Partner d’Impresa: come gestire le imprese italiane
«Legale, patrimoniale e risorse umane: tre settori interconnessi la cui gestione crea criticità alle imprese italiane. Il punto di Partner d’Impresa»
I settori legale, fiscale e di strategia connessa alla consulenza del lavoro sono tra gli aspetti più critici nella gestione aziendale. È quanto emerge da un’analisi su più di 1.000 aziende realizzata – negli ultimi cinque mesi – da Partner d’Impresa, network professionale in franchising, che riunisce commercialisti, consulenti del lavoro, avvocati, esperti in privacy e sicurezza e specialisti di finanza agevolata, per offrire una consulenza imprenditoriale d’insieme, in grado di valorizzare la connessione esistente tra aspetti e norme dei settori legali, finanziari e della consulenza del lavoro con un approccio al cliente dal linguaggio semplice.
L’analisi generale di Partner d’Impresa
L’indagine parte da un primo test di auto-analisi – chiamato TSA – a cui viene sottoposto l’imprenditore per inquadrare i punti forti e le aree di miglioramento in base a quanto da lui percepito e conosciuto. Da questa prima analisi si ottiene una cartina tornasole degli aspetti focali e si inquadrano le modalità di gestione dell’azienda. Da qui è emerso un tessuto imprenditoriale italiano con un grande potenziale di crescita spesso inespresso per la mancanza di sistemi organizzativi aziendali adeguati; nello specifico, le principali aree critiche riguardano l’aspetto legale e patrimoniale. Secondo Partner d’Impresa, dal lato legale le aziende in Italia sono sfornite di una tutela legale preventiva, che si concretizza nella corretta valutazione e interpretazione delle norme alla base dell’attività di impresa; aspetto oggi ancor più fondamentale considerando i contesti commerciali internazionali e globalizzati. Lato patrimoniale, invece, non vi è strategia di pianificazione a lungo termine che miri alla creazione del patrimonio di impresa, alla sua protezione e crescita nel tempo; privilegiando una gestione quotidiana delle proprie attività. Un problema dovuto anche a una scarsa conoscenza degli strumenti operativi da implementare per la tutela patrimoniale.
Per quanto concerne l’aspetto connesso alla consulenza del lavoro, si riscontra la tendenza a non richiedere ai propri consulenti una previsione di costi puntuale preventiva che consenta di suggerire, tra le tante modalità di assunzione o ingaggio di collaborazione del personale, le più idonee alla singola azienda. Si registra, inoltre, la mancanza diffusa di una figura HR interna che possa interfacciarsi in maniera corretta con il consulente del lavoro e a cui possa riportare dati oggettivi su eventuali necessità dei dipendenti e la soddisfazione generale.
Aspetti più trascurati nel settore legale e patrimoniale: i dettagli
Relativamente al tema legale, i maggiori deficit sono connessi soprattutto alla mancata adozione del modello legislativo 231/2001, il documento di valutazione dei rischi (DVR), di cui fino all’80% delle imprese è emerso mancante. Si tratta di una procedura che consente di individuare all’interno dei rami di azienda i vari carichi di rischio connessi alle specifiche attività. Con la sua applicazione, la ripartizione delle responsabilità all’interno del ciclo lavorativo viene così attribuita a seconda delle mansioni svolte dai singoli soggetti responsabili. Il rischio di non mettersi in regola su questo fronte è ingente poiché, per legge, la mancata adozione del modello da parte del datore di lavoro è sanzionabile con un arresto da 3 a 6 mesi o con un’ammenda fino a 6.400 euro.
Per quanto riguarda invece l’aspetto patrimoniale, secondo la valutazione professionale di Partner d’Impresa, non viene fatta un’adeguata pianificazione di investimenti per accrescere il patrimonio personale. Il 71,8% degli imprenditori ha dichiarato infatti che il patrimonio attualmente in suo possesso non gli consentirebbe di garantirgli il medesimo tenore di vita ottenuto dall’attività lavorativa, mentre il 62,5% non ha investito nel tempo per ottenere almeno un’entrata passiva, che potrebbe essere data da proprietà immobiliari o investimenti. La mancata adozione di queste misure di tutela rende il patrimonio imprenditoriale legalmente aggredibile al verificarsi di criticità d’azienda e aggiunge elementi di instabilità finanziaria sia per se stessi che per le generazioni future.
Dal sondaggio emerge, inoltre, che l’85% degli imprenditori ha una diffusa tendenza a non tutelare il proprio patrimonio personale (immobili, investimenti e partecipazioni societarie etc) e l’eventuale passaggio generazionale attraverso la costituzione di una Holding di famiglia. Questo strumento giuridico, applicabile in più contesti di quelli che si pensa, consente il controllo delle società da parte dell’imprenditore e della sua famiglia, evitando la disgregazione del patrimonio societario e personale al momento della successione con una ripartizione concordata tra gli eredi.
Si segnala, infine, un’ulteriore difficoltà diffusa, connessa invece al settore fiscale e cioè la mancata conoscenza di alcuni strumenti che aiuterebbero a pianificare al meglio il carico fiscale quali ad esempio – per l’80% degli intervistati – la realizzazione di un marchio intestato a una persona fisica o per il 75% l’accantonamento del TFM (trattamento di fine mandato per l’amministratore). Entrambi sono strumenti poco conosciuti che possono aiutare ad abbattere la pressione fiscale. Il mancato sfruttamento di queste opportunità comporta la dispersione della liquidità potenzialmente re-impiegabile in azienda.
I gap connessi alla gestione delle risorse umane
I dati raccolti dall’indagine di Partner d’Impresa lato gestione del personale e consulenza sul lavoro fanno emergere un aspetto curioso: secondo il 90% degli imprenditori intervistati nella propria azienda vi è un clima positivo, che consente scambio di idee e buona relazione tra i team. Non si riscontra però, nel 59,5% dei casi, l’utilizzo regolare di strumenti di indagine della soddisfazione del personale né vengono organizzati con regolarità, secondo il 52,2%, momenti di team building con tutti i collaboratori. Si tratta quindi di un percepito dei proprietari di azienda che può non trovare una reale corrispondenza nella realtà. Interrogare i propri collaboratori e dipendenti per comprendere esigenze, necessità e desideri è oggi indispensabile. Il mercato del lavoro odierno si caratterizza infatti per un desiderio di maggiore flessibilità e nella ricerca di soluzioni contrattuali che possano prevedere modalità in smart-working o definizione del progetto lavorativo a obiettivi e non a tempo lavorato, orientandosi allo sviluppo di una mentalità più imprenditiva messa in gioco da parte del dipendente. Questi dati, riportati al consulente del lavoro (meglio ancora se da una figura HR), possono consentire la definizione di una contrattualistica ad hoc che crei un rapporto “win-win” tra azienda e dipendente, senza limitarsi alla definizione di contratti di assunzione standard.
«Questa indagine fa capire che risulta indispensabile svolgere delle azioni di comunicazione finalizzate a educare e a far crescere la consapevolezza delle imprese fornendo loro, attraverso l’uso di un linguaggio chiaro e semplice, una visione d’insieme complessiva degli strumenti a disposizione. Al fine di facilitare la divulgazione accessibile, come network promuoviamo diverse occasioni di comunicazione, mettendo regolarmente a disposizione guide gratuite in formato Kindle realizzate dai nostri specialisti ed è in via di pubblicazione un volume tecnico dal linguaggio chiaro e dall’approccio complessivo alla gestione d’impresa. Inoltre, stiamo organizzando un road tour gratuito di divulgazione nelle principali città italiane che culminerà con un evento di formazione a Bologna a marzo 2024» spiega Sonia Canal Chief Operations Officer di Partner d’Impresa.
Il valore di Partner d’Impresa
Partner d’Impresa è un network di commercialisti, avvocati, consulenti del lavoro, specialisti in finanza agevolata, sicurezza sul lavoro ed esperti in privacy. Nasce con l’obiettivo di creare un unico interlocutore aziendale, con standard di servizio elevati, a disposizione dell’imprenditore per fornirgli una visione di insieme, delle soluzioni personalizzate più idonee alla gestione aziendale. I servizi offerti spaziano dalla strategia per la pianificazione fiscale e finanziaria all’assistenza nella gestione del personale e degli accordi contrattuali, dalla protezione legale alla gestione del patrimonio e dei rapporti con le banche. A oggi, tra commercialisti, avvocati, consulenti del lavoro e le altre figure specializzate che compongono il network, Partner d’Impresa conta quasi 200 professionisti distribuiti nei 30 franchising affiliati, dislocati in Italia e uno in Albania che si occupa di internazionalizzazione d’impresa verso i Balcani. Alcuni di questi si propongono come partner con specializzazione specifica (finanza agevolata, privacy e sicurezza sul lavoro, gestione dei rapporti banca-impresa, controllo di gestione, etc…).
Il supporto alle aziende parte da un primo test di autoanalisi a cui viene sottoposto l’imprenditore, a questa segue un approfondimento dettagliato da parte dei professionisti, che analizzano l’azienda sotto diversi punti di vista e determinano la sequenza ideale di interventi da mettere in campo per ottimizzare le performance aziendali e proteggere l’impresa e l’imprenditore da eventuali rischi a cui è esposto.