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28 Agosto 2020   •   Carolina Attanasio

Generazione Z: 5 rivoluzionarie abitudini di viaggio

«Come viaggia la Generazione Z? Scoprite come i giovani del 2020 stanno cambiando i paradigmi di viaggio, rivoluzionando il mondo degli spostamenti»

Fate parte della Generazione Z se siete nati tra il 1997 e il 2010. No, non siete Millennials (quella sono io e quelli come me nati tra il 1981 e il 1996) in compenso siete sulle cronache di tv e giornali in questi giorni, etichettati come i prossimi untori di Covid-19 a base di movida estiva. Non temete, noi sappiamo che per la maggior parte  siete bravi giovincelli e che amate viaggiare, come tutti noi. Ma come lo fate? Vediamo se vi riconoscete in queste 5 caratteristiche.

Generazione Z in viaggio

Figli che influenzano i genitori

La Generazione Z sembra avere una certa influenza sui viaggi di famiglia, prenotati dai genitori. Essere dei nativi digitali e non riuscire a concepire un mondo senza Google aiuta la Generazione Z a essere determinante, con le sue ricerche, nella scelta del posto in cui si andrà in vacanza. Dei minorenni con potere d’acquisto, in pratica. Ecco perché motori di ricerca a operatori del turismo strizzano l’occhio più ai figli che ai genitori.

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Generatori di contenuti

Nessuno come la Generazione Z ama generare contenuti sui social. Tuttavia, la privacy è un aspetto molto importante, motivo per cui Instagram e Snapchat hanno avuto la meglio su Facebook, totalmente ignorato. La generazione Z va dove può essere protagonista, sentendosi coinvolta nella generazione di un contenuto che contribuisce alla valorizzazione di un posto. Post brevi, immagini che parlano, questo cercano i giovani in viaggio.

Generazione Z, amante dello sharing

Abituati a condividere, i ragazzi della Generazione Z non si fanno grossi problemi a dividere alloggio, viaggio, spostamenti. È vero anche che si tratta di una generazione che ama circondarsi di coetanei che condividono le stesse passioni e con i quali si possono festeggiare gli stessi traguardi. I giovani creano community attraverso cui parlare e confrontarsi sui temi che stanno più a cuore, ecco perché le destinazioni che riescono a creare una comunità efficace, che coinvolga e faccia sentire a casa i partecipanti, hanno più possibilità di attrarre i viaggiatori della Generazione Z. Ottimi esempi sono operatori come WeRoad, specializzato in viaggi-avventure di gruppo, che sui suoi canali sa come generare un senso di comunità e spingere gli utenti a interagire o generare con i propri contenuti.

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Cogliere l’attimo

La Generazione Z è ancora più fluida dei Millennials: tradotto, si tratta giovani che convivono serenamente con la prospettiva di una vita fatta di precarietà e continui cambiamenti. Il posto fisso è diventato un’utopia già da un bel po’, i Millennials hanno dovuto farci i conti, la Gen Z dà per scontato che sia così, e ne vede anche i vantaggi. A questi giovani sono normalmente associati due acronimi: FOMO e YOLO. Il primo indica la loro costante paura di perdere qualcosa, non solo oggetti ma anche attimi, momenti che non torneranno. Il secondo, You only live once, è preso alla lettera dalla Generazione Z, che fa fuori la paura di provare nuove esperienze e andare oltre i propri limiti, in nome della vita vissuta a pieno. Questo stile di vita si ripercuote anche sul viaggio, sempre più last minute, sempre più guidato dall’istinto e non dalla programmazione forsennata. L’unica regola e seguire la propria bucket list, non importa quanto ci vorrà a quanti soldi.

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Un viaggio è meglio di qualsiasi cosa

Una pratica già avviata dai Millennials vuole che il valore delle esperienze superi di gran lunga quello del possesso di un bene materiale. La Generazione Z ha fatto sua questa dottrina, cercando di viaggiare molto più spesso delle precedenti generazioni. Dovendo scegliere tra possedere un bene e partire verso una nuova destinazione, facilmente la seconda avrà la meglio. Dove vanno? Da chi sa descrivergli al meglio l’esperienza che stanno per vivere. E voi, come viaggiate? Dove vi piace andare?

Carolina Attanasio