Uliassi è il nuovo chef italiano tristellato
«Si è appena svolta la presentazione della sessantaquattresima edizione della Guida Michelin 2019 ed è pioggia di stelle sull’Italia che diventa così la seconda nazione più stellata del mondo. Mauro Uliassi ottiene il massimo riconoscimento guadagnandone tre»
Il cielo della gastronomia italiana brilla più che mai. Con la presentazione della nuova Rossa, infatti, sono state ben 29 le nuove stelle cadute a pioggia, da nord a sud, nei ristoranti della penisola, che svetta così al secondo posto tre le nazioni più stellate del mondo. Ad ottenere il massimo riconoscimento dalla prestigiosa guida lo chef di Senigallia Marco Uliassi che trionfa portando a casa le ambitissime tre stelle Michelin.
Piatti forti
Il suo esclusivo ristorante sul mare aperto nel 1990 diventa così il decimo in Italia ad aver conquistato le tre stelle. Una cucina quella di Uliassi che affonda le radici nella tradizione ma che si avvale delle più moderne tecnologie presenti oggi sul mercato al fine di garantire un’offerta semplice ma contemporanea, prevalentemente costruita su preparazioni a base di pesce, anche se lo chef non disdegna cimentarsi anche con la selvaggina.
Le nuove stelle
Oltre al trionfo di Marco Uliassi che fa il tris di stelle, ampio è quest’anno il numero di nuovi chef mono stellati; primo tra tutti Antonino Cannavacciuolo che, dopo le due stelle ottenute per Villa Crespi, ha conquistato una stella per il suo Bistrot di Torino e una per quello di Novara. Tra gli altri chef premiati dalla guida con una stella Enrico Bartolini, che giunge così a quota 6 confermandosi lo chef più stellato d’Italia, oltre a tante new entry come Alessandro Ingiulla di Sapio a Catania, il più giovane della guida. Nessun ristorante quest’anno è riuscito ad aggiudicarsi invece le Due stelle e alcuni ne perdono addirittura una: Stazione di Posta, Osteria dei Camelì, Conchiglia, Ilario Vinciguerra, La Clusaz, Antonello Colonna, Magnolia, Castel Fransburg, Dopolavoro, Emilio di Fermo, San Giorgio a Cervo, Armani a Milano.
Marcella Scialla