mercati 2023
23 Novembre 2022   •   Redazione

Mercati 2023, le previsioni di Investing.com

«Tra inflazione che accenna a calare, una Fed più morbida e un Dollaro più debole, per i mercati del 2023 si prospetta una buona ripresa.»

Il 2022 è stato un anno estremamente complicato quanto istruttivo per il mondo finanziario. Analizzando quanto accaduto da gennaio a ottobre, infatti, i mesi trascorsi si classificano come i peggiori per il mercato delle obbligazioni, qualificando il 2022 come uno dei peggiori anni per il mercato azionario e il peggiore anno per il portafoglio bilanciato 60/40. Inoltre, l’inflazione in crescita ha eroso il potere di acquisto e solo le materie prime e i titoli energetici hanno retto l’urto con performance positive.  In aggiunta a queste asset class, anche il Dollaro ha ben performato, nonostante ciò sia stato un male soprattutto per il mercato azionario in America, considerando che il 50% e oltre del fatturato di molte aziende arriva proprio dall’estero, come nel caso specifico delle Big Tech. Come si prospettano quindi i mercati del 2023? Prova a rispondere a questa domanda Investing.com, il principale sito di informazione e aggiornamento in materia di finanza e investimenti in Italia, con edizioni in 44 lingue e utenti da oltre 130 Paesi.

Nell’anno appena trascorso, la difficoltà di questo bear market è stata doppia: da un lato la sua durata, ben dieci mesi circa, contro il bear market del periodo Covid durato circa un mese e mezzo, e dall’altro una perdita generalizzata delle principali asset class, come azioni e bond.

«Nessuno può sapere cosa succederà da qui a un mese o un anno, ma possiamo impostare delle strategie di causa-effetto a seconda dei diversi scenari che ci troveremo ad affrontare. Le tematiche che hanno colpito i mercati sono state diverse nel corso dell’anno, su tutte il conflitto in Ucraina (soprattutto per i mercati Europei), l’inflazione e i rialzi della Federal Reserve (la banca centrale americana). Nella rilevazione di novembre, l’inflazione finalmente ha dato quel segnale di calo che i mercati tanto attendevano (non a caso in quella giornata S&P 500 ha fatto +5.54% e Nasdaq +7.35%), e così anche la Fed, nonostante i forti rialzi, dovrebbe entro il primo trimestre 2023 cominciare a fissare il punto di uscita da questa politica monetaria così aggressiva (a novembre i tassi sono stati portati al 4% dopo un rialzo di 0.75% e il punto di inversione, il famoso “pivot”, dovrebbe arrivare tra il 5 ed il 5.5%)», dichiara Francesco Casarella, Italian Site Manager di Investing.com.

mercati 2023

Ripresa a tutti i livelli

Secondo Investing.com, quindi, quello che potremmo vedere sui mercati 2023, con un’inflazione calante, una Fed più morbida, e un Dollaro più debole, è una ripresa di tutte le principali asset class, soprattutto azionario e bond. In particolare, gli stessi tech tanto penalizzati nel 2022 potrebbero performare bene, in quanto oggi hanno valutazioni decisamente migliori (si consideri che i cali sono stati del 50, 60 fino ad arrivare al 70% in alcuni casi). «Questo vale anche nel caso di scenario recessivo, tema che in molti stanno sollevando, perché storicamente una situazione simile li favorirebbe comunque, perciò mi aspetto una buona ripresa, se non di tutti almeno di una buona parte di essi».

Per ciò che riguarda l’Europa, il settore bancario e in generale il settore finanziario potrebbero essere favoriti da una situazione di tassi di interesse più elevati, quindi con più marginalità, e di ripresa delle quotazioni, il che spingerebbe gli investitori a rientrare sui mercati e quindi a migliorare i ricavi e le masse gestite. Conclude Casarella: «Per concludere il tema Paesi, a mio giudizio la Cina è stata la grande penalizzata di questo 2022, a causa delle politiche stringenti sul Covid e del possibile tema su Taiwan. Anche la conferma del Leader Xi Jinping ha generato diverse tensioni, ma ritengo per questo che tutta la zona asiatica meriti fiducia. Infine, nella parte obbligazionaria, sono tornati interessanti i bond investment grade, specie se l’inflazione dovesse davvero tornare a livelli più contenuti e gli spread restringersi».