28 Ottobre 2021   •   Cecilia Gaudenzi

Metroromantici – il radiofilm. La poesia 3.0 dei Poeti der Trullo

«Metroromantici – il radiofilm è il titolo del nuovo podcast firmato Poeti der Trullo. Si tratta di poesia 3.0 e ve la raccontiamo in questa intervista al collettivo urbano romano.»

Udite udite, i Poeti der Trullo son tornati. Udite Udite sì, e non leggete leggete, come forse vi aspettavate pensando a loro. Tranquilli, scrivono sempre ma questa volta è la loro poesia a raggiungere noi, in macchina, a casa, mentre facciamo sport, cuciniamo o anche nulla, ci prendiamo un momento per noi. I loro versi, fino ad ora decantati dai muri del quartiere Trullo di Roma si sono fatti podcast dal titolo Metroromantici – il radiofilm.

Nuovo linguaggio e scenario globale, così Er BestiaEr QuerciaMarta der Terzo LottoSara G., Er Farco e Inumi Laconico (i nomi dei membri collettivo che da sempre vogliono restare anonimi) si sono lanciati in questo nuovo progetto che li vede oltre che autori anche produttori. Dalla poesia di strada, che li ha consacrati come veri e propri pionieri fondatori di una “scuola romana” riportano alla luce il radiodramma. Ogni puntata un racconto. 45 minuti affidati alle voci attoriali di Elisabetta De Vito, Francesco Giordano, Lorenzo Parrotto e RiccardoParravicini, coordinati dal regista Andrea Rusich. Sei capitoli in totale, ognuno con una diversa atmosfera, un contesto mutato, una tematica preponderante. All’interno delle vicende si aprono poi 12 finestre poetiche, dei quadri isolati ma che con il racconto trainante sono collegati. Un’unica voce narrante che lascia di volta in volta il posto a voci diverse a cui sono affidate le poesie del collettivo. Storie di strada sullo sfondo di una Roma periferica dove risuona la musica rap. La colonna sonora è affidata interamente alla storica formazione rap Colle der Fomento, che ha messo a disposizione l’ultimo album Adversus non solo con i suoi pezzi ma anche come base musicale per le poesie del metroromantico radiodramma.

Dopo quasi quattro anni, torniamo a chiacchierare con Inumi Laconico, il delegato del collettivo con il compito di rispondere alle interviste, per raccontarci della poesia 3.0 e non solo. L’ultima volta ci aveva lasciato con un consiglio: «ubriacatevi di bellezza, di arte e di poesia, vi sarà utile per rimetterla in circolo grazie alla vostra creatività». Loro lo hanno seguito sicuramente.

La nostra intervista

Con il vostro nuovo podcast “Metroromantici – Il radiofilm” siete finalmente tornati a sei anni di distanza dalla vostra ultima pubblicazione. Cosa avete fatto in tutto questo tempo?
Abbiamo osservato in silenzio la realtà che ci circonda e abbiamo dato forma a nuove idee e progetti.

Dalla poesia sui muri di Roma a un podcast, come mai questa scelta?
Abbiamo sentito l’esigenza di esplorare nuovi territori espressivi, la poesia sui muri è stato un fondamentale punto di partenza ma col tempo ha cominciato a starci stretta.

Ci spiegate cos’è il radiodramma 3.0?
Il nostro Radiofilm vuole rifarsi al vecchio radiodramma supportato però dalla moderna tecnologia. Un modo di recuperare un genere per dargli nuova vita, calandolo nel nostro presente.

Metroromantici Poeti der Trullo 6 (foto Alessio Quaranta)

Come avete vissuto pandemia e lockdown, il drammatico 2020 vi ha ispirati?
Abbiamo ascoltato molto i nostri silenzi, ci siamo fatti molte domande e abbiamo riflettuto su diverse questioni. Più che ispirati diciamo che abbiamo fortificato la nostra volontà di scrivere e di essere presenti come poeti.

Che rapporto avete con i giovani, credete che affiancare il rap alla poesia possa attrarli di più?
La nostra poesia ha conquistato molti giovani prima ancora che si affiancasse al rap, proprio per la sua immediatezza. Diciamo anche che molto rap è poesia.

Inumi Laconico ci aveva detto in un’intervista del 2017 che essere romantici a Roma era una battaglia contro il dilagare di tanta negatività, è ancora così?
Sì, certo, non solo: essere romantici a Roma è un atto di resistenza. L’ondata di odio può sopraffarci, contagiarci, e invece si resiste, romanticamente, poeticamente, e si contrappone un’ondata più grande fatta di bellezza.

Possiamo dire che Roma è protagonista e destinataria del vostro progetto, come sta secondo voi?
La sua umanità è ancora luminosa, bisogna solo vederla dalla giusta prospettiva. Proprio alla sua gente dedicheremo presto un nuovo progetto, una dedica speciale, un atto d’amore.

Metroromantici Poeti der Trullo 4 (foto Alessio Quaranta)

Di Roma in questo periodo si parla molto, il tema “periferie” è tra i preferiti dei candidati sindaci. Voi che le conoscete così bene, quali sono le problematiche e di cosa pensate ci sia bisogno per rilanciarle?
Nelle periferie c’è bisogno di cultura, di portare bellezza, arte, musica, poesia, cinema in spazi dedicati, nelle piazze, nelle case se necessario.

In “Mi casa es tu casa”, il primo capitolo del podcast Metroromantici – il radiofilm, emerge la tematica della droga. Credete che ci sia un emergenza giovani da questo punto di vista?
La droga è solo uno dei tanti mezzi con cui gli esseri umani, giovani e meno giovani, colmano dei vuoti. La dipendenze sono ovunque, sempre più nuove, si insinuano quotidianamente tra tutti noi. C’è un’emergenza relativa all’incapacità di fare compagnia a qualcosa che vive dentro di noi, per non ascoltarlo ci facciamo distrarre da mille dipendenze diverse.

Quanta biografia c’è nel podcast Metroromantici – il radiofilm?
Tutto quello che raccontiamo è per la maggior parte autobiografico. Se non l’abbiamo vissuto noi l’ha vissuto qualcuno di vicino, nelle nostre famiglie, nelle nostre case.

Qualche anticipazione sulle prossime puntate?
Il secondo capitolo sarà quasi tutto al femminile e ci racconterà l’amore nelle sue diverse sfumature.

Metroromantici Poeti der Trullo 5 (foto Alessio Quaranta)

Mentre voi tenete molto al vostro anonimato, che come avete detto è il modo più libero di esprimervi, c’è chi fa del “definirsi” una battaglia, i pronomi ormai sono importantissimi. Cosa ne pensate, politically correct o avanzamento di civiltà e inclusione?
Giusto aprire l’uso delle parole a nuovi ingressi e a nuove esigenze, tutti devono essere rappresentati e coinvolti. Senza però dimenticare la battaglia più grande che si gioca a un livello più alto, quella dei deboli e degli emarginati schiacciati da questioni più urgenti e tangibili.

Progetti futuri? Non ci farete mica aspettare anni per rivederci!
A breve uscirà un nuovo progetto che unirà poesia e fotografia… non vediamo l’ora, siamo quasi pronti. Non ci sarà da aspettare anni, semmai solo qualche mese. Si chiamerà Gente di Roma.

Cecilia Gaudenzi