cenerentola
18 Marzo 2020   •   Carlotta Giuliano

Cenerentola, i 70 anni dell’eroina Disney con origini italiane

«La Cenerentola di Walt Disney ha da poco compiuto i suoi primi 70 anni. Da esperimento cinematografico a classico dell’animazione, forse non tutti sanno che le origini del personaggio sono (anche) italiane…»

Una ragazza, una scarpa e un principe. Tutti conosciamo Cenerentola e, crediamo, la sua storia. Da 70 anni a questa parte l’eroina Disney fa parte dell’universo culturale contemporaneo su scala mondiale, regalandoci peraltro una delle canzoni Disney più amate. Non è una questione di aver letto il libro, visto il film… si tratta di uno di quei personaggi che conosciamo per osmosi.

Lei è una principessa. Di notte indossa un bellissimo vestito con una fascia lucida, scarpe di vetro e lunghi guanti bianchi. Di giorno combatte le avversità e lotta contro la sua malvagia matrigna e le sorellastre, che la trattano come la loro cameriera. Una sera ha potuto incontrarsi e ballare con un principe molto bello, ma poi ha dovuto sbrigarsi a tornare a casa prima dello scoccare mezzanotte, prima che la sua carrozza diventasse di nuovo una zucca. Cenerentola ha resistito e per questo ha meritato il suo lieto fine: un matrimonio degno della nobildonna che è dentro.

Eppure, questa non è l’unica Cenerentola. La sorellastra di Anstasia e Genoveffa è l’eroina nata dal genio di Walt Disney, quella del film d’animazione del 1950 e dei suoi successivi remake. La vera Cenerentola non è così facile da definire, è un personaggio che intreccia secoli di narrazione e la maggior parte delle culture umane. E a volte la scarpetta dimenticata non è nemmeno di vetro.

Rodopi, Yen-Shen, Zozella: tanti nomi per un’unica storia di denuncia sociale tramandata da millenni

Attualmente nel mondo esistono tra le 350 e le 1500 versioni della favola di Cenerentola. Al centro della maggior parte delle storie che narrano la sua vita c’è sempre la stessa vicenda. La giovane è un’eroina perseguitata che sale sopra la sua stazione sociale attraverso il matrimonio.

  • La prima variante registrata con una figura simile a Cenerentola risale ai tempi dell’Antico Egitto. In quella storia antica, una cortigiana greca di nome Rodopi si fa rubare una delle sue scarpe da un’aquila che le fa volare attraverso il Mediterraneo e la lascia cadere sulle ginocchia di un re egiziano. Prendendo la scarpa come segno dal cielo (letteralmente e metaforicamente), il re si mette alla ricerca della proprietaria di quella scarpa. Così, quando trova Rodopi, la sposa, sollevandola dal suo umile status e portandola con sè al trono.
  • Un’altra delle prime storie di Cenerentola conosciute è la fiaba cinese del IX secolo in cui una ragazza di nome Yen-Shen, schiava di una tremenda matrigna e spiacevoli sorellastre, perde una scarpetta fuggendo di corsa da una festa a cui aveva partecipato di nascosto. Come nel racconto di Rodopi, un monarca entra in possesso della scarpa (preziosissima, fatta di squame d’oro) e va alla ricerca della donna a cui appartiene, che poi sposerà.
E così, di secolo in secolo, fino ad arrivare al 1600, in Occidente e, in particolare, in Italia. Inclusa nella raccolta postuma Lo cunto de li cunti del letterato barocco Giambattista Basile troviamo La gatta Cenerentola, una versione che si discostava abbastanza dalla Cendrillon che Perrault scrisse successivamente e su cui sono in gran parte basatle produzioni Disney. In particolare, l’eroina di nome Zezolla è una giovane che addirittura si macchia dell’omicidio della sua matrigna persuasa dall’amabile maestra, che diventerà per lei una matrigna peggiore della prima. I toni risultano dunque abbastanza forti. La stessa protagonista eroina, per un attimo, viene dipinta con un’anima scuro, spinta al misfatto dalla disperazione e ancor più dalle mire di una donna, la sua insegnante, che si finge inizialmente amorevole solo per concretizzare i suoi piani di ricchezza. Solo alla fine, dopo mille peripezie, riuscirà a diventare sposa di un principe.
Carlotta Giuliano