Chef donne In Italia, la top-5 di Snap Italy
«Festeggiate le donne, sempre, e non solamente l’8 di marzo. Perché il mondo è Uomo, ma Madre Terra è donna. Per questo vi portiamo alla scoperta delle più apprezzate chef donne del panorama italiano»
Il mondo del food, del cibo e del buon mangiare è comandato sempre di più dal sesso forte e, più nello specifico, da chef uomini, ma non mancano grandi ristoranti gestiti anche da grandissime chef donne. Una proporzione un po’ inattesa che mi ha portato a farmi una domanda: una volta, in passato, non era la donna la regina del focolare? E l’uomo, invece, non era quello destinato al lavoro pesante lasciando alla donna i lavori da massaia ed in cucina?
Oggi le donne, le vere donne in cucina, che devono farsi strada in questo mondo misogino, sono ancora troppo poche. Per questo motivo, ho scelto di raccontarvele. Ecco le migliori 5 chef donne d’Italia:
Cristina Bowerman
Foggiana d’origine è la chef del Glass Hostaria, in Via dei Cinque 58 a Roma. Nel 1992 lascia la Puglia, lascia Cerignola, per continuare gli studi forensi, già iniziati in Italia (laurea in Giurisprudenza) a San Francisco. Crêpes e cappuccini preparati da Higher Ground gli aprono la strada verso Austin dove si trasferisce nel 1998. Cinque anni dopo arriva la svolta, quella laurea in Culinary Arts che le aprirà le porte delle cucine più importanti. Inizia la sua carriera al Driskill Grill, ma già nell’anno successivo torna in Italia, per atterrare a Roma, al Convivio di Angelo Troiani. Qui impara cosa vuol dire “qualità delle materie prime”, ma tutto cambia nel 2005, anno del suo arrivo al Glass Hostaria. La quadratura del cerchio ci mette poco a compiersi: amore, vita e successo, una cucina netta e allo stesso tempo morbida, riconoscibile e gustosa, consacrata poco tempo dopo dalla stella Michelin assegnata proprio al Glass Hostaria. Dice: «Si può essere — in questa Italia — donna, mamma, imprenditrice e cuoca stellata. Decidete voi l’ordine».
Antonia Klugmann
Nata a Trieste, il suo regno è L’Argine a Vencò a Dolegna del Collio, in provincia di Gorizia. Pure lei, durante gli studi di giurisprudenza a Milano, inizia la sua carriera in cucina, ma è solamente dopo qualche tempo e molti esami che scocca la scintilla. Improvvisamente, infatti, decide di lasciare gli studi e iniziare la sua carriera da chef, inizia a frequentare corsi di cucina generale e pasticceria presso la scuola Altopalato. Successivamente inizia un periodo di apprendistato che per quattro anni la terrà ai fornelli dell’Harry’s Grill di Trieste, sotto la guida di Roberto Mazzolini. La vera svolta, però, è del 2009, con l’arrivo in finale al torneo Miglior chef emergente del Nord Italia. A dicembre 2014, invece, arriva al “suo” L’Argine di Vencò.
Marianna Vitale
Napoletana, 36 anni e tanta tanta grinta. SUD è il suo spazio “vitale”, sito a Quarto (NA) in Via San Pietro e Paolo, 8. Anche per lei non manca un inizio lontano dai fornelli, perché anche Marianna Vitale, uno delle migliori chef donne d’Italia, non si avvicina subito alla cucina, intraprendendo inizialmente un percorso ben diverso. In bacheca, infatti, c’è una laurea summa cum laude in letteratura spagnola, cui fa seguito una piccola parentesi come guida turistica per le strade di San Gregorio Armeno. Nel 2008, invece, arriva l’esperienza di un anno presso i fornelli di Palazzo Petrucci ed è proprio qui che apprende i contorni della cucina semplice e impara ad utilizzare i prodotti del territorio. Nel frattempo scocca l’amore con Pino Esposito, che in seguito sposerà, mentre nel 2009, a Maggio, inizia a collaborare con il suo SUD, nel cuore dei Campi Flegrei. Ad ogni modo bisogna attendere il 2011 per la consacrazione definitiva, giunta grazie all’assegnazione della stella Michelin. Nel 2015, al contrario, è stata eletta miglior cuoca d’Italia, premiata sia da Identità Golose, sia dalla Guida de L’Espresso.
Aurora Mazzucchelli
«A Sasso Marconi incontrammo una ragazza, che viveva sdraiata sull’orlo di una piazza». Se si pensa a Sasso Marconi subito arriva alla mente la canzone di Antonello Venditti, Bomba o non bomba. E noi pensiamo a Sasso Marconi perché Aurora Mazzuccelli è di casa proprio lì, con il suo Marconi in Via Porrettana 285. Una carriera da predestinata per lei, che dopo gli studi alberghieri entra subito nello staff del ristorante di famiglia, dove nel 2000 assume la direzione assieme al fratello. Otto anni dopo arriva la prima stella Michelin che la fa entrare di diritto tra le migliori chef donne italiane. Dice: «Ho scelto di diventare chef, perché ardevo dal bisogno di confrontarmi con ciò con cui vivevo, e questo “con cui” è diventato un “per cui”. La cucina»
Iside De Cesare
Umbria, Toscana e Lazio sono i suoi territori di appartenenza. Sito ad Acquapendente, il suo ristorante La Parolina, è sinonimo di cibo di qualità e prodotti del territorio, come castagne, funghi, tartufo e cacciagione. Formazione da pasticciera si destreggia abilmente in ogni tipologia di cucina come quella di terra, assieme al marito Romano, conosciuto mentre entrambi si trovavano al Frasca di Castrocaro Terme. Un book delle prenotazioni sempre pieno, anche in virtù della stella Michelin assegnata tempo prima. Una stella che rappresenta il vero successo della De Cesare, una tra le migliori chef donne in Italia, che ha scelto un paese di provincia per creare un’attività di successo.
Silvia Risitano