arbitri permalosi
24 Dicembre 2020   •   Redazione

Arbitri permalosi o calciatori senza regole?

«Quello di Insigne in Inter-Napoli è solo l’ultima episodio che ha riportato alla ribalta una domanda sempre più stringente: arbitri permalosi o calciatori senza regole?»

Le notizie calcio generali, soprattutto negli ultimi anni raccontano di vittorie, sconfitte, gesti eroici, scelte di cuore, legami indissolubili ma anche di arbitri permalosi e protagonisti. Proprio così, in diverse occasioni gli arbitri sono diventati i veri protagonisti delle partite, condizionando e segnando irreversibilmente l’andamento e il finale di alcuni match. Un atteggiamento che oltre ad essere decisamente poco professionale va contro tutti i principi morali e sportivi che dovrebbero fungere da lume di guida in questo meraviglioso gioco che è il calcio. Uno sport che da sempre appassiona miliardi di tifosi ed è un modo che racconta anche storie bellissime.

Un esempio evidente è quello a cui noi tutti abbiamo assistito come l’improvvisa scomparsa di due grandi giocatori, uno italiano e l’altro argentino: Paolo Rossi e Diego Armando Maradona. Due morti premature che hanno scosso il mondo del calcio e non solo. Moltissime persone sono accorse per dare l’estremo saluto ai loro eroi. Ed è proprio questa magnifica affezione e sentimento che dimostra quando il calcio non è solo un pallone che gira ma tanto altro ancora.

Senza un lieto fine

Però come spesso succede nelle belle favole, capita che ci si imbatte in un lupo cattivo un mostro che capovolge il lieto fine. Con questo non vogliamo dire che tutti gli arbitri sono cattivi, anzi quanti arbitri sono stati vittime di rabbia ingiustificata e violenta di alcuni tifosi ignoranti oppure di discriminazioni sessiste e razziali. E questi spregevoli atti vanno sempre condannati. Ma quando sono alcune decisioni arbitrali ingiuste a intervenire all’interno di un match per motivazioni sostenute da nessuna logica o addirittura forzando un regolamento che dovrebbe essere unilaterale, allora la critica aspra c’è ed è doverosa.

Sono tanti gli episodi dubbi in cui gli arbitri hanno preso decisioni che sembravano essere puramente personali, venendo tacciati di essere permalosi o prevenuti. Come ad esempio dei falli visti per una squadra o non per l’altra, perchè magari l’altra squadra è prima in classifica e subentra quella che è chiamata “sudditanza psicologica”. Oppure dei cartellini buttati giù così per qualche parolina di troppo detta più per rabbia che per offesa personale. Anche se qui è bene fare una piccola precisazione: l’esagerazione va punita, è vero. Interpellare familiari, bestemmiare o maledire cose e persone è un peccato mortale oltre che un atteggiamento pienamente antisportivo.

arbitri permalosi

Ma se un arbitro interviene per punire una frase di sfogo detta più per rabbia verso l’andamento della gara che verso l’arbitro allora è il direttore di gara ad essere ingiusto. Se un uomo scelto per arbitrare una gara estremizza in un rettangolo verde tutte le peggiori qualità che appartengono all’essere umano come la permalosità e la suscettibilità, allora non si è temprati per fare l’arbitro.

L’arbitro deve essere super partes, deve mantenere l’equilibrio della gara con decisioni giuste e attente, che oggi è più facile grazie al Var e soprattutto deve dare il giusto peso alle parole e non pesarle tutte allo stesso modo. Con questo non vogliamo giustificare i giocatori che in diverse occasioni sono stati scostumati e verbalmente violenti, ma cercare un equilibrio armonico che lasci più spazio alla bellezza del gioco che ad inutili battibecchi, riuscirebbe a restituire al calcio quella purezza che purtroppo manca da tempo.