Una moda al bacio: 10 curiosità su Luisa Spagnoli
«Chi corre verso il futuro dimenticando il suo passato smarrisce la propria identità» – Nicoletta Spagnoli, AD Luisa Spagnoli s.p.a.
Ognuno di noi conosce il marchio Luisa Spagnoli, e di sicuro ogni donna italiana possiede nel proprio guardaroba almeno un capo della nota casa di moda umbra. Ma forse non tutti conoscono la vera storia di Luisa Spagnoli, la prima grande imprenditrice d’Italia o, come l’hanno definita alcuni, la pioniera delle donne manager. La sua è una storia che inizia in un’umile famiglia di Perugia e prosegue con la fondazione di due grandi aziende: la Perugina e poi la Luisa Spagnoli (sito ufficiale), che hanno svolto un ruolo primario nel processo di industrializzazione dell’Umbria e dell’Italia intera durante il corso del XX secolo.
Ma andiamo per gradi: Snap Italy ha stilato una lista di dieci curiosità che non tutti conoscono riguardo l’imprenditrice perugina (perché chiamarla stilista sarebbe riduttivo e inesatto), per farvela conoscere e apprezzare ancora di più.
1. Luisa Spagnoli era di umili origini
Nata a Perugia il 30 ottobre 1877 in una famiglia molto povera, Luisa Sergentini (questo il suo nome da nubile) era figlia di un pescivendolo e una casalinga. All’età di vent’anni incontrò Annibale Spagnoli, che ha sposato circa un anno dopo. I due hanno avuto tre figli, Mario che prenderà le redini dell’azienda di moda dopo la morte della madre, Aldo famoso pubblicitario per l’azienda Perugina, e Armando.
2. Insieme al marito ha fondato la Perugina
Tra la fine dell’800 e l’inizio del ’900 Luisa e il marito Annibale rilevarono una piccola drogheria nel centro di Perugia, iniziando a produrre confetti. Nel 1907 i due coniugi Spagnoli, insieme a Francesco Buitoni, Leone Ascoli e Francesco Andreani, decisero di aprire un’azienda dolciaria, che chiamarono Società Perugina per la Fabbricazione dei Confetti. Nonostante lo scoppio della guerra, la Perugina si avviava a diventare una grande fabbrica, e ai confetti affiancò caramelle, cioccolato e cacao in polvere. Inoltre, nel 1917 nacque la Tavoletta Luisa, chiamata così proprio in onore di Luisa Spagnoli.
3. Il famoso Bacio Perugina è una sua invenzione
Ebbene si! Il cioccolatino preferito dagli innamorati è stato ideato da Luisa Spagnoli. Un lampo di genio, arrivato quasi per caso. Bastò unire insieme pasta di cioccolato e granella di nocciole (in realtà si trattava di scarti provenienti da altre lavorazioni, che furono usati per abbattere i costi di produzione) e porvi al centro una nocciola intera. Il gioco era fatto! Avevano appena creato un capolavoro, che avrebbe fatto venire l’acquolina in bocca a intere generazioni. Ora bisognava solo trovare un nome adatto, e Luisa pensò subito a Cazzotto. Si, esatto, cazzotto, perché quel cioccolatino effettivamente aveva la forma di un pugno. Fin qui nulla da ridire, ma non sarebbe stato molto carino entrare in pasticceria e chiedere “Un cazzotto, per favore”. Fu così che intervenne l’amministratore delegato Giovanni Buitoni, che decise di dare al cioccolatino un nome più delicato e romantico. Così nacque il Bacio.
4. La sua vita privata fu molto travagliata
Nonostante il successo lavorativo, la vita privata di Luisa non fu tutta rose e fiori. Infatti, all’incirca nel 1923 iniziò la sua storia d’amore con Giovanni Buitoni, figlio del socio Francesco Buitoni e amministratore delegato della Perugina. Lei era una donna sposata ultraquarantenne, lui un ragazzo di appena trent’anni: si gridò allo scandalo, e il matrimonio tra Luisa e Annibale entrò inevitabilmente in crisi. Tuttavia, quello tra l’imprenditrice e il giovane Buitoni è ricordato come un amore romantico e platonico, lontano – per quanto possibile – dai pettegolezzi del tempo. Poco si sa sulla loro vita privata, non ne abbiamo traccia in diari, quaderni o articoli di cronaca mondana. Le uniche testimonianze sono state quelle delle persone vicine alla coppia che parlavano di un legame profondo e intenso, ma comunque riservato, basti pensare che i due non andarono mai a vivere insieme.
5. Una leggenda avvolge i biglietti d’amore all’interno del Bacio Perugina
I primi bigliettini d’amore dei Baci sono stati introdotti negli anni ’30 da Federico Seneca, che all’epoca era direttore artistico della Perugina. Tuttavia in molti si sono chiesti da dove sia nata questa idea, così particolare, e che si è poi rivelata assolutamente vincente. Beh, anche qui si mescolano realtà, gossip e leggende. Infatti, si dice che questa innovazione affondi le sue radici nei messaggi d’amore che Luisa Spagnoli e Giovanni Buitoni erano soliti scambiarsi, spesso “nascondendoli” attorno ai cioccolatini che preparavano in fabbrica.
6. Dopo la guerra ha fondato l’Angora Luisa Spagnoli
La Perugina crebbe sempre più, conquistando nel corso del XX secolo il mercato italiano e internazionale. Ma nel frattempo Luisa aveva riscoperto la sua vecchia passione: la moda. Forte del successo finanziario della Perugina, decise quindi di lanciarsi in una nuova impresa, e iniziò ad allevare pollame e conigli d’angora, fino ad arrivare alla fondazione dell’Angora Luisa Spagnoli, marchio tessile volto alla produzione di boleri, scialli e indumenti alla moda. Partita quasi in sordina, l’azienda arriva al successo grazie alla segnalazione dei suoi prodotti alla Fiera di Milano.
7. La sua è stata la prima azienda italiana ad adottare una linea “sostenibile” per i filati
Luisa aveva in mente di lavorare con un filato perfetto. Così, mentre il regime fascista puntava su filati chimici, lei e le sue operaie sperimentavano nuovi tipi di allevamenti, da cui produrre un nuovo tipo di filato, innovativo ma pur sempre naturale. E anche questa volta l’imprenditrice ci riuscì! Dopo vari tentativi ed esperimenti mise a punto una tecnica particolare per filare con l’arcolaio il pelo degli animali e ottenere un tessuto sottile e omogeneo. La particolarità del suo allevamento consisteva nel fatto che, per ottenere la lana d’angora per i filati, i conigli non venivano uccisi o tosati, ma semplicemente pettinati.
8. Fu la prima imprenditrice italiana ad avere a cuore le condizioni di lavoro delle sue operaie
Sia con la Perugina che con la Luisa Spagnoli, l’imprenditrice mise sempre al primo posto le necessità degli operai e, soprattutto, delle operaie. Durante le Prima Guerra Mondiale tutti gli uomini erano partiti per il fronte e Luisa, come tante altre donne, si era ritrovata da sola a badare alla casa, ai suoi figli e alla fabbrica. Per questo decise di apportare modifiche innovative all’interno dei suoi stabilimenti, al fine di rendere il lavoro più facile per tutte. In particolare, si impegnò per aumentare le strutture sociali che migliorassero la vita dei dipendenti: fondò, ad esempio, l’asilo nido nello stabilimento di Fontivegge, ormai considerato il più avanzato d’Europa nel settore dolciario. Lo stabilimento di Santa Lucia della Luisa Spagnoli, invece, aveva casette a schiera (tutt’ora esistenti) e perfino una piscina per i dipendenti. Inoltre, si organizzarono anche qui asili nido per i figli degli operai, e si pensò di promuovere le attività di svago come balli, partite di calcio, gare e feste.
9. Suo è il parco di divertimenti La Città della Domenica
La Città della Domenica è un parco di divertimenti faunistico che sorge a Perugia, nella località Ferro di Cavallo. Nacque su iniziativa del figlio di Luisa, Mario, e fu inaugurato nel 1963. Anche questo posto fu pensato come luogo di svago per le famiglie, e soprattutto per i lavoratori che desideravano passare la domenica divertendosi con i propri figli. Considerato il primo parco giochi italiano, è stato spesso definito la Disneyland italiana.
10. Nonostante siano passati tanti anni, la Luisa Spagnoli rimane, in un certo senso, un’azienda di famiglia
Dopo la morte di Luisa, nel 1935, fu il figlio Mario Spagnoli (1900-1977) a prendere le redini dell’azienda. L’azienda passò così da un’attività artigianale ad una industriale, e in poco tempo conquistò il mercato italiano e internazionale. A Mario, inoltre, si devono due grandi invenzioni: il pettine per la raccolta della lana e una pinza per marchiare i conigli d’angora. È stato poi il figlio di Mario, Annibale Spagnoli detto Lino (1927-1986) a volere una maggiore diversificazione della produzione e a fare nascere la rete commerciale Luisa Spagnoli. Oggi l’azienda è tornata in mano ad una donna, Nicoletta Spagnoli, la figlia di Lino, che nel 2012 ha ricevuto il Premio Leonardo Qualità Italia 2011, per aver contribuito ad affermare e consolidare l’immagine del “made in Italy” e la qualità del Sistema Italia nel mondo.
Se desiderate avere altre delucidazioni sui progetti e sulle attività future della Luisa Spagnoli s.p.a. date un’occhiata qui.
Raffaella Celentano