12 Agosto 2016   •   Snap Italy

Fari italiani: emozioni a portata di mano

«Da sempre i fari sono stati un punto di riferimento per i marinai provenienti da ogni parte del mondo. Ma quali sono i fari italiani?»

Uno dei primi fari è stato quello di Alessandria, costruito sull’isola Pharos, e da cui deriva il sostantivo faro. L’Italia, essendo una penisola e avendo un grande commercio mercantile, è caratterizzata da diversi fari. Ecco una lista dei fari italiani più noti.

Il Faro di Vieste sorge sullo scoglio di Santa Eufemia. Progettato nel 1867, si trova in una posizione strategica per le rotte di navigazione tra il medio e il basso Adriatico. La torre su cui si trova la lanterna è situata sulla vecchia abitazione del fanalista, che si occupava del suo funzionamento, ma che oggi è disabitata grazie alla sua completa automatizzazione. Il faro è attualmente controllato e gestito dal Commando di Zona Fari della Marina Militare con sede a Venezia. In una grotta sull’isolotto dove sorge il faro sono state trovate, nel 1987, delle iscrizioni votive in greco e latino, realizzate probabilmente dai marinai di passaggio.

La Lanterna di Genova, situata sul promontorio di Capo di Faro, e alta ben 76 metri, è il faro più alto del Mediterraneo. L’attuale costruzione risale al 1543, ma fin dal XII secolo esisteva una torre con struttura simile sulla cui sommità si bruciavano fascine per segnalare ai naviganti l’accesso al porto. Agli inizi del Cinquecento fu edificata la fortezza della Briglia, voluta da Luigi XII per le truppe che presidiavano la città. Tuttavia i genovesi insorti contro i francesi la bombardarono, distruggendola in parte. Dopo la ricostruzione del 1543, il faro superò quasi illeso i vari combattimenti e persino i bombardamenti della seconda guerra mondiale. Nell’Ottocento venne modernizzato con nuovi sistemi ottici e l’introduzione di nuovi combustibili, finché nel 1936 venne elettrificato.

Il Faro della Vittoria fu costruito tra il 1923 e il 1927 dall’architetto italiano Arduino Berlam a Trieste. Eretto sul Poggio di Gretta, l’edificio ha inglobato l’antica struttura del forte austriaco Kressich, risalente alla metà dell’Ottocento. Il faro deve il suo nome alla statua della Vittoria alata – divinità mitologica portatrice di vittoria in battaglia, rappresentata come una giovane donna alata, è opera dello scultore Giovanni Mayer. Ad ornare il faro ci sono altri due elementi: la statua del Militare Ignoto, dedicata ai marinai caduti durante la prima guerra mondiale, e l’ancora del cacciatorpediniere Audace, prima nave italiana a entrare nel porto di Trieste il 3 novembre 1918.

Il Faro di Punta Penna si trova su un promontorio presso il porto di Vasto, in provincia di Chieti. Costruito nel 1906, l’edificio è stato più volte oggetto di rifacimento. Infatti la struttura visibile attualmente non è quella originaria degli inizi del Novecento, ma è una ricostruzione fatta dopo che l’esercito tedesco ne distrusse una buona parte nel 1944. Per questo motivo, il vecchio faro fu demolito due anni dopo, e nel 1948 fu inaugurata la nuova struttura. Il promontorio su cui è costruito il faro vanta una delle più belle viste sul mare, che permette di ammirare il panorama da Ortona al Gargano. L’edificio del faro è affiancato da una piccola chiesa dedicata a Santa Maria di Pennaluce.

Il Faro di Punta Carena, chiamato così per la somiglianza alla carena delle navi, sorge all’estremità dell’isola di Capri, precisamente nel comune di Anacapri. La sua costruzione venne iniziata nel 1862, durante il regno borbonico delle Due Sicilie e fu accesso per la prima volta nel 1876. È costituito da una torre ottagonale in muratura con lanterna e galleria, posta sopra un edificio due piani per il farista. Recentemente è stato ridipinto, la torre infatti si presenta rossa con strisce bianche verticali, mentre la casa del guardiano è completamente rossa. Ai piedi del faro si trova una baia rocciosa e frastagliata, che regala ogni giorno uno spettacolare tramonto.

Alessia Battistella