24 Luglio 2017   •   Raffaella Celentano

Giambattista Valli: Roma non è un lusso, ma un privilegio

«In occasione di AltaRoma, Giambattista Valli ha parlato del suo complicato rapporto con la città di Roma. Ecco cosa ci ha raccontato»

In occasione di AltaRoma (ne abbiamo parlato qui), abbiamo incontrato il designer Giambattista Valli (sito ufficiale) che, in una conferenza tenutasi al MAXXI, ci ha parlato del suo rapporto con la città di Roma. Si tratta del secondo appuntamento del talk Roman’s Romance, presieduto da Dan Thawley (direttore di A Magazine Curated By).

Nel corso del talk, Giambattista Valli ha parlato della sua Roma, delle sue esperienze e della sua formazione. Roma, immortale, eterna e ricca di fascino, è diventata lo scenario perfetto per collocare la sua produzione. Dal rigore cardinalizio di una curia “fellinianamente” romana, al verde tappeto di fitti tralci d’edera traboccanti dai davanzali, a celare le mura nei vicoli della città.

Il Romanzo di Roma, sospeso in un tempo eterno, fonde esperienze e ispirazioni culturali, artistiche, cinematografiche, per una creazione maestosa, materica, scultorea e insieme leggera e fluttuante. Roma appare avvolta in una sorta di ineffabile limbo, illusorio e visionario, dove riecheggia, attraverso la risata vigorosa e disincantata della Magnani, lo sberleffo di Pasquino. Per ricordare che Roma stupisce, ma non si stupisce. Soprattutto di se stessa.

Nel talk, supportato da due video (tra i quali Mia Roma, un tributo alla città di Giambattista Valli), il designer ci ha accompagnati in un viaggio alla scoperta del suo mondo e della sua creatività. Valli è profondamente legato a Roma, alle sue tradizioni e alla sua storia, ma ha saputo reinterpretarle e unirle al suo spirito contemporaneo e internazionale. Il suo è un continuo dialogo tra passato, presente e futuro, in cui Giambattista Valli racconta Roma a modo suo, secondo le sue emozioni:

“Vivere Roma è stata la mia più grande fortuna. Questa è una città eclettica, e farne parte è una benedizione. Insomma, sono stato un uomo baciato dalla fortuna.  Ma lo confesso, ad un certo punto sono fuggito. Roma è così bella che quasi ti stordisce, tutta questa bellezza ti fa diventare pigro… In pratica era diventata per me come una droga, mi sentivo completamente intossicato. Inoltre, la mia era una generazione molto diversa da quella attuale. Non c’era internet, c’erano poche riviste, ci sentivamo troppo lontani, quasi intrappolati in questa città. Dovevo liberarmene. Ciononostante, riconosco di aver vissuto la Roma del lusso. C’erano Gianni Versace con le sue top model, Ferrè, Valentino, la famiglia Fendi… Era un momento di gloria per la capitale. Il bar della Pace, ad esempio, negli anni ’70 era il punto di incontro della creatività. Ho conosciuto personaggi straordinari come Ontani, Boetti, Fontana e Clemente.

Sono stato viziato dalla bellezza della mia città. Ma purtroppo si rischia anche di abituarsi a tanta ‘grandeur’, ci si adagia… A volte si è così abituati a questa bellezza che non ci si fa più caso, si diventa viziati dalla sua straordinarietà. Io ora vivo a Parigi, e quando torno qui a Roma riesco a riconoscerne le peculiarità e la bellezza, ma solo perché non la vedo tutti i giorni. È quasi uno choc. Roma ti culla, ti fa sentire protetto, e dopo un po’, inevitabilmente, ti vizia e ti fa addormentare. 

Ovviamente sono fiero di essere romano. Anzi, quando mi chiedono se sono italiano, io rispondo che sono romano. Perché Roma è un qualcosa di diverso dal resto dell’Italia, è unica, inspiegabile. Sembra un museo a cielo aperto, un set cinematografico. A Roma tutto è aperto, passionale, l’opposto di Parigi, che è molto più introspettiva e malinconica. Perciò sono riuscito a sviluppare due lati del mio carattere e della mia creatività. Il lato romano, più estroverso e aperto, e il lato parigino più intimista e malinconico.”

E infine, il designer ha concluso il suo intervento con un invito ai romani a proteggere la loro città e con una piccola riflessione su quello che per lui significa lavorare nel mondo della moda.

A volte ho l’impressione che Roma si sia quasi “imbastardita”. Ricordo che, prima, passeggiare per via Condotti e via Borgognona era un privilegio. Oggi ti viene quasi voglia di fuggire. Lo ripeto, bisogna proteggere questo luogo straordinario. Essere a Roma non è un lusso, ma un privilegio. Roma è un sogno, è come lavorare nella moda: non è un lavoro glamour, ma una passione. Significa avere una propria visione del mondo e proteggerla a tutti costi. E non è qualcosa che puoi acquisire, o ce l’hai o non ce l’hai.

Raffaella Celentano