viaggiare nel 2020
28 Maggio 2020   •   Carolina Attanasio

Viaggiare nel 2020, come cambiano le nostre abitudini

«Viaggiare nel 2020 potrebbe segnare il punto di svolta definitivo nelle nostre scelte e nei nostri comportamenti. Vediamo come»

Qualche settimana fa, su Linkedin, ho letto il commento di un noto imprenditore sulla prospettiva di dover viaggiare nel 2020 in Italia. Si tratta di una persona abituata a spostarsi moltissimo per lavoro, altrettanto per diletto, uno di quelli la cui vita scorre velocissima sulle piste di atterraggio e nelle lounge strafighe degli aeroporti. A un certo punto dice una cosa che in molti abbiamo pensato, ma in pochi abbiamo ammesso ad alta voce, per paura di quello che succede quando tiri un pensiero fuori dalla bocca: diventa reale. Dice che lui, di viaggiare nel 2020 così, non ha più voglia. Non ha più voglia di correre da un hub all’altro, non ha più voglia di andare a Londra per un caffè la mattina e tornare la sera, non ha più voglia di sembrare un gran figo per questo, non ha più voglia di dimostrare continuamente agli altri quanto può essere veloce la sua vita. Lo ammette con un candore che in pochi, nel suo ambiente, hanno. E poi si dice contento della prospettiva di passare l’estate in Italia, di godersi il suo Paese. Soprattutto è felice di non dover correre più, e quando tornerà a Londra sarà per vederla davvero.

viaggiare nel 2020

Un pensiero naïf: viaggiare nel 2020 consapevolmente

Confesso di essere un po’ naïf, a volte: nelle prime settimane di lockdown ho pensato ingenuamente che tutti fossimo cambiati, solo perché nessuno tentava di eludere la fila al supermercato e quei pochi con cui ci si incontrava per strada, da lontano, parevano tutti guardare l’altro con occhi di comprensione e un accenno di sorriso. Mi sembrava un po’ il mondo del Mulino Bianco, e lo dico con tutto il rispetto per coloro che di idilliaco, in quelle settimane, non ci hanno visto proprio niente. Poi sono bastati un paio di episodi per farmi tornare coi piedi sulla terra e dirmi che no, non saremmo stati migliori, eravamo solo costretti a una pausa e tutti troppo preoccupati per metterci a infierire sulla vita degli altri.

viaggiare nel 2020

Così, quando ho letto dell’imprenditore cinico che confessa di non vedere l’ora di viaggiare nel 2020 in Italia, ho pensato “ma quindi, siamo cambiati o no?”. Chiariamoci, fare le vacanze nel nostro Paese non ci rende persone migliori, patriottiche o attente a far prosperare l’erba del vicino. Viaggiare è una gioia incommensurabile e Dio solo sa quanto è bello esplorare il mondo, guardare fuori dal nostro guscio, abbracciare l’ignoto e la diversità. Conoscere il mondo è ciò che ci spinge a farci domande e valutare la vita da molteplici punti di vista. Ci rende tolleranti. Doverlo fare per forza nel nostro Paese, tutto sommato, è una gran fortuna. Cosa cambierà?

viaggiare nel 2020

Viaggiare, lentamente

Secondo alcune ricerche, alla maggior parte di noi non va per niente di tornare ai ritmi frenetici della vita pre-lockdown, stesso varrebbe per i viaggi. Archiviato per un po’ il fast-tourism, quello che ci ha portati freneticamente a coprire 20 tappe in 10 giorni, quello che vogliamo è prendercela un po’ più con calma, godendoci davvero le cose. Abbiamo imparato a farlo chiusi in casa, vogliamo replicarlo uscendo. Durerà?

Viaggiare nel 2020, in qualità

Less is more, lo sapete, così magari quest’estate può essere l’occasione giusta per viaggiare meno, e meglio. La quarantena è servita – a molti – per prendere consapevolezza dell’impatto dei propri comportamenti sulla vita quotidiana, propria e degli altri. La riscoperta di modi genuini di fare ci spinge, si spera, verso una richiesta che punti più sulla bontà che sulla quantità. Non vale solo per il cibo, ma per ogni esperienza umana a cui partecipiamo.

Viaggiare di più ma meno connessi

Qualcuno è andato in burnout da smart working (traduco, si è esaurito lavorando da casa), qualcuno si è indebitato col proprio gestore telefonico pur di avere giga in più, altri hanno esaurito le loro librerie su Netflix e affini. Internet ci ha salvato la vita e ce l’ha anche rovinata un po’, ergo mettere piede fuori di casa e diventato il motivo per staccare la spina da chiamate, videochiamate e surf selvaggio in rete. Largo allora alle vacanze per ricaricarsi e staccare la spina. Di tempo per tornare fighi online ce ne sarà.

Carolina Attanasio