vinilificio
21 Marzo 2017   •   Redazione

Vinilificio: il ritorno di un cult con l’aggiunta della tua musica

«Il Vilinificio è un laboratorio in cui la musica che vuoi viene stampata su vinile. Il prodotto finale è magia e unicità. Abbiamo intervistato Cristian Adamo, il fondatore del Vinilificio, che ci ha spiegato come funziona l’azienda, prima al mondo nella realizzazione di vinili totalmente personalizzati»

C’è a Bologna un posto unico, il Vinilificio, un laboratorio in cui la musica che scegli viene riportata su un vinile al fine di ottenere un prodotto unico e totalmente personalizzato, dal contenuto musicale, alle grafiche delle copertine e dei centrini. Il Vinilificio è stata la prima azienda al mondo a dare vita a questo nuovo e esclusivo metodo di stampa su vinile puntando sempre sulla qualità e sull’innovazione.

Il vinile è sempre più uno strumento musicale lontano dalla nicchia degli addetti ai lavori, riuscendo a coinvolgere appassionati di ogni età dai più diversificati gusti musicali e l’idea di poter creare un disco scegliendo la propria musica preferita è una rivoluzione e un sogno che realizza. Spinti dalla curiosità e dall’entusiasmo di saperne di più, abbiamo intervistato Cristian Adamo, fondatore del Vinilificio, che ci ha spiegato il lavoro di questa azienda, unica nel suo genere e del suo rapporto con il supporto cult e icona della musica senza tempo.

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Come nasce l’idea del Vinilificio? 

Vengo da un mondo in cui “fare il disco” era il sogno di chi faceva e lavorava per la musica. Il disco di vinile è sempre stato un’icona, soprattutto nella cultura hip hop. Gli albori dell’hip hop in Italia fanno parte del mio humus culturale. È stato l’hip hop a farmi scoprire il djing e il turntablism a cui ho dedicato molta parte della mia vita professionale e non solo. Il vinile era il re dei supporti sia per ascoltare che per suonare. Per questo avevo l’esigenza che i dj e i turntablist con cui lavoravo avessero vinili originali prodotti ad hoc. All’inizio degli anni ’00 non esistevano ancora le tecnologie digitali come i controller (Serato, Traktor…). Esistevano sì i cd player, ma al tempo erano strumenti con grandi limiti tecnici e soprattutto privi in assoluto di fascino. L’unico modo quindi era quello di incidere vinili in singola copia, ma fino a quel momento era un sogno, non certo una realtà. Mi incaponii, volevo a tutti i costi trovare una soluzione. Tra la fine degli anni ’90 e l’inizio del 2000 cominciai una ricerca che mi portasse a trovare un modo per incidere i vinili in singola copia. Nel 2005 è nato Vinilificio.

Quali sono le caratteristiche principali della vostra azienda?

Vinilificio è un laboratorio che si occupa di servizi legati al vinile. Vinile in singola copia, piccole tirature e stampa in quantità. Nel nostro laboratorio di Bologna nella nuova sede di via Santa Margherita, produciamo vinili in singola copia e in piccole quantità. Per la stampa in quantità siamo rivenditori esclusivi per l’Italia di Rand Muzik, stamperia di Leipzig nota per la qualità dei propri vinili. Produciamo inoltre cassette, altro supporto che nell’ultimo anno sta vivendo una seconda giovinezza.

Cosa significa riuscire a realizzare un vinile, un prodotto mitico appartenente al passato rendendolo unico e moderno? 

Ogni giorno Vinilificio incide su vinile con dedizione e sapienza la musica preferita dei nostri clienti. Nonostante siano 12 anni che Vinilificio esiste, i clienti sono ancora stupiti del fatto che sia possibile realizzare un vinile totalmente personalizzato in una sola copia. È una magia e parte di essa è l’unicità che fa di questo tipo lavorazione il vero valore aggiunto rispetto ad un vinile normale. L’incisione fonografica ha più di un secolo di vita ed oggi è possibile rendere il disco in vinile un oggetto unico e moderno con la personalizzazione in una sola copia.

Cosa ne pensa del ritorno al culto del vinile? Tendenza nostalgica o realtà in grado di risollevare il mercato musicale?

Sì, forse oggi il vinile è un culto. Prima della comparsa del cd e dell’avvento della così detta musica liquida, non lo era. Il vinile era semplicemente il supporto principe per ascoltare la musica a casa o nei club. Il vinile in realtà non ha mai smesso di esistere, anche se dai numeri milionari record degli anni ’80 nei vent’anni successivi è diventato un supporto praticamente inconsistente in termini di numeri e fatturato. Mentre il vinile spariva dai negozi di dischi e dalle classifiche, diventava un feticcio ambitissimo per i sempre più numerosi collezionisti. In parte il “culto” del vinile di oggi deriva proprio dal mercato parallelo dell’usato. Bisogna essere però sinceri, il “culto” del vinile crea “mostri”: vinili usati e ristampe vendute a prezzi folli che falsano il reale mercato del vinile.

Nonostante questo il fatto che il vinile stia riscuotendo sempre più interesse è sicuramente un aspetto positivo, sia per gli addetti ai lavori, sia per chi ama la musica. Il vinile è un bellissimo supporto, che racconta storie, che si può e si deve toccare, con un suono veramente unico e vivo. Non credo che il vinile risolleverà le sorti dell’industria musicale in termini ingenti di fatturato. È e rimarrà una nicchia di mercato, seppure con numeri interessanti rispetto a pochi anni fa.

Domanda più tecnica. Stampate su vinile nero e trasparente. L’incisione su un tipo o l’altro di vinile influisce sulla qualità del suono? che differenza c’è?

Bisogna fare un piccolo distinguo. In termini di materiali esistono sostanzialmente due tipi di supporto/vinile: il vinile adatto per essere inciso in singola copia e quello invece per la stampa in quantità. Il disco per la singola copia è un vinile che è disponibile solamente in nero e trasparente. Per la stampa industriale invece il vinile può avere diversi colori. In termini qualitativi del suono il vinile nero è quello che ha una qualità indubbiamente migliore. Per produrre i granuli di vinile colorati si utilizzano degli additivi che modificano in parte le caratteristiche organolettiche del materiale. Per questo i vinili colorati e trasparenti sono più rumorosi rispetto ad un vinile nero.

Passando all’aspetto grafico: il cliente può scegliere la copertina del proprio vinile e/o, nel caso, può contare sui vostri consigli, idee e supporto grafico?

Il cliente può realizzare autonomamente le sue grafiche e noi le stampiamo su copertine e centrini. Forniamo però anche un servizio di supporto grafico per chi non abbia dimestichezza con grafica e impaginazione. In tal senso stiamo lavorando ad un sistema sia web che per apparati mobili per fare in modo che chiunque possa realizzare le proprie grafiche in maniera intuitiva e semplice, senza l’utilizzo di software professionali. È parte di un progetto piuttosto ambizioso di cui per il momento non posso anticipare altro, ma che spero saremo in grado di presentare in tempi abbastanza brevi.

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Quali sono i generi musicali più gettonati per le stampe su vinile?

In realtà non esistono generi più gettonati, va molto a periodi e non necessariamente legati alle mode del momento. In una giornata di lavoro possiamo passare dalla musica indie alla musica elettronica, dal jazz all’house, dal reggae al hip hop, dalla musica leggera a lavori realizzati per l’arte contemporanea o per il teatro.

C’è una delle vostre realizzazioni alla quale siete particolarmente legati?

Quando ogni giorno si incidono molti dischi a volte ci si scorda di quello che si è fatto la settimana precedente. È vero, però, che mentre si incide un vinile, quel vinile in quel momento ha la massima attenzione e cura a prescindere dal contenuto sonoro. Alcuni lavori però hanno sicuramente un posto importante nella storia di Vinilificio, come i vinili che abbiamo realizzato qualche anno fa per Ragnar Kiartanson (celebre artista Islandese) per una performance al Moma di New York. Oppure i vinili che abbiamo fatto per Dj Mandrayq quando ha conquistato il titolo di Campione del Mondo IDA nel 2010.

Elisa Toma