasiliana di Formula 1 Ayrton Senna. Acclamato in tutto il mondo, si aggiudicò numerosi premi tra cui il World Cinema Audience Prize al Sundance Film Festival e i BAFTA Awards come miglior documentario e miglior montaggio.
A seguire, Amy, il docu-film che è stato presentato in anteprima mondiale al Festival di Cannes 2015. Raccontando la storia della cantautrice Amy Winehouse attraverso le sue parole e i suoi testi, Kapadia ha vinto il Premio Oscar per miglior documentario e un BAFTA Awards per la stessa categoria, oltre a numerosi altri riconoscimenti. Stavolta è diverso: sia Ayrton Senna che Amy Winehouse sono morti al culmine della loro carriera, mentre la nuova sfida raccolta da Kapadia è stata quella di raccontare l’ascesa ma anche il declino di una leggenda che ha rischiato di scomparire pur rimanendo in vita.
Carlotta Giuliano