Domenico Caruso
07 Novembre 2016   •   Raffaella Celentano

Domenico Caruso: i suoi tessuti conquistano Tom Ford

«Le prossime collezioni dello stilista americano Tom Ford avranno un tocco di made in Italy, grazie ai tessuti realizzati nell’atelier calabrese di Domenico Caruso»

L’Italia e la sua tradizione artigianale tornano al centro delle tendenze moda per il prossimo anno. In particolare, è la Calabria che fa parlare di sé, con le creazioni di Domenico Caruso, scelte personalmente dallo stilista statunitense Tom Ford per la sua nuova collezione di accessori. Il designer, infatti, incantato dalla tradizione tessile calabrese, ha selezionato nel suo atelier londinese i campioni dei tessuti realizzati nella storica bottega cosentina, scegliendo quelli che andranno a comporre la sua prossima collezione Primavera/Estate.

Diventato da anni punto di riferimento per diversi nomi dell’arte contemporanea, Domenico Caruso, docente di Progettazione e Arte della tessitura e della Decorazione dei Tessuti, oltre che primo artigiano al mondo ad aver prodotto, nel 1999, un tessuto in fibre metalliche nobili e il telaio in grado di lavorarle, approda ora nell’olimpo della moda grazie al celebre stilista statunitense Tom Ford. L’esuberante protagonista del fashion system internazionale (ex direttore creativo di Gucci e Saint Laurent) il mese scorso ha, infatti, approvato a Londra la campionatura tessile realizzata dalla Scuola Tappeti Caruso su disegni della maison. Nelle prossime passerelle internazionali, la Calabria dunque sfilerà attraverso tessuti che sanno coniugare una sapienza artigianale plurisecolare con le esigenze di un gusto tutto contemporaneo. Si tratta di tessuti a maglia continua, dello spessore di 3 millimetri, con disegni di ispirazione etnica, realizzati seguendo la tradizione artigianale calabrese che ha fatto grande il laboratorio Caruso.

A convincere Tom Ford (personaggio eclettico, che veste con successo anche i panni del regista) è stata proprio la grande esperienza e la maestria di Domenico Caruso: interpellato al telefono dai collaboratori della casa di moda londinese per dei problemi tecnici nella produzione di alcuni accessori, Caruso ha offerto tutte le soluzioni possibili. Un breve scambio di mail per definire la collaborazione e poi, dopo l’arrivo dei campioni, l’approvazione del CdA. Una grande occasione per la bottega calabrese, anche se non è la prima:

«In passato abbiamo fornito tessuti al Gruppo Armani – ha raccontato Domenico Caruso – e realizzato opere per designer e artisti. Mimmo Rotella, per esempio, ci commissionò un arazzo in pura seta raffigurante Marilyn Monroe».

Insomma, è stato un amore a prima vista quello tra il famoso stilista e il rinomato laboratorio di moda calabrese, nel quale il tramandarsi dell’ esperienza artistica familiare si congiunge alla dedizione per una tradizione tessile di altissimo livello. E’ la prosecuzione di un percorso artigianale iniziato nel Medioevo, fra i nuclei familiari che, giunti in Sila dai casali cosentini e dal marchesato crotonese, si insediarono intorno all’Abbazia Florense, uno dei beni culturali più affascinanti dell’intera Calabria, e cominciarono a produrre tessuti per vestirsi ed arredare la casa. Lo storico atelier del maestro Domenico Caruso, a San Giovanni in Fiore (CS), in passato diretto da maestri armeni, intorno agli anni ’70 è notevolmente cresciuto di importanza, grazie allo strepitoso talento di Domenico Caruso e ancor prima di suo padre Salvatore e della sua famiglia, proprietaria di telai già dal 1700. È così divenuto espressione di una pregevolezza e di una creatività artistica d’eccellenza.

Un mondo elegante, dove accanto al rispetto per la tradizione artigianale, convivono, anche, innovazione e modernità. La Scuola Tappeti Caruso è, infatti, divenuta un luogo di incontro per tessitori, designer e artisti provenienti da tutto il mondo, e ad oggi produce ed esporta tappeti artistici classici e contemporanei, arazzi, asciugamani, tessuti d’arredamento e d’abbigliamento, come “ozaturi a pizzulune”, coperte “trappigne”, “n’cùllerata” (elemento del rituartu, tipico costume femminile sangiovannese), coinvolgendo anche le nuove generazioni.

«La novità – afferma il maestro Caruso – è che fra i nostri allievi ci sono molti giovani. La tradizione è viva e il nostro mestiere ha un futuro»

Raffaella Celentano