Front Row Tribe
17 Aprile 2016   •   Raffaella Celentano

Front Row Tribe ridefinisce l’idea di consumo

«Abbiamo lanciato Front Row Tribe a fine Giugno 2015 ed essere citate da Forbes a neanche un anno di vita come startup che sta cambiando il mondo della moda italiana per noi è stata una grande soddisfazione» – Gabriela Pacini e Olimpia Pitacco

Il mercato mondiale è continuamente scosso da nuove mode e tendenze, che riescono a modificare le nostre abitudini, e sempre più consumatori si indirizzano verso un tipo di consumo meno sfrenato e più etico. La nuova tendenza è quella del consumo condiviso, un nuovo modello economico che Rachel Botsman e Roo Rogers hanno definito collaborative consumption. Non si tratta più di possedere e accumulare, ma di consumare in modo intelligente e responsabile. Si sta inaugurando, infatti, una nuova era del consumo critico: l’era dello sharing. Insomma “oggi a me e domani a te”, è questa la filosofia che sempre più consumatori stanno adottando per approcciarsi alla moda – e al consumo in generale – in maniera comunitaria, conveniente e sostenibile.

Nell’immenso scenario di scambio, baratto, riciclo e riuso, si sono inserite due giovani imprenditrici italiane, che hanno creato una innovativa piattaforma per il noleggio di abbigliamento di lusso. Stiamo parlando di Gabriela Pacini e Olimpia Pitacco, e del loro sito web Front Row Tribe. Lanciata meno di un anno fa, la piattaforma ha riscosso un notevole successo. Il suo segreto è rendere capi d’alta moda accessibili a tutti, creando una rete di sharing che possa unire etica ed estetica, il lusso con la responsabilità. Se per Cenerentola l’incantesimo finiva all’ultimo rintocco della mezzanotte, oggi noi possiamo vivere la nostra favola per quattro giorni, grazie agli abiti presenti su Front Row Tribe!

Front Row Tribe

Il meccanismo del sito è molto semplice. Esiste un abito giusto per ogni occasione, e Front Row Tribe ti aiuta a trovarlo in pochissimo tempo. Basta selezionare lo stile, il designer o l’occasione per cui stai cercando l’outfit, e l’abito sarà tuo per quattro giorni, senza alcun costo di spedizione o di reso. Un’idea semplice, ma funzionale, che va incontro alle esigenze di tutti coloro che desiderano apparire al meglio, senza alcun tipo di spreco o consumo eccessivo.

Insomma, proprio come due fate madrine, Gabriela e Olimpia realizzano i desideri di tantissime Cenerentola in tutta Italia. Quest’avventura è nata dalla loro amicizia già consolidata, e da un ricco background di esperienze lavorative nel campo della moda. A questo si è aggiunta, poi, una nuova consapevolezza di cosa significhi oggi acquistare e “consumare” un capo d’abbigliamento. Il successo è stato immediato, e le ha portate ad essere conosciute ed apprezzate non solo in Italia, ma anche all’estero.

Snap Italy ha intervistato per voi le due imprenditrici di Front Row Tribe

Quali sono state le vostre esperienze prima di fondare Front Row Tribe?
Nonostante molto giovani, abbiamo entrambe un background nel mondo della moda: Gabriela ha lavorato nel merchandising per Valentino e Gucci, Olimpia ha lavorato come stylist per i più grandi nomi internazionali (per elencarne alcuni: Vogue Italia, Dior, Armani, Louis Vuitton, Cate Blanchett, Kate Winslet, e molti altri).

Com’è nata l’idea di Front Row Tribe?
Capiamo entrambe, anche se in due modi diversi, il lusso. Per questo motivo non avremmo mai pensato di lanciare una piattaforma che noleggiasse collezioni intere dei designer più conosciuti nel mondo della moda, in quanto sarebbe stato come “svalorizzare” gli abiti rendendoli accessibili a tutti. Il mondo sta però cambiando, come sta cambiando il nostro approccio nei confronti del possesso degli oggetti materiali: condividiamo macchine, uffici, persino le nostre case, perché non noleggiare abiti allora? Offriamo la possibilità alle nostre clienti di vivere il lusso, di capire la differenza tra un abito di un designer conosciuto e un abito presente nei negozi “fast fashion” che promuovono il consumismo estremo. Lo stesso consumismo che sta cambiando il nostro pianeta.

Come si può intervenire, secondo voi, per combattere questo consumismo estremo?
È un tema molto delicato, ma in parte, stiamo cercando anche di cambiare questi meccanismi: meno acquisti in negozi “fast fashion” significa meno produzione, meno scorie, meno sfruttamento. Tutto questo in cambio di abiti con qualità migliori, a prezzi accessibili.

Su Forbes siete citate tra le startup che stanno “ridefinendo” il Made In Italy…
Il Made In Italy non cambierà con piattaforme come la nostra, in quanto viene riconosciuto principalmente per la qualità dei prodotti, la mano d’opera e le materie prime utilizzate, e noi non stiamo cambiando tutto ciò. La moda italiana e internazionale invece si sta adattando e dovrà adattarsi sempre di più a questa nuova idea di “consumismo”. Crediamo che ciò che verrà “ridefinito” sarà esattamente il concetto di consumismo e possesso.

Vi lasciamo con una carrellata dei nuovi abiti che saranno presto disponibili sul sito!

Raffaella Celentano