03 Maggio 2016   •   Redazione

“Una somma di piccole cose”: l’ultimo lavoro di Niccolò Fabi

«Il disco, in cima alle classifiche, è un percorso diretto verso l’essenza delle cose. È un insieme di emozioni che il cantautore romano ha trasmesso anche al pubblico dell’Uno Maggio Taranto»

Una chitarra, il verde della campagna e i suoni dell’anima. Una somma di piccole cose è il racconto in musica dell’essenzialità, è un viaggio ed un’esperienza per l’ascoltatore. È uno di quei dischi che ti fanno chiudere gli occhi per concentrarti meglio sulle note e sulle parole e, in qualche modo, per curarti l’anima.Un incontro di arte e natura che versa nell’intensità di tutti e nove i brani della tracklist e dove la malinconia si mischia a quel ragionamento maturo che senza filtraggi racconta ciò che c’è nel cuore dell’artista.

Dopo il disco da solista “Ecco” del 2012 e il progetto con Daniele Silvestri e Max Gazzè del 2014, Una somma di piccole cose, è un lavoro di solitudine per il cantautore romano che lo ha scritto e registrato tra campagne laziali poco lontane da Roma . Ed è proprio quello che si riesce a percepire: un desiderio di frenare un attimo, di considerare insensato l’eterno correre imposto dalla frenesia della città, facendo scattare lo strano desiderio di soffermarsi sul colore del cielo, sul soffio del vento o su qualunque altro elemento naturale troppo spesso dato per scontato. La lontananza dal caos della quotidianità e dell’abitudine si esprime particolarmente in brani come Ha perso la città o Filosofia agricola. Anche la copertina dell’album suggerisce un ritorno alla semplicità della natura: un cielo con nuvole benevole che si congiunge alla terra con i suoi alberi e verde.

Niccolò Fabi è l’artista che più, nei suoi vent’anni di carriera, ha abituato il pubblico alle coniugazioni di musica e parole, usando la stessa minuziosa cura per la concretezza dei caratteri e l’astrattezza delle note. È l’artista che con più facilità ha abituato il pubblico alla bellezza.

La sua esibizione durante il concerto del primo maggio a Taranto ha visibilmente scaldato i cuori del pubblico . Durante Lasciarsi un giorno a Roma e Costruire erano due le voci: quella di Fabi sul palco e quella del pubblico sotto il palco, somma questa di migliaia di voci.

La manifestazione pugliese punta a sensibilizzare su tematiche essenziali come il diritto inviolabile alla salute che non può scontrarsi con un altro diritto, il primo, al lavoro. Inquinamento, cattiva gestione del potere e corruzione dilagante non possono essere coperti per favorire pochi soggetti a discapito della collettività, dei cittadini che si ammalano con l’unica colpa di vivere, lavorare, respirare in una zona altamente inquinata.

Fabi ha risposto prontamente all’invito degli organizzatori dell’evento, il Comitato dei lavoratori liberi e pensanti, portando sul palco anche la sue tematiche ambientali, già manifestate in altre occasioni come attraverso la scrittura, insieme al geologo Mario Tozzi, dello spettacolo “Musica sostenibile” oltre che in questo ultimo lavoro dove l’ambiente ha un ruolo basilare. L’impegno sociale, con tema la salute, continua anche nella collaborazione con l’ONG Medici con l’Africa, Cuamm.

Maggio e Luglio sono per Fabi, i mesi del tour che prevede un calendario di 13 concerti, a partire dal 18 maggio dal Teatro Lyrick di Assisi e che vede già alcuni sold out come per le date di Roma, Milano, Bologna. Sul palco con lui anche Alberto Bianco, giovane e talentuoso cantautore torinese e Damir Nefat, Filippo Cornaglia, Matteo Giai.

Concludo con le stesse parole del musicista perché questo lavoro è davvero “un disco, una finestra, uno specchio, un nodo, un balsamo… Una somma di piccole cose».

Elisa Toma