gabriella martinelli
24 Gennaio 2020   •   Carolina Attanasio

Gabriella Martinelli, la resilienza arriva a Sanremo 2020

«Esce oggi su tutte le piattaforme e in radio Il Gigante d’acciaio, il brano con cui Gabriella Martinelli, insieme a Lula, si prepara a spettinare il palco di Sanremo 2020, nella categoria Nuove proposte. Ne abbiamo parlato con lei, voi tenetela d’occhio»

Questa potrebbe essere l’ennesima intervista su come una giovane artista poco conosciuta finalmente svolta, come si dice a Roma, e realizza il sogno di partecipare al Festival più festival della tivvù italiana, Sanremo, riprendendosi finalmente la sua bella scarpetta di cristallo, come una novella Cenerentola. E invece no. Sia chiaro, a noi le storie a lieto fine piacciono, ma c’è una cosa che ci piace di più, raccontare quello che c’è stato prima, e come il talento non sia nulla senza la perseveranza necessaria a credere in se stessi sempre, anche quando un mondo di gente più o meno qualificata ti dice che il tuo giorno non è oggi, e manco domani. Gabriella Martinelli è una che potrebbe scrivere un manuale su come voler sempre vivere e lavorare rispettando la propria etica e i propri sogni sia una gran bella cosa, pure quando è la bravura o il favore per gli altri a prevalere. Gabriella Martinelli le ha provate davvero tutte e mai una volta ha maledetto la fortuna, il caso, o peggio ancora gli altri, quando le cose non sono andate nel modo giusto. Questa è la storia di una musicista talentuosa che ci ha creduto come tutti dovremmo fare, almeno una volta nella vita, è la storia di una figlia di nessuno che diventa qualcuno sulle sue gambe, e quando cominci così puoi solo andare avanti e correre forte, più forte di tutti.

Qui sotto è dove Gabriella Martinelli ci racconta come, insieme alla talentuosissima Lula, ci spettinerà durante Sanremo 2020, un Festival che forse comincia a viaggiare più al passo coi tempi e non con le tombe di certe cariatidi di cui non c’è più nessun bisogno. Il Gigante d’acciaio, il brano in concorso, racconta il posto da cui proviene, Taranto, e il suo simbolo più discusso, l’ex Ilva. Tenetela d’occhio, insieme a Lula, perché la rincorsa che hanno preso sembra bella lunga.

Il singolo è stato scritto da Gabriella Martinelli, Paolo Mazziotti e Lucrezia Di Fiandra e prodotto da Brando/Go Wild per Warner Music Italia. Potete ascoltarlo qui.

gabriella martinelli

Credits @Laura Sbarbori

L’intervista per Snap Italy

Gabriella Martinelli, la prima volta che ti ho sentita cantare hai detto che eri un guerriero senza pace, un fiume verso la sua foce. Siamo arrivate a questa foce, alla fine?

Mi sento continuamente in corsa, il viaggio è ancora lunghissimo. Una guerriera sì, senza pace anche, con lo sguardo dritto e aperto nel futuro.

Paradossalmente, per saltare verso Sanremo sei dovuta tornare a Taranto, cantando una storia vera e cruda. Cosa vuol dire per te poterla raccontare durante le serate più viste della televisione italiana?

C’è molto della mia terra nelle cose che scrivo. Avevo voglia di raccontare la storia della gente del mio posto, sono cresciuta in un paese in provincia di Taranto, Montemesola. I miei cugini sono ex dipendenti Ilva. Mio nonno ha lavorato tutta la vita in una fabbrica. Era una sera d’agosto quando ho scritto “Il gigante d’acciaio”, ero sull’autobus che mi avrebbe riportato nella Capitale.

L’autobus parte sempre dal porto mercantile, un posto a due passi dal quartiere Tamburi, detto anche il ‘quartiere rosso‘ perché vicinissimo al gigante d’acciaio che sprigiona una polvere rossiccia, un composto di metalli pesanti che si deposita sulle facciate delle case, lungo i marciapiedi, sulle foglie degli alberi e nei polmoni della gente. Quando spira forte il vento la città ha paura, le donne chiudono le finestre e i bambini non vanno a scuola. Ci vuole coraggio a scappare e spesso anche a restare.

Mi piaceva l’idea che non rimanesse argomento di pochi e ho deciso così di coinvolgere un’artista di un altro posto: Lula è Romana. Lei ha scritto lo special, ha abbracciato l’argomento con una sensibilità pazzesca pur non essendo pugliese. Il gigante d’acciaio non vuole essere solo la storia dell’ex Ilva: è la storia di chi vive di sacrifici e si trova costretto a scegliere se vivere o lavorare, se scappare o morire. È la storia di chi combatte con una serie di muri, spesso anche culturali, di chi fa fatica a vedere davanti a sé un futuro. E poterla raccontare durante le serate più viste della televisione italiana è un’opportunità pazzesca.

gabriella martinelli

Credits @Accursio Graffeo

Quella dell’Ilva è una storia italiana, riflette modi di fare e vite che riguardano tutti, ‘non ci sarà un’altra volta’ è un mantra che ognuno di noi dovrebbe tenere in mente sempre. Qual è il mantra che ti ha portata qui, oggi?

Il mio mantra è “nulla è per sempre e l’ormai non esiste”. Mai mollare, mai pensare che non si possa fare, credere nei propri sogni fortemente e trovare la forza di rimettersi in discussione continuamente.

Lula, che hai coinvolto in questo progetto, è un personaggio molto diverso da te, tuttavia esprimete due facce della stessa medaglia: donne forti e indipendenti che non ammiccano a nessuno stereotipo per dimostrare il proprio valore. Nel 2020, quanto è facile/difficile per due donne mostrarsi così?

Le donne oggi, nella musica e non solo, sono ancora un po’ svantaggiate rispetto agli uomini. È un problema culturale sul quale bisogna lavorare ancora molto. Il segreto potrebbe essere: unire le forze, fare squadra. Siamo in tante e abbiamo tanto da dire.

Torniamo alla musica. Quella di Gabriella Martinelli è stata una gavetta lunga, ma musicalmente parlando sei un cervello che non è andato in fuga, è rimasto qui a combattere in un settore dove la fortuna e le conoscenze sono spesso al di sopra della qualità. Guardandoti indietro, come descriveresti il tuo percorso?

Ho fatto tanta gavetta. Ho realizzato due dischi da indipendente e ho ricevuto riconoscimenti importanti legati alla canzone d’autore. Sono grata alla vita nonostante non posso dire sia stato tutto sempre semplicissimo. Ho lavorato con tenacia e grande onestà, prima di tutto con me stessa. Mi sono attorniata di persone belle, grandi professionisti, a partire dai miei musicisti. Oggi la squadra si sta allargando e sono felice.

Le tue canzoni te le scrivi da sola, hai raccontato spesso storie di donne perse nelle notti di Berlino, libere nei loro bicchieri di vino rosso, orgogliose delle proprie origini. Qual è la storia che ti piacerebbe raccontare ora?

Ora sono completamente rapita dal Gigante d’acciaio. Negli scorsi mesi ho scritto moltissimo continuando a rubare dalla mia vita, da quella degli altri, dai miei viaggi e le fantasie. Subito dopo Sanremo sarò impegnata nella realizzazione del mio terzo disco.

Carolina Attanasio