stanza segreta di michelangelo
31 Dicembre 2018   •   Carolina Attanasio

Stanza segreta di Michelangelo: ecco perché dovreste vederla

«Dal 2020 sarà possibile visitare la stanza segreta di Michelangelo, finora visibile solo tramite immagini sul touchscreen. L’incredibile storia del nascondiglio in cui il Maestro visse per tre mesi»

Già solo il fatto di sapere che esista una stanza segreta di Michelangelo è di per sé una notiziona. A 450 anni dalla morte di uno dei Maestri indiscussi dell’arte italiana, colui che insieme a un manipolo di poche altre menti a mani ha rivoluzionato il senso della bellezza nel mondo, l’umanità viene a sapere dell’esistenza di questa stanza. Nel connubio indissolubile che lega Michelangelo a Firenze, un progetto multimediale sul Maestro rivela una stanza nascosta nella Sagrestia Nuova della Basilica di San Lorenzo.

Qualcuno lo sapeva, qualcuno no, qualcun altro credeva fosse una leggenda, invece eccola qui: la stanza di Michelangelo è più che reale, qui Buonarroti ha vissuto per tre mesi nel 1530, cercando di sfuggire alla vendetta della famiglia Medici che, in esilio, rivendicavano il suo tradimento in favore dei ribelli. Sette metri per due e una finestra, unico ingresso da una botola: qui Michelangelo riempiva le sue giornate disegnando a carboncino vecchi lavori e nuovi pensieri. Questo tesoro nascosto non è stato scoperto ieri, ma già nel 1975 da Paolo del Poggetto, allora direttore delle Cappelle Medicee. La stanza segreta di Michelangelo ora rischia seriamente di aprire al pubblico, almeno secondo le intenzioni dell’attuale direttrice del museo, Paola D’Agostino, che vuole renderla visitabile dal 2020.

Ma torniamo alla scoperta: la stanza segreta di Michelangelo viene fuori negli anni ’70 in seguito alla rimozione di intonaco dalle pareti, un’operazione voluta proprio perché si pensava che sotto potesse nascondersi qualcosa di prezioso. Il muro, libero dalla vernice, ha rivelato graffiti a opera di Michelangelo, a partire dalla testa del Laocoonte di Roma, da sempre oggetto di studio per il Maestro. Varie rivisitazioni del David fugano tutti i dubbi: la mano è quella di Buonarroti. La stanza segreta di Michelangelo rivela man mano un tesoro artistico dal valore indescrivibile: schizzi della Cappella Sistina, un autoritratto dell’artista, ripiegato su se stesso. Finora l’unico modo per vedere questi graffiti è stato tramite una tecnologia touch, ma nessuna possibilità di accesso diretto alla stanza. Il progetto multimediale prevede un percorso monografico interattivo sfogliabile su touchscreen, in tre postazioni: al Museo del Bargello, alla Galleria dell’Accademia e alla Sacrestia Nuova.

La svolta, se tutto va secondo i piani, avverrà entro il 2020, quando i visitatori potranno ammirare con i propri occhi non solo le opere, ma un momento importante e delicato nella vita tormentata di Michelangelo. In un attimo, la notizia ha già fatto il giro del mondo, alcuni hanno ipotizzato che potrebbe non esserci la mano di Buonarroti e che egli non abbia potuto trascorrere così tanto tempo in quella stanza. Tuttavia, le somiglianze con i volti e i corpi che si possono ammirare nella Cappella Sistina sono davvero troppo evidenti per non pensare a Michelangelo.

Prigioniero al di sotto delle Cappelle che aveva progettato proprio per i Medici, Buonarroti ha ridisegnato una buona fetta delle sue opere più conosciute, ritrovate nascoste sotto strati di polvere, in quello che sembrava un semplice deposito. Un inventario di vita e di arte che a breve potrebbe essere a disposizione di chiunque voglia vedere con i propri occhi quello che – seppur senza firma autografa – sembra essere davvero il rifugio di Michelangelo. L’alone di mistero sull’autenticità dei disegni non fa che mantenere viva l’attenzione e accrescere il fascino senza tempo del genio italiano. In ogni caso, stare in quella stanza dev’essere un’esperienza straordinaria, che speriamo di poter provare presto, per sentirci un po’ più vicini all’estro senza tempo di Michelangelo.

Carolina Attanasio