31 Ottobre 2015   •   Raffaella Celentano

Re|Dandy: quando riciclo e bellezza si incontrano

«Bisogna fare della propria vita come si fa un’opera d’arte» – Gabriele D’Annunzio

È opinione comune che quello del dandy sia un fenomeno ormai superato, e per i più quasi dimenticato. Tuttavia, secondo alcuni, la crisi del mondo contemporaneo sta inaspettatamente riportando alla luce questo “mito elegante”. Sta tornando quella dolce malinconia che aleggiava nei caffè ottocenteschi, tra vetri colorati, gonne lunghe e cappelli a cilindro, e gli uomini stanno riscoprendo quel desiderio di evadere, di ricercare una propria identità, di distinguersi. Al giorno d’oggi, dunque, i dandy possono ritenersi tutt’altro che scomparsi.

Sono sempre di più, infatti, i designer che decidono di riproporre i capi iconici dei dandy per vestire gli uomini – e, perché no, anche le donne – contemporanei. Sulle passerelle sono tornati papillon, cravatte decorate, bretelle e abiti che rievocano quell’eleganza ricercata, ma mai ostentata, dei dandy decadenti.

Ma tra tutti, un giovane potentino ha deciso, pochi anni fa, di affrontare questa sfida in maniera del tutto nuova e personale: ovvero, lavorando solo con tessuti di recupero e riciclati. Stiamo parlando di Armando Capitanio, designer e fondatore di Re|Dandy, il marchio italiano di accessori che unisce sostenibilità e bellezza.

Snap Italy lo ha intervistato per voi.

Per prima cosa, partiamo dal nome Re|Dandy. Come nasce?
Re|Dandy sta per Recycled|Dandy, ovvero riciclare con stile. Sono due cose che mi appartengono: la ricercatezza nello stile e la sensibilità al tema della sostenibilità, in qualsiasi ambito. 

Da dove deriva la passione per il dandismo, e qual è il dandy per eccellenza a cui si ispira per il suo lavoro?
Sinceramente non credo di poter parlare di passione per il dandismo. Ad un certo punto mi sono reso conto di essere un “dandy moderno”. Da quando ho memoria sono cosi: dalle foto di classe a scuola, fino a stamattina per strada! Non amo omologarmi, sono uno che si distingue! Mi piace la letteratura dandy, ma non ho un vero e proprio modello a cui mi ispiro per le mie creazioni. Diciamo che il fiore all’occhiello, l’ultima mia creazione è stata ispirata alle letture dai dandy famosi della storia e dai loro aforismi più celebri.

Si parla di “eccentrica bellezza”. Che cosa significa esattamente e come ha portato questo stile nella sua vita e nel suo lavoro?
Il dandy era l’eccentrico che amava stupire, ed è questo che vorrei fare anch’io: stupire con le mie creazioni.
E di conseguenza chi le indossa a sua volta deve stupire chi lo ammira.

Qual è stata la reazione del pubblico a questo suo progetto?
Il progetto Re|Dandy è partito relativamente da poco. È iniziato come un gioco che mi divertiva e allietava le giornate, ma ora è il mio futuro e la mia gioia quotidiana. Il consenso e i complimenti delle persone che apprezzano quello che faccio, e soprattutto approfondiscono il messaggio che c’è dietro una mia creazione, mi danno la voglia e la spinta per continuare a crederci e andare avanti.

In generale, qual è il prodotto che ha avuto più successo?
Le mie creazioni sono esclusive, volutamente sono tutti pezzi unici e cuciti a mano. Difficilmente cedo a qualche richiesta, sono solo frutto della mia creatività, anche perché riciclando vecchi indumenti non posso prevedere cosa uscirà fuori dal cilindro. Il bello è proprio questo: ogni creazione prende vita da una serie di circostanze fortuite. Per ora realizzo papillon, cravatte, fazzoletti da taschino e fiore all’occhiello. Proprio quest’ultimo ad oggi è l’accessorio più apprezzato, sia dagli uomini che dalle donne.

Parlando di sostenibilità e riciclo, come ha reagito il pubblico a questo tema? 
C’è stato un episodio, all’inizio, che mi ha dato la carica a credere nel mio progetto. Mi fu detta questa frase: ” Perché devo comprare un papillon fatto da un jeans di chissà chi quando allo stesso prezzo trovo qualcosa di nuovo e griffato?”. La stupidità di questa affermazione mi ha dato la consapevolezza che il mio pubblico è diverso, è attento, va alla ricerca delle cose belle, è sensibile, ha personalità… Insomma è dandy!

Come si fa ad unire un tema così impegnato come la sostenibilità e un movimento che, all’apparenza, potrebbe essere giudicato frivolo come il dandismo?
Ad occhi non attenti il dandy risulta un superficiale che pensa solo ad ostentare sé stesso e il suo modo di apparire. Chi invece si sforza di grattare un po’ la superficie può trovare persone profonde che esprimono sé stessi e la loro personalità in svariati modi. Il mio modo è unire sostenibilità e bellezza in un piccolo oggetto che può raccontare una bella storia.