26 Maggio 2015   •   Andrea Fabiani

Open Milano: molto più di una libreria

«Un ecosistema culturale in cui è possibile coniugare passione per la lettura, lavoro e tempo libero»

Le librerie sono da sempre un luogo di ritrovo per gli amanti della cultura e per chi vuole passare del tempo libero in tranquillità, tra una lettura e una chiacchiera. Con l’avvento di internet è facile pensare che l’abitudine di frequentare le librerie si sia un po’ perso, tuttavia al contrario il fascino intramontabile di questo ambiente ha riacceso il mercato creando nuove alternative alla libreria classica. Proprio in questo contesto nasce Open Milano, un’ambiente che è molto più di una libreria, un vero e proprio ecosistema culturale in cui è possibile rilassarsi, lavorare, studiare, confrontarsi e fare nuove conoscenze. Uno spazio dove “Coworking” e “Networking” sono le parole d’ordine e dove tra un aperitivo e un evento è possibile incontrare nuovi amici, futuri soci d’affari, esperti di settore e persone che hanno le nostre stesse passioni. I libri sono sempre i protagonisti e grazie ad una struttura di 1000 m2  si possono leggere comodamente seduti su un divano, sia che si tratti di libri cartacei che dell’ampia selezione di e-book disponibili su tablet. Open mette a disposizione di tutti i propri clienti il libraio digitale, una figura che consiglierà le letture più adatte in base a gusti ed esigenze, integrando al massimo i libri tradizionali alle potenzialità del web e del digitale. Inoltre Open offre una pausa golosa attraverso un punto ristoro interno, nel quale ogni giorno potrete consumare colazioni, spuntini, pranzi, merende e aperitivi, senza rinunciare ad un ambiente ricco di spunti culturali e creatività.

Abbiamo intervistato Giorgio Fipaldini, amministratore delegato di Open Milano

Com’è nata l’idea di aprire Open?
Come tutte le idee, dalla curiosità. Oggi il settore dell’editoria è in crisi, le persone comprano meno libri tuttavia leggono più di prima, ma in modi e in luoghi nuovi. Da qui nasce l’opportunità di creare un nuovo concetto di libreria, diverso da quello tradizionale, più ampio, digitale e con una logica di contaminazione e collaborazione.

Cosa offrite ai vostri clienti?
Offriamo un ecosistema culturale. Vendita di libri e design, spazi di lavoro e socialità, eventi e corsi. Open risponde alle esigenze delle persone, dei professionisti e aziende con una offerta trasversale e unica.

Cos’è il “libraio digitale”?
Il libraio digitale è l’evoluzione del libraio, cioè persone capaci di consigliarti i contenuti digitali quali app e e-book, ma anche di aiutarti nel conoscere i dispositivi per leggerli. Abbiamo creato questa figura professionale per coprire quel divario tra cultura analogica e digitale, non giudichiamo ma completiamo l’offerta dei contenuti.

Quanto è stato importante il crowdfunding per avviare la vostra impresa?
In termini di raccolta fondi, non molto, in termini di comunicazione e notorietà la campagna di crowfunding su Eppela è stata molto importante. (Guarda il video)

Cos’è la community Stay Open?
Stay Open è il nostro “invito” a rimanere curiosi. Questo invito ha funzionato così bene nella compagna iniziale e nei social che oggi possiamo dire di avere una community di circa 25 mila follower .

Che tipo di eventi organizzate nel vostro spazio?
Gli eventi sono l’anima e voce di Open quindi ne organiziamo circa 30 al mese. Il nostro palinsesto è a 360° gradi, presentiamo libri o idee, facciamo incontrare persone o star-up, degustiamo vino, olio e musica. Gli eventi per bambini sono concentrati nel fine settimana e i più frequentati sono quelli con i tablet.

Com’è nata la collaborazione con Lago Design?
Quando abbiamo deciso di cercare un partner per l’arredamento, Lago è stato il primo brand che ci è venuto in mente per affinità, soprattutto con i suoi “appartment”. Quindi, abbiamo presentato il progetto a LAGO e l’intesa è nata subito. Oggi l’azienda è tra i soci di Open.

Avete mai pensato di esportare il vostro modello fuori Milano?
Ci stiamo pensando, le richieste sono arrivate fin dai primi giorni, ma abbiamo preferito stabilizzare il modello. Oggi siamo pronti sia per aperture in Italia che all’estero.

Andrea Fabiani