Umbria Sotterranea
02 Marzo 2018   •   Snap Italy

Umbria Sotterranea, alla scoperta della città invisibile

«L’Umbria Sotterranea è la parte nascosta, quella che conoscono in pochi, ricca di luoghi suggestivi  che vale la pena vedere anche solo una volta nella vita.»

Ci mettiamo in viaggio, in giro per l’Italia, nello specifico oggi partiamo alla scoperta dell’Umbria Sotterranea (qui tutte le info per prenotazioni), luoghi che vanno ad arricchire dei panorami e dei borghi già molto famosi, che rendono la città un vero vanto italiano. Insieme a voi scopriremo la parte più misteriosa: pozzi, cisterne, cunicoli che raccontano la storia di questa regione da un punto di vista diverso.

Ad esempio dell’Umbria Sotterranea fa parte la Cisterna Romana di Amelia, che conduce il visitatore nell’Amelia sotterranea, esattamente sotto l’attuale Piazza Matteotti, corrispondente all’antico foro romano. L’imponente costruzione è composta da un grande ambiente rettangolare scavato nella roccia calcarea e suddiviso in dieci vani paralleli comunicanti, coperti con volte a botte e rivestiti da una muratura in piccole pietre. Il complesso costituisce uno dei migliori esempi del processo di romanizzazione subito dal piccolo centro umbro intorno al I secolo a.C. Venne realizzata per la raccolta dell’acqua piovana per uso potabile. Molto ben conservata, ha mantenuto tutte le sue componenti fondamentali: il sistema di ingresso dell’acqua, il dispositivo interno di regolazione del suo livello e il sistema di svuotamento della cisterna. In un angolo del primo vano è conservata una piccola porzione di pavimentazione, realizzata con laterizi. Interessante è la presenza del bollo con il nome del proprietario della fabbrica di laterizi, Caius Atilius Fortunatus.

Proseguiamo la scoperta dell’Umbria Sotterranea con l’area archeologica delle Fornaci di San Salvatore, collegata al Museo della Ceramica attraverso un tunnel sotterraneo. Si tratta di un sito rinvenuto nel 2008 durante i lavori per la realizzazione di un parcheggio pubblico nel centro storico, a ridosso delle mura castellane, dove era ubicata, fino agli inizi del XX secolo, la chiesa di San Salvatore. L’indagine archeologica, conclusasi nel 2010, ha messo in luce una sequenza di strutture databili tra la fine del Duecento e gli inizi del Settecento ed ha consentito il recupero di un numero consistente di reperti ceramici del genere della maiolica, della ceramica ingobbiata e graffita e delle terrecotte invetriate.

Nella zona nord di quest’area dell’Umbria Sotterranea è visibile un tratto delle mura medievali della fine del Duecento; sul lato interno è stato rinvenuto un ambiente sotterraneo in mattoni, costruito tra la fine del Duecento e gli inizi del Trecento, in origine probabilmente un deposito di argilla e metalli grezzi e successivamente utilizzato come “butto”. A ridosso delle mura attuali sono state rinvenute due fornaci con il forno ben conservato. L’impianto produttivo principale, attivo tra la seconda metà del XV e gli inizi del XVIII secolo, è costituito da vari ambienti, collegati tra loro, con al centro due fornaci, una vasca per la decantazione dell’argilla e i resti di un forno fusorio. La più piccola delle due fornaci, di forma quadrata, è posizionata ad una quota più alta rispetto alla fornace principale (di forma circolare) ed è, con ogni probabilità, la fornace per la produzione della ceramica a lustro.

Fanno parte dell’Umbria Sotterranea anche  le Cantine dei Frati, in cui Montefalco e il vino si fondono in un connubio indissolubile tra arte e quotidianità, cultura e società. Le antiche cantine dei Frati Minori Conventuali sono state una felice scoperta durante gli ultimi lavori di restauro. Sono visitabili all’interno del Complesso Museale di San Francesco. Le Cantine risalgono al XVIII e XIX secolo: sono perfettamente conservate le antiche vasche per la raccolta e la pigiatura delle uve e per contenere il vino. Si può vedere anche l’incasso per l’alloggio dei torchi. La produzione di vino da parte dei frati è documentata nello Statuto Comunale del 1692, in cui si citano queste cantine come “le più grandi di Montefalco”.

È in lavorazione un riallestimento della sezione dedicata alle antiche cantine francescane, con un approccio museografico moderno di racconto del territorio connesso con l’intero Complesso. Storia, cultura del vino e arte si mescolano a rendere omaggio alla terra di Benozzo Gozzoli e del Sagrantino.

Il nostro tour all’interno dell’Umbria Sotterranea si conclude con il Pozzo di San Patrizio, unico esempio al mondo di perfetta armonia tra decoro architettonico ed ingegneria artistica, il Pozzo di San Patrizio fu costruito nel 1527 da Antonio da Sangallo il Giovane per volontà di papa Clemente VII, reduce dal Sacco di Roma e desideroso di tutelarsi in caso di assedio della città in cui si era ritirato. Fu realizzato per l’approvvigionamento idrico della città di Orvieto, ultimato nel 1537 sotto papa Paolo III Farnese. Il pozzo è stato realizzato scavando nel tufo dell’altopiano della valle tiberina dove sorge Orvieto, profondo 53 metri, vanta una doppia scala a spirale composta da 248 gradini ciascuna, illuminato da 72 finestroni che prendono “colore” da un lucernario posto alla sommità esteriore del monumento. La famosa scala inventata dal Sangallo consentiva agli animali da soma di scendere e risalire per prendere l’acqua senza mai incontrarsi.

Con molta probabilità, il pozzo prese il nome di San Patrizio perché utilizzato come luogo di espiazione dei peccati, così come una cavità sotterranea esistente in Irlanda denominata “Purgatorio di San Patrizio”, in cui il santo irlandese si ritirava a pregare e dove gli increduli, una volta giunti fino in fondo, avrebbero potuto ottenere l’accesso al Paradiso.

Argia Renda