Fendi The Artisans of Dreams
22 Settembre 2016   •   Raffaella Celentano

Fendi si racconta con la mostra The Artisans of Dreams

«Al Palazzo della Civiltà Italiana, Fendi celebra i suoi 90 anni con una meravigliosa mostra. Snap Italy vi porta alla scoperta di questo incredibile percorso nella storia della maison romana»

Continuano i festeggiamenti per la casa di moda romana Fendi. Dopo un anno ricco di eventi e manifestazioni indimenticabili, come la sfilata dello scorso 7 luglio a Fontana di Trevi, la maison decide di stupirci ancora una volta. E lo fa con la mostra The Artisans of Dreams, nella sua nuova sede romana , il Palazzo della Civiltà Italiana all’Eur.

Inaugurata il 9 luglio, e aperta al pubblico fino al 29 ottobre, la mostra si presenta come un incredibile percorso che porta i visitatori alla riscoperta della storia di Fendi, dall’apertura del primo negozio – una bottega di borse e pellicce – fino alle novità degli ultimi anni. Un’esperienza multi-sensoriale, un viaggio nel meraviglioso mondo firmato Fendi, fatto di tradizione e artigianalità, ma anche di grandi novità e innovazioni. La mostra è stata ideata con l’intento di mettere in luce la creatività e l’artigianalità di Fendi e celebrare un modo di vivere e “creare lusso”, che affonda le sue radici nella tradizione italiana, per conquistare poi tutto il mondo. Tradizione e alta tecnologia procedono di pari passo nella maison romana, intrecciandosi e dando vita a creazioni da sogno.

La mostra si presenta come una “terra di bellezza multi-sensoriale” e invita il pubblico a sentire la moda, ad osservarla, toccarla, insomma a viverla attraverso i cinque sensi. Snap Italy non poteva farsi sfuggire un’esperienza del genere, e ha deciso di raccontarvela…

Superato il monumentale ingresso del Palazzo, anch’esso allestito con varie creazioni in pelliccia, ci si ritrova già immersi nel mondo Fendi. La mostra si snoda, così, in sette passaggi, in un’alternanza tra tradizione e innovazione, storia e modernità, tra la moda di ieri e quella di oggi.

1. Sala Roma: la prima stanza è dedicata alla storia della casa di moda, ed è una sala proiezione in cui è possibile ammirare il video Hands make beauty. La storia di Fendi viene raccontata attraverso varie immagini: si parte dal 1926, con la bottega di Edoardo e Adele Fendi in Via del Plebiscito, per poi ripercorrere tutte le principali tappe del marchio, fino ad arrivare alla quarta generazione e all’arrivo del Kaiser Karl Lagerfeld.

2. Labyrinth: si prosegue con la prima tappa sensoriale, un labirinto (appunto) in cui le pareti sono ricoperte di pellicce. Sono i Fur Tablets, pannelli che gli artigiani di Fendi hanno “vestito” con le loro migliori pellicce, creando – come dei veri artisti contemporanei – disegni geometrici e mosaici, e dando vita alle idee del direttore creativo della pellicceria, Karl Lagerfeld, a capo della pellicceria dal 1965. Le pellicce ricoprono le pareti della sala, creando un incredibile effetto tridimensionale, mentre attraverso vari filmati possiamo vedere le varianti grafiche delle pellicce, le tecniche artigianali e l’approccio innovativo della maison.

3. Obsession: arriviamo alla sala più innovativa dell’intera mostra, e che sta avendo maggiore successo. Una vera e propria giungla psichedelica, un trionfo di specchi che ricoprono l’intera stanza, con più di trecento Bag Bugs (i furry monsters creati da Silvia Venturini Fendi), che pendono dal soffitto, tra cui spicca l’imperatore Karlito. È la sala della doppia F, che sta per Fur Fun, è la sala del divertimento e dell’irriverenza moderna, delle novità e del colore. Ma è anche la sala della modernità social: infatti qui i visitatori amano fermarsi e scattare l’immancabile fotografia di rito. Dopo tutto come si fa a resistere alla tentazione di un selfie in una sala piena di specchi?

4. Craftmanship: dopo il “momento social” si passa alla parte più tradizionale e romantica della mostra. Siamo trasportati all’interno di un atelier di Alta Pellicceria. Qui, tra bozzetti, figurini e pellicce, prendono vita le idee e i sogni di Fendi. Inoltre, è possibile conoscere ed osservare le diverse tecniche di lavorazione delle pellicce, che ancora oggi sono motivo di vanto per la maison, e che rappresentano il punto di unione con la tradizione e la storia del made in Italy.

5. Experience: percorriamo, ora, un lungo corridoio costellato dai Fur Wash e tendine di kidassia. In questa parte possiamo toccare con mano (letteralmente!) le pellicce che hanno fatto la storia di Fendi, per sperimentarne la morbidezza.

6. Sala Essentials: si torna, poi, alla tradizione, con un’esposizione dei capi iconici e di maggiore successo della maison. Tra i capi esposti, troviamo le pellicce Astuccio ed Eschimo degli anni Settanta,  le cappe di Silvana Mangano, il visone di Gwyneth Paltrow ne I Tenembaum, fino ad arrivare alle ultimissime creazioni firmate Fendi. Un’esposizione elegante, ma non statica, ispirata alla romanità classica con lo sguardo rivolto al futuro.

7. Sala Dream: nell’ultima sala della mostra, Fendi celebra il suo ultimo capolavoro, la sfilata Legends and Fairy Tales del 7 luglio 2016, allestita nella scenografica cornice romana della Fontana di Trevi, da poco restaurata proprio grazie all’opera di Fendi. L’indimenticabile passerella, ripresa da varie angolazioni, viene proiettata sugli schermi della mostra per mostrare al pubblico di quali magie è capace la moda italiana.

In poco più di due mesi la mostra ha già attirato tantissimi visitatori. Che si tratti di fashionisti incalliti o di semplici curiosi, tutti sono rimasti estasiati dallo spettacolo a cui hanno assistito. In bilico tra il vecchio e nuovo, tra le tradizioni artigianali e la modernità, il pubblico entra in contatto con la mostra. Si tratta di un nuovo modo di concepire la moda e le esposizioni: dimenticate il “vietato toccare“, Fendi ci invita a scoprire il suo lussuoso universo attraverso i cinque sensi, perché la moda non deve essere solo bella da vedere, ma deve essere vissuta fino in fondo.

Raffaella Celentano