pietro ferrante
13 Novembre 2018   •   Anita Atzori

Pietro Ferrante: I miei gioielli dovrebbero indossarli i meno fortunati

«Pietro Ferrante, l’uomo che non cede alle multinazionali e dichiara guerra a colpi di anelli e bracciali fatti a mano. Intervista all’uomo che non sa mentire»

C’è qualcosa che in pochi sanno dei gioielli Pietro Ferrante. Insomma, voi siete abituati a vederli ovunque, a ordinarli dal sito perché tremendamente in voga e impossibili da non amare, ma la verità è che dietro tutto quell’argento lavorato c’è una storia che fa tremare. O meglio fa gioire. Perché ci sono luoghi che più delle parole fanno rumore. Fanno rumore tra la gente, nel silenzio e tra i ricordi. Fanno rumore quando si impara da uno sguardo e non da uno specchio. Quando la realtà è più importante dell’apparenza. Quando i vetri sono trasparenti ma non tanto da proiettare la luce dentro al cuore. Quando la vita è più importante della morte, e quando ancora le strade insegnano più delle scuole.

È così che nascono i sorrisi. È così che un gioiello diventa vita. Questo – e sicuramente tanto altro – avrà pensato Pietro Ferrante quando quel pugno di bronzo è diventato un anello di tendenza e quella manciata di argento ha fatto scuotere le anime dei vecchi spiriti old school. Azienda, la sua, che ha macinato chilometri e forse anche qualche difficoltà, oggi come ieri, dove per essere cool devi pensare alle masse togliendo l’esclusività e buona parte della materia prima di qualità. Un concetto che più di una multinazionale ha fatto suo non per giorni ma per secoli, decretando tante finte vittorie ma anche molte prese di coscienza popolari. A questo Pietro Ferrante si è sempre ribellato, vuoi per lo spirito combattivo e vuoi perché non è quella la sua idea di “gioiello Made in Italy.

E allora cosa sono i gioielli? Cosa rappresentano in questa generazione di millennials un po’ allo sbando o volutamente fuori dagli schemi? I gioielli Pietro Ferrante possono essere considerati l’alternativa a ciò che di più commerciale vi è nel mondo della gioielleria italiana. Non solo, data l’esuberanza e l’estro di uno dei maestri gioiellieri più seguiti degli ultimi anni, c’è da riconoscere il grande stile che queste creazioni possiedono, un po’ perché si rifanno alla moda contemporanea e un po’ perché prima di essere ornamenti sono simboli di appartenenza. Il design è quello italiano, quello che poi ci rende una garanzia in tutto il mondo, e l’hand made è tutto di Pietro, che con la sua esperienza trentennale nel settore ha saputo dar voce a quella cerchia di artigiani che rappresentano da sempre una delle ricchezze inestimabili del nostro territorio. Tradizione mista a qualche tocco di puro rock che non guasta mai, e anzi rende il tutto ancora più accattivante e ribelle. Simboli della cultura punk, dark e religiosa mescolati assieme per un risultato glamour ma mai volgare. Così per non essere troppo prolissi e poco esaustivi lasciamo direttamente la parola al fondatore che in queste due chiacchiere ci ha tolto qualche curiosità riguardo al suo brand.

Pietro Ferrante, tutti dicono il suo stile sia una garanzia per gli appassionati di rock e moda alternativa. Da dove l’ispirazione?
Dalle piazze, dalle stazioni, dalle strade.

Una linea completa di bracciali, collane, orecchini e accessori, quali sono i pezzi più richiesti e quelli che le sono rimasti nel cuore?
Le creazioni che raccontano le mie emozioni.

Ci racconti un po’ le origini di Pietro Ferrante. Avrebbe mai pensato di diventare un fashion designer così apprezzato e conosciuto?
Ho cercato sempre di rubare ai maestri artigiani della mia infanzia sognando di ripetere le loro opere e portarle nel mondo.

Da tempo ha preso piede lo stile urban e old school, cosa le piace e cosa rimpiange dei famosi anni ’70?
La consapevolezza di un mondo che si apriva a tutti. Il rimpianto è tuttora la miopia e l’arrendersi alle multinazionali.

Perché gioielli e non abbigliamento?
Amo disperatamente i dettagli e chi di più d un gioiello può darti la perfezione?

Tre aggettivi per descrivere i gioielli di Pietro Ferrante.
Espressivi, narranti e audaci.

Quanto contano gli studi accademici e i percorsi universitari nel design dei gioielli? Più studio o più pratica?
Il percorso universitario solamente per affinare il proprio talento, tanta pratica e ricerca.

Qual è stato il tuo background professionale prima di fondare il marchio?
Fabbricante di oreficeria e gioielleria, e tanti viaggi in luoghi incontaminati.

Come immagini l’azienda tra qualche anno?
Poter fare indossare le nostre creazioni in continenti meno fortunati del nostro.

A quale target si rivolgono maggiormente i tuoi gioielli?
A chiunque sia in grado di osare.

C’è qualcosa che vorresti dire ai giovani che intraprendono un percorso simile al tuo?
Credere in se stessi, passione, coraggio e non arrendersi alle prime delusioni.

Ecco lui è proprio Pietro Ferrante, poche parole, brevi e concise. Nessuna ramanzina, licenza poetica o frase ad effetto, ma semplicemente la sua vita. Il suo modo di essere, di agire e di pensare. Valori sani, nobili e sacri, un po’ come la sua determinazione e la costante convinzione di poter cambiare un mondo forse ancora troppo frivolo. Ci vorrà tempo, ma per ora i suoi gioielli sono già un buon inizio.

Anita Atzori