locali per pensare
11 Febbraio 2020   •   Carolina Attanasio

Locali per pensare, la cucina si fonde con la cultura: il caso di Agrìcole

«Il webbe è un posto, a volte, dove riesci a trovare anche angoli di paradiso. È il caso di Locali per pensare, un network nato per farci conoscere tutti quei posti, in Italia, dove non vai solo per mangiare o sorseggiare l’aperitivo, ci vai anche per leggere, per startene un po’ per fatti tuoi, per lavorare a maglia (giuro, sì) e partecipare a eventi culturali.»

I locali per pensare segnano il ritorno di posti mitologici come i caffè letterari, dove cibo e vino fanno da contorno a un nuovo modo di fare comunità. Alcuni di questi sono nati fuori città, spinti dalla verve inesauribile di quegli irriducibili che vogliono far qualcosa per i posti da cui provengono (vedi i giovanotti di Dossena col loro ponte sospeso). Agnese è una di queste persone, ha aperto un ristorante, Agrìcole, nella campagna del suo paesino d’origine in Abruzzo (Orsogna, CH), e si è unita ai locali per pensare. La sua è una gran bella storia sui giri immensi che devi fare nella vita per ritrovare te stesso, e di come il momento in cui capisci come farlo può cambiare tutto.

Agnese, raccontaci di te, a quanto pare il tuo ristorante, tra i locali per pensare, è un’avventura abbastanza recente. Come è nata?

Sì, ho aperto Agrìcole lo scorso aprile, pochi giorni dopo il mio 55imo compleanno. Non ha ancora compiuto un anno eppure, proprio come una creatura, già mi dà tante soddisfazioni. Ho deciso di aprire questo bistrò letterario lontano dalle città, lontano da altri negozi perché avevo bisogno di fare pace con me stessa. Avevo bisogno di comprendere chi davvero ero e soprattutto volevo “aggrapparmi” a qualcosa di stabile: i miei ricordi, ovvero la mia Terra, l’Abruzzo.
Ho lavorato tanti anni a Roma per la PA, anche in posti di prestigio, ma non era più ciò che mi rendeva felice così, per coerenza, libertà e mia dignità, ho deciso di licenziarmi e tornare a una Vita vera e a relazioni Umane con la U (Agnese intitola molte parole in maiuscolo, fateci caso, hanno tutte una certa importanza, ndr).
locali per pensare

Da Agrìcole non si viene solo per mangiare, è uno di quei locali per pensare. Da dove viene l’idea?

Sempre dal bisogno di ritrovarmi/si. Credo che siamo diventate tante schegge impazzite per i tanti stimoli, le troppe aspettative, fretta di fare, fretta di arrivare, fretta di crescere. Sulla facciata esterna, assieme a una mucca, il cartello scritto da me Benvenuti a casa accoglie i miei ospiti perché ho voluto ricreare una casa, con all’ingresso divani dove poter stare e leggere o sferruzzare e un grande tavolo di legno, che era di mia mamma, dove i bimbi fanno disegni che poi mi regalano con una dedica. Ecco questo è Agrìcole: la casa di un’amica, di una zia dove puoi stare tranquillo e soprattutto senza fretta.
locali per pensare

Mens sana in corpore sano, diceva il saggio: qui le due cose vanno di pari passo perché si alimentano bene spirito e corpo allo stesso tempo. Quanto c’è bisogno di locali per pensare in un momento storico in cui la voce della ragione è sovrastata spesso dalle voci grosse della superficialità?

Proprio ieri ho pubblicato, sulle pagine social di Agrìcole, Un libro alla settimana, un’iniziativa che vuole incuriosire alla lettura attraverso brevi recensioni e/o articoli riguardanti un titolo da me selezionato perché credo che il connubio tra libri e cucina (di ricordi) sia il miglior generatore di felicità, l’antidepressivo più efficace, il mezzo più incisivo per creare cultura, nonché un rifugio per volare di fantasia e … sognare.
Ora più che mai abbiamo bisogno che i bambini tornino a fare i bambini e prima ancora i figli. Le donne le mamme e le nonne, figure che, ahimè, stanno scomparendo per un bisogno narcisistico di giovinezza. Per i ragazzi non esistono più punti di riferimento dove andare e sentirsi protetti, al sicuro e sicuri di trovare una spiaggia per ripararsi dalle tempeste adolescenziali e/o della vita. Qui mi piace dire che un numero sempre maggiore di ospiti, tra una portata e l’altra, legge i pamphlet che trova sul tavolo e se non riesce a terminarlo, me lo chiede in prestito. Tutto questo è bellissimo!

Cosa succede quando in un piccolo paesino dell’Abruzzo si apre un locale per pensare? 

Sai, quando si è saputo che avevo lasciato la prestigiosa Istituzione per cui lavoravo per aprire un posto con un nome strano, “bistrò”, dove si legge mentre si mangia e si può andare a fare l’uncinetto o giocare a carte, in molti mi hanno considerata matta, tanti altri invece, coraggiosa.
Io credo che la coerenza sia ciò che dovrebbe guidare ogni persona e, comunque, sono la moglie di uno psichiatra per cui sentirmi dare della matta ci sta e poi ci vuole un po’ di follia per sopravvivere ma soprattutto, come diceva la Blixen: “per essere felici ci vuole coraggio”. E io sono felice di aver avuto coraggio. Tornando al paese, ti segnalo la risposta che mi ha dato il Primo Cittadino: «Quando in un paese dell’Abruzzo specialmente di media collina si porta un nuovo concetto dove ristorazione non è solo mangiar bene ma è anche star bene insieme prima, durante e dopo il pasto, un luogo dove si ragiona su temi interessanti che riguardano gli aspetti sociali di politica internazionale, di letteratura, un modo di condividere con gli altri commensali o ospiti non solo l’ambiente, non solo il cibo ma anche idee, principi con cui si può essere d’accordo o meno; ed è proprio dalla discussione in un ambiente tranquillo e conviviale che ci si appropria di nuovi concetti, di nuove idee, di nuove visioni, di più punti di vista. Detto ciò, siamo felici che a Orsogna ci sia un posto unico e innovativo come Agrìcole, dove si mangiano cose che ricordano le nonne e dove si sta bene insieme».

Come e quando ti sei unita al network dei locali per pensare?

Appena aperto, credo fosse maggio, e fino a dicembre sono stato il primo e unico locale abruzzese; ora ce ne sono altri due. Avevo letto di questa rete e subito ho scritto a Valerio (Corvisieri), poi sono andata sul loro sito e ho visto se avevo i requisiti per farne parte (il loro decalogo). Ebbene, li avevo tutti e mi hanno subito accettata.

Cosa succede nel tuo locale nei prossimi mesi? (che programmi ci sono, eventi, etc)

Sempre per le mie idee stravaganti, ogni mese organizzo un evento. Il primo è stato a novembre con lo chef Beniamino Baleotti che ha fatto uno showcooking di tortellini e presentato il suo libro di Ricette. A Capodanno ho avuto l’onore di ospitare il Maestro Michele di Toro, un pianista compositore di fama internazionale che ha voluto regalare a me e ai miei ospiti un concerto “intimo” come lui stesso l’ha definito. A gennaio, Magdi Cristiano Allam ha presentato il suo ultimo libro e per S. Valentino avrò un duo che allieterà gli innamorati che sceglieranno il mio bistrò per festeggiare. Poi sarà la volta della mia Amica (geniale) di sempre, Teodolinda Rosica, vincitrice di vari premi tra cui il premio Firenze per la poesia e ancora aspetto conferma da Paolo Borrometi. E poi chiunque voglia avere Agrìcole come luogo per promuovere tutto ciò che è arte – poeti, pittori, scrittori, artigiani – perché qualunque forma di arte è bella, in quanto rappresenta la vita. Il mio desiderio è che tutti riuscissimo a tornare ad apprezzare la creatività e la semplicità senza affrettarci a rincorrere futili conquiste. La conquista più vera è assaporare il Tempo. Ma per fare questo ci vuole coraggio.
PS: il mio cuoco è un nonno che, come me, si commuove ancora davanti ai complimenti sinceri e agli abbracci di saluto e ai sorrisi dei bambini.
Carolina Attanasio