Biennale di Venezia 2019: ecco gli artisti italiani in esposizione
«In riva alla laguna sta arrivando la Biennale di Venezia 2019, giunta nel frattempo alla 58esima edizione. Con essa arriveranno anche tanti artisti italiani da non farsi scappare, soprattutto donne»
A Maggio prendete iniziativa e visitate Venezia, perché la città della Laguna vedrà l’inaugurazione di uno dei più grandi eventi artistici dell’anno, ovvero la Biennale di Venezia 2019. La Biennale Internazionale dell’Arte, giunta alla 58° edizione, si svolgerà dall’11 maggio al 24 novembre 2019. Come ogni anno, la manifestazione ospiterà numerosi padiglioni nazionali, provenienti da circa 90 paesi, e una mostra principale, quest’anno intitolata May You Live in Interesting Times (“che tu viva tempi interessanti”). Tra gli artisti italiani che parteciperanno quest’anno, è interessante notare una rimarcata presenza femminile: 2 (su 3) nel Padiglione Italia e altre 2 italiane nella mostra principale.
Padiglione Italia
Il padiglione Italia per la Biennale di Venezia 2019 quest’anno sarà curato da Milovan Farronato, direttore del Fiorucci Art Trust. Anche se ancora poco è stato rivelato, egli stesso ha preannuncia una mostra originale e innovativa, caratterizzata da «internazionalità, contemporaneità, creatività». Questi elementi, infatti, ben si addicono ai tre artisti selezionati quest’anno: Enrico David (1966), Liliana Moro (1961) e la compianta Chiara Fumai (1978 – 2017).
Enrico David
Enrico David è un’artista italiano che oggi lavora a Londra. Ha raggiunto il successo negli anni ‘90, grazie a dei monumentali dipinti ispirati alle copertine dei giornali di moda e realizzati con ago e filo sulla tela. Nonostante nei suoi lavori successivi abbia spesso utilizzato anche altre tecniche, disegno e artigianalità rimangono le attività più importanti del suo lavoro. Nel 2013 aveva già partecipato alla Biennale di Venezia esibendo dipinti, arazzi e sculture prendendo parte alla mostra The Encyclopedic Palace.
Liliana Moro
Liliana Moro si è formata presso l’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano, dove ancora oggi vive e lavora. Il suo lavoro è caratterizzato dall’essenzialità, in cui oggetti, suoni e performance ritraggono una realtà cruda e poetica, che invita lo spettatore ad andare oltre ciò che è visibile. Infatti, un altro elemento fondamentale del suo lavoro è la dimensione politica, che si percepisce non tanto nei contenuti, quanto nella fruizione delle opere stesse. Anche lei prima della Biennale di Venezia 2019 ha già partecipato ad altre edizioni e a tante altre importanti mostre collettive in tutto il mondo. Inoltre, dagli anni ’90 ad oggi ha anche presentato diverse mostre personali, in Italia e in Europa.
Chiara Fumai
Quest’anno il padiglione italiano ospiterà anche i lavori dell’artista barese Chiara Fumai, prematuramente scomparsa nel 2017. La sua carriera cominciò giovanissima, quando creò un personaggio fittizio, il cantante anni ottanta Nico Fumai, facendo credere a tutti che fosse realmente esistito. E funzionò. Continuò la sua carriera riportando in vita personaggi, soprattutto donne, dal carattere unico e spesso controverso, vissute tra l’Ottocento e il Novecento. Giocando tra il visibile e l’invisibile, usò questi “fantasmi” per esplorare metodi alternativi di relazionarsi con lo spettatore e indagare il confine tra il reale e il verosimile.
May You Live in Interesting Times
Recentemente, sono stati annunciati anche tutti gli artisti che parteciperanno alla mostra May You Live in Interesting Times, uno degli eventi più attesi in coda alla Biennale di Venezia 2019. Tra questi, anche due artiste italiane: Ludovica Carbotta (1982) e Lara Favaretto (1973).
Ludovica Carbotta
Ludovica Carbotta è un’artista italiana che oggi lavora a Barcellona. Il suo interesse si focalizza sulle connessioni tra l’individuo e l’ambiente che lo circonda, giocando sul confine tra realtà e finzione. I suoi lavori più recenti sono un insieme di installazioni, testi e performance che formano dei veri propri ambienti di scala media, nei quali si indagano i concetti di luogo, identità e partecipazione. La chiave per comprendere i legame fra tutti questi elementi è l’immaginazione, che influenzata dal linguaggio, ha un ruolo centrale nel suo lavoro tanto quanto nella creazione di un sentimento di appartenenza e nella creazione di conoscenza stessa.
Lara Favaretto
Lara Favaretto vive e lavora in Italia. Fonte d’ispirazione di tutti i sui lavori è il tema della festa, attraverso il quale cerca di offrire un momento di tempo sospeso e rendere tangibile il meraviglioso. Le sue opere non sono vincolate da alcuna tecnica, ma prendo spesso la forma della performance, riuscendo a coinvolgere anche lo spettatore. Infatti, la malinconia che segue la fine della festa e essa stessa parte integrante dell’indagine dell’artista. Inoltre, tra gli elementi più ricorrenti ci sono i coriandoli, che spesso diventano un vero proprio materiale scultorio. Grazie alla loro natura leggera e separata, la loro disposizione è variabile e mutevole, caratteristica che riflette sulla volatilità del gesto artistico, che può essere spazzato via in ogni momento.
Crediti immagine di copertina: Liliana Moro
Deborah Scaggion