Caterina Stenta
06 Ottobre 2017   •   Snap Italy

Caterina Stenta: «windsurf e sup sono il motore della mia vita»

«Mi piacerebbe vedere più windsurf; è uno sport che ti permette di stare a contatto con la natura, ti mette alla prova, ti fa guadagnare fiducia in te stesso, ti dà forza e determinazione.» – Caterina Stenta

Questa settimana la rubrica di sport di Snap Italy ospita una giovane donna, campionessa di windsurf. Parliamo di Caterina Stenta (FB). La sua passione è una questione di famiglia, nata durante le vacanze estive. Una passione che la porta in giro per il mondo, per la quale ha bisogno di lavorare da sola e con gli sponsor così da permettersi attrezzatura e trasferte. Caterina Stenta è campionessa italiana di Sup 2017, altro sport estremo a diretto contatto con l’acqua. È determinata e istintiva, ha tante passioni e tanti obiettivi nella vita.

Lasciamo la parola a Caterina. Leggete qui cosa ci ha raccontato.

Caterina Stenta

Caterina, che cos’è per te il windsurf?
Per me il windsurf, assieme al Sup, è il motore della mia vita direi. È ciò che mi dà motivazione, energia, voglia di viaggiare e vedere nuovi posti. Col windsurf mi pongo sempre nuovi obiettivi e mi sforzo al massimo per cercare di raggiungerli: allenamenti, viaggi, persone, tutto gira intorno al windsurf ed ora anche al Sup. Mi fa sentire viva e contenta.

Quando e come hai cominciato?
I miei genitori, windsurfisti, mi hanno trasmesso questa passione. Ho iniziato grazie a loro durante le vacanze estive.

Come e dove si allena Caterina Stenta?
In giro per il mondo. D’estate sto principalmente alle Canarie, e d’inverno da qualche anno vado in Sudafrica due/tre mesi. Dipende dai periodi, se non lavoro e c’è vento, vado in acqua ogni giorno, 2-3 volte al giorno.

Praticare uno sport come questo ti dà la possibilità di girare il mondo. Quali sono gli spot migliori in Italia e nel mondo?
In Italia le isole penso siano i posti migliori, Sicilia e Sardegna. Nel mondo il Sudafrica, e ci sono altri posti dove mi piacerebbe andare, come le Hawaii e l’Australia.

È anche uno sport costoso. Come ti finanzi?
Lavoro, per ora, con un lavoro part-time e poi cerco di lavorare bene con gli sponsor per pagarmi l’attrezzatura e qualche trasferta.

Che rapporto ha Caterina Stenta con l’acqua? Ti piace anche nuotare?
Per me l’acqua è il posto dove mi trovo meglio. Mi sento meglio in acqua che fuori. Windsurf e Sup sono i miei due sport principali, ma mi piace stare in acqua in ogni condizione. Non nuoto tanto perché, se sono in acqua, preferisco prendere il windsurf, ma sono passata anche attraverso il nuoto da piccola.

Quali sono le qualità che deve allenare un atleta di windsurf?
Prima di tutto passare ore e ore in acqua sopra la tavola. Avere familiarità col mare, saper leggere l’oceano e le onde. Più tempo si passa sopra la tavola meglio si capiscono i movimenti, si prende sensibilità con la tavola, si migliora l’equilibrio. Qualità che si possono allenare anche a secco con allenamenti funzionali.

Donne e uomini nel windsurf: sono trattati in maniera differente?
Sì. Purtroppo il windsurf è uno sport più maschile, cioè ci sono più uomini che lo praticano e quindi più sponsor e attenzione verso di loro oltre che diversi montepremi. Noi ragazze dobbiamo darci molto da fare oltre alle gare anche al lavoro per sponsor e media così da poterci permettere viaggi e gare.

Pensi che il windsurf vada pubblicizzato di più in Italia? Perché?
Certo. Mi piacerebbe vedere più windsurf, soprattutto più ragazze in acqua, perché è uno sport che ti permette di stare a contatto con la natura, è uno sport che ti mette molto alla prova, ti fa guadagnare fiducia in te stesso e penso che ti insegni a lottare sempre per ottenere quello che desideri. Ti dà forza e determinazione.

Caterina Stenta pratica anche il Sup. In cosa consiste e che differenza c’è a livello di preparazione con il windsurf?
Nel sup si sta in piedi su una tavola e si rema con una pagaia. Esiste sia il sup wave che è simile al surf da onda, sia il sup race che invece è uno sport di resistenza, dove si rema lungo un percorso, con mare relativamente piatto e vince chi va più veloce. Il windsurf wave è più tecnico, bisogna saper surfare, avere confidenza ed abilità tra le onde, nel Sup Race bisogna allenarsi ogni giorno per migliorare i propri tempi. Nel windsurf non c’è un allenamento particolare, bisogna semplicemente stare il più possibile in acqua. Nel Sup invece bisogna seguire delle tabelle di allenamento e l’allenamento è più metodico.

Cosa preferisci?
Windsurf tra le onde.

Sei reduce dai mondiali di Sup in Danimarca. E sei campionessa italiana Sup 2017. 
Il mondiale in Danimarca è stata un’esperienza bellissima, gareggiare con e per la nazionale è veramente un altro spirito rispetto a gareggiare per se stessi. L’evento era emozionante, 42 nazioni, pubblico dappertutto che seguiva e motivava, atleti da tutto il mondo, un’esperienza che spero di ripetere anche il prossimo anno.

Con il windsurf invece in cosa è impegnata Caterina Stenta ora?
Ora sono all’ultima tappa del circuito mondiale, PWA (Professional Windsurf Association), a Sylt in Germania. Il prossimo obiettivo è il Mondiale 2018 con tre o quattro tappe.

Caterina oltre lo sport, che ragazza è? 
Mi piace andare in montagna, finché vivevo a Trieste facevo sci alpino. Amo la montagna e mi manca un po’. Sono molto attiva, non riesco a stare ferma troppo tempo. Leggo parecchio, mi piace viaggiare e conoscere gente nuova. Mi piace mangiare bene, verdure, insalate, pasta e ogni tanto dolci.

Descriviti con due aggettivi.
Determinata e istintiva

Consiglieresti il windsurf ai più piccoli? 
Sì. Anzi, più piccoli si è prima si impara e più facile è capire i movimenti e le manovre. Il windsurf può insegnare loro a credere in se stessi, a non mollare mai e a godere del mare e della natura.

Foto: https://www.facebook.com/caterinastentaita662/

Chiara Rocca