Lagerfeld e Fendi
05 Luglio 2016   •   Snap Italy

FENDI: Novant’anni di creatività, innovazione e lusso.

«Fendi è pronta per festeggiare il novantesimo compleanno di attività il prossimo 7 luglio a Roma. Nel frattempo, un riassunto del marchio che dal 1925 ad oggi, nonostante il passaggio in mani francesi, ha mantenuto sempre un profondo legame con Roma. Artigianalità, esclusività, ricerca e innovazione all’insegna del lusso Made in Italy.»

LE ORIGINI

Un nome storico che affonda le radici nella città di Roma e spesso proprio quello che la città rappresenta ne costituisce il suo heritage. La prima boutique fu aperta nel 1925 in Via del Plebiscito da Adele Casagrande ed Edoardo Fendi, più che un negozio era un laboratorio artigianale di pellicceria e pelletteria ereditato poi dalle vere protagoniste della storica maison: Paola, Anna, Franca, Carla e Alda. Le loro figlie, artefici anche del lancio internazionale, ognuna con un compito ben preciso che tra gli anni Sessanta e Settanta convertirono in innovazione il loro savoir fair cominciando a definire quel rapporto che sapeva molto del binomio moda e industria.
La rivoluzione arriva nel 1965 quando le sorelle aprono le porte dell’impero ad una collaborazione che dura da ben cinquantuno anni, cioè quella con Karl Lagerfeld al quale va il merito del logo della doppia “F” nero realizzato a contrasto su tessuto color fango. Assieme stravolgono quello che era il concetto di pelliccia, in quegli anni ridotto ad un mero status symbol borghese, che grazie ad un’accurata ricerca diventa estremamente facile da portare, glamour e soprattutto comincia ad essere visto sotto un’ottica funzionale. Aggettivo che andrà a definire anche le successive collezioni di pelletteria di cui diverrà iconica la linea Selleria con pezzi realizzati interamente a mano. Gli anni Settanta sono cruciali, in particolare il ’77, a cui risale la “365” la prima linea di prêt-à-porter e poi nel 1985 il primo profumo omonimo del marchio. Oltre agli accessori come guanti, cravatte e occhiali nel tempo inizieranno a comparire i primi oggetti per la casa.
Alcune delle creazioni più importanti risiedono nella sperimentazione. Nascono così le pellicce intarsiate, impunture e metodi di concia nuovi che si arricchiscono anche di tonalità degne di un arcobaleno. Nobilitando le pelli povere e sdrammatizzando quelle opulente, reinventano continuamente forma e materia. Come non citare la pelliccia dalla lavorazione a tegola traforata a rete o ragnatela. La cappa astuccio degli anni Settanta, poi le lavorazioni a vortice, labirinto e pinnacolo.
Un percorso che dall’alta moda le porta nel mondo del cinema. Le loro creazioni non conquistano solo il jet set ma anche le pellicole dei registi della “Hollywood sul Tevere” dal calibro di Luchino Visconti e Fellini. Quelli internazionali come Martin Scorzese. Sarà infatti Madonna nel 1996 ad indossare una pelliccia Fendi in visone nel film “Evita”. Fino ad arrivare alle creazioni settecentesche realizzate nel 2006 per il film “Maria Antonietta” di Sofia Coppola.

LA NUOVA GENERAZIONE

Dagli anni Ottanta in poi sarà la terza generazione a portare avanti una nuova primavera. Nasce così “Fendissime”, la linea dedicata ad un pubblico decisamente più giovanile, alla quale nel Novanta saranno affiancate anche le collezioni uomo. Ad aggiungere un plusvalore non indifferente sarà Silvia Venturini Fendi, (figlia di Anna), che nel 1994 dopo aver conquistato la guida dell’ufficio stile del reparto accessori, lanciò un’altra icona, la borsa “Baguette”, realizzata in centinata di varianti tra cui coccodrillo, cavallino, denim e pelliccia. Seguendo poi la filosofia di un lusso prezioso ma discreto, nel 2009 partorisce la “Peekaboo”.
Proprio da alcune parole di Silvia Venturini Fendi, esprimendo un parere sul collega Giorgio Armani, si capisce il destino del brand. “Armani è un superman perché riesce a tenere il suo impero stretto nelle sue mani. Ma lui è soltanto uno. Forse è più semplice”. Fendi nel 2004 viene totalmente acquistato dal colosso francese LVMH, diventando così una multinazionale a tutti gli effetti.
Ecco forse, secondo me, i grandi gruppi essendo più dediti alla parte commerciale, sviliscono un po’ il concetto di vero lusso. Nonostante Fendi ponga il focus su quello che è il trend degli ultimi anni, cioè su un’elevata attenzione allo styling più che al contenuto moda, mantiene quelle caratteristiche identitarie di alta qualità, innovazione, design e artigianato.
Dopo la vendita, la Venturini manterrà la direzione creativa degli accessori alla quale si affiancheranno le nuove leve tra cui per esempio Maria Grazia Chiuri e Pierpaolo Piccioli, oggi direttori creativi di Valentino, e il più giovane nonché recente Marco De Vincenzo.
Negli anni il brand si arricchisce di nuovi elementi che ne costituiscono il DNA come l’inaugurazione del palazzo/negozio di Via del Corso a Roma che ha sancito anche l’ottantesimo anniversario della griffe, ristrutturato poi nel 2015 è diventato il Tempio del lusso capitolino, con tanto di luxury suites, un ristorante, una terrazza per l’happy hour e un’ala dell’edificio dedicata esclusivamente allo shopping all’insegna della privacy con tanto di ascensore di cristallo riservato. Come se non bastasse al suo interno c’è un intero laboratorio artigianale dove il cliente può assaporare la riscoperta di un’antica tradizione. Poi ancora la rivalutazione di Palazzo della Civiltà Romana dell’Eur che diventa il nuovo head quarter. Per non parlare invece degli impegni dal risvolto sociale con la riqualificazione di alcune aree della città come il restauro della Fontana di Trevi.

IL NOVANTESIMO COMPLEANNO.

Proprio lo scenario della Fontana di Trevi sarà protagonista del defilè “Legends and Fairy Tales” per celebrare il compleanno delle nove decadi di Fendi il prossimo 7 luglio 2016. Oltre ad essere l’apripista delle sfilate di Altaroma, della quale Silvia Venturini Fendi ne è Presidente, sarà, come affermato dall’AD della maison Pietro Beccari: “Un’occasione unica per esprimere le nostre radici, l’audace creatività e la più elevata artigianalità che da sempre ci contraddistinguono. La Fontana di Trevi è un luogo magico, che rappresenta perfettamente i valori della maison, la sua tradizione e la sua storia, con uno sguardo rivolto sempre al futuro”.

Alessandro Iacolucci