12 Aprile 2016   •   Snap Italy

World Happiness Report 2016: l’Italia crolla al 50esimo posto

«L’Italia è cinquantesima, con il maggior calo della felicità nel periodo considerato. Colpevole anche – sopratutto – la crisi»

Primo posto per la Danimarca nella classifica del Rapporto Mondiale della Felicità del 2016 redatta dal SDSN. Seguono Svizzera, Islanda, Norvegia, Finlandia, Canada, Paesi Bassi, Nuova Zelanda, Australia e Svezia. L’Italia è cinquantesima, con il maggior calo della felicità nel periodo considerato. Gli autori del rapporto dichiarano che il crollo dei paesi come Grecia e Italia, supera i fattori economici, perché ha coinvolto la struttura sociale del Paese. «Se le istituzioni si rivelano inadeguate di fronte alle sfide poste dalla crisi, l’impatto sulla felicità è ancora maggiore di quanto dicano le statistiche economiche» fanno sapere gli esperti.

 

La ricerca della felicità e Ladri di Biciclette: due culture a confronto

Scegliere un film che inneschi una riflessione sulla felicità non è facile. Così ho deciso di confrontarne due apparentemente molto simili: La ricerca della Felicità (Gabriele Muccino, 2006) e Ladri di Biciclette (Vittorio de Sica, 1948).

In queste due opere la tematica della posizione sociale è strettamente legata a quella economica. In Ladri di Biciclette non ci sono grattacieli da scalare e il contesto urbano di San Francisco non è minimamente comparabile a quello romano post-bellico, ma posseggono dei punti in comune: la città come spazio di confronto con l’altero, il rapporto padre figlio – simbologia della continuità del modus pensandi – la crisi economica (l’era Carter fu contraddistinta da una grande fase di stagflazione) e le scelte che un uomo è chiamato a compiere durante i periodi bui della propria vita.

Le possibilità dell’individuo nell’urbe moderna

Nel primo è la città che osserva e aspetta le mosse dell’individuo, come due pugili che si studiano (avete fatto caso alla pubblicità di Raging Bull sul taxi?). Accetta le regole del gioco, cerca e sfrutta gli incontri che offre il grande centro urbano. Segue il “flood urbano” – mostrato attraverso le strade ricolme di persone sorridenti – come fosse un torrente in piena tenendo la rotta; nel secondo l’uomo osserva e cerca come un promeneur, in uno spazio costituito da promeneur. Il contatto con gli altri è vano. Non persegue un obiettivo, ma cerca la fortuna.

Tredici anni più tardi Pasolini girerà Accattone, dove il sotto-proletariato romano è mostrato – di nuovo – nell’impossibilità di migliorare la propria vita. La disillusione sociale nel cinema italiano è una costante che trova posto anche in opere più recenti: parlo di Ospiti (Matteo Garrone, 1998) dove ci è mostrata l’altra faccia della povertà contemporanea.

Gross National Happiness, perché no?

A rendere tremendamente attuali queste due opere è il Rapporto Sulla Povertà e l’Esclusione Sociale 2015: in Italia le persone che cercano supporto sono il 14,2 % della popolazione, con un incremento del 130 % in cinque anni. Nel 2014 a rivolgersi a una mensa Caritas per un pasto sono state 191 mila persone (sono oltre 6 milioni di pasti).

Dopotutto, secondo l’economista Jeffrey Sachs «La misurazione della felicità percepita e il raggiungimento del benessere dovrebbero essere attività all’ordine del giorno di ogni nazione che si propone di perseguire obiettivi di sviluppo sostenibile. Infatti gli obiettivi stessi comprendono l’idea che il benessere umano dovrebbe essere promosso attraverso un approccio olistico che combina obiettivi economici, sociali e ambientali. Al posto di adottare un approccio incentrato esclusivamente sulla crescita economica, dovremmo promuovere società prospere, giuste ed ecosostenibili».

Il primo indice Onu della felicità è stato realizzato nel 2012. In un mondo dove la tendenza a misurare il benessere di un paese attraverso il PIL, probabilmente si dovrebbe tenere conto anche di altri fattori. Un’idea interessante sarebbe quella introdotta dal Bhutan, il primo Paese al mondo ad aver introdotto un indice nazionale della felicità (FIL). Magari in futuro verrà preso in considerazione anche dal nostro parlamento.

Flavio Ferro