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20 Dicembre 2017   •   Carolina Attanasio

Instaborghi: Sulmona, confetti e signorilità

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«Torna Instaborghi, la rubrica che tutto l’universo conosciuto ci invidia, in edizione invernale: oggi a Sulmona, nel bell’inverno abruzzese»

Sulmona inaugura la serie invernale di Instaborghi (qui tutte le puntate precedenti), quale posto migliore dell’Abruzzo per tornare con la nostra rubrica? Vi siamo mancati, lo so, ecco perché torniamo per colmare tutte le vostre lacune natalizie e darvi due dritte per l’inverno, ormai alle porte come in una puntata del Trono di Spade.

Che si fa a Sulmona? Intanto, un giro nella storia. Più una cittadina che un vero e proprio borgo, in verità, Sulmona è stata città dei Peligni, di lei si sente parlare già dal 90 a.C., durante la guerra punica. Nel 43 a.C. vi nacque il poeta Ovidio. Uno dei periodi migliori e più splendenti della storia di Sulmona è stato sotto il dominio di Svevi e Angioini: sotto Federico II fu dotata di un’università e divenne la sede delle convocazioni della curia. Fu gravemente danneggiata durante la II Guerra Mondiale, tuttavia non si è mai lasciata spezzare dagli eventi e, tutt’oggi, conserva gelosamente tra le sue mura la forte identità costruita nei secoli.

Da vedere a Sulmona

L’imbarazzo della scelta: appassionati di archeologia? Il siti archeologici del Santuario di Ercole Curino e di Ocriticum sono a due passi da Sulmona, il primo – inizialmente creduto la casa di Ovidio – si è rivelato una struttura di enormi dimensioni, classificabile come luogo di culto delle popolazioni locali dal IV secolo a.C. al II d.C.; il secondo è un’area con tre templi dedicati a Giove, Ercole, Cerere e Venere. Arrivando in città, impossibile ignorare le monumentali Porte d’ingresso, tutte conducono al centro, a Piazza Garibalbi, adornata dal famoso Fontanone realizzato in calcare della Majella.

Il Complesso della Santissima Annunziata è probabilmente il monumento che più rappresenta Sulmona, poiché racchiude in sé secoli di storia: del complesso fa parte un ospedale, che fu uno dei più importanti durante il Regno di Napoli. La Cattedrale di San Panfilo Vescovo, protettore di Sulmona, è il più antico edificio di culto, sorto sulle ceneri del tempio pagano dedicato ad Apollo e Vesta; le Chiese di San Filippo Neri (1315) e Santa Chiara (1200), bellissime anche loro, affacciano sulla piazza principale. Leggenda narra che, proprio nella Chiesa di Santa  Chiara, nacque l’arte di lavorazione moderna dei confetti, per cui Sulmona è conosciuta in tutto il mondo. L’acquedotto medievale, opera del 1256, attraversa il centro con le sue 21, bellissime arcate. Nel Museo Civico è ospitata una collezione archeologica di tutto rispetto e opere di artigianato abruzzese.

Da fare a Sulmona

Nel periodo natalizio, qui è l’apoteosi delle feste: se nevica, l’atmosfera è da favola e un treno davvero speciale vi porta in giro tra i vari mercatini natalizi della zona, tra Sulmona, Campo di Giove, Roccaraso, attraverso la “Transiberiana d’Italia”, l’antica ferrovia di montagna da cui ammirare il Parco Nazionale della Majella.

Sulmona è anche un ottimo punto di appoggio per gli amanti dello sci: vicinissima alle più importanti stazioni sciistiche della Majella (Roccaraso, Ovindoli, Campo di Giove, Pescocostanzo, per citarne alcune), è il connubio sportivo-culturale ideale per una piacevole pausa invernale.

Da mangiare a Sulmona

Non potete andarvene senza aver fatto incetta di confetti, ovvio: la produzione è numerosa e variegata. Pelino è la più antica fabbrica di confetti del posto (1783) e anche la più premiata a livello internazionale per il rispetto della antiche ricette (produce confetti senza amido). Altra storica azienda di Sulmona è quella dei Di Carlo, dal 1833, famosi per i “fiori di Sulmona”, le tipiche decorazioni floreali realizzate proprio con i confetti. Prodotto di zona è  l’aglio rosso di Sulmona, se fate un salto all’azienda agricola Aglio D’Alessandro, scoprirete in quante varietà possono essere declinate le proprietà benefiche di questa eccellenza territoriale.

Prima di lasciarvi andare agli zuccheri, godetevi un po’ di sana cucina abruzzese: fettuccine, pappardelle al cinghiale, ravioli all’abruzzese, gnocchetti e fagioli, arrosticini, insaccati e carne.

Curiosità

A Pasqua si celebra un rito antichissimo e molto curioso, la “Madonna che scappa”, una rievocazione dell’incontro tra la Madonna e Cristo Risorto: la statua della Madonna, alla vista del figlio, si lancia in una corsa forsennata, sorretta dagli uomini della Confraternita di Santa Maria di Loreto) e, durante il tragitto, perde il mantello e un fazzoletto nero. Se qualcosa va storto, si preannunciano disgrazie per la città, diversamente, si prevede un anno fortunato.

Carolina Attanasio

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