Dolomiti senza confini, il paradiso dell’outdoor
«Dolomiti senza confini è più di un percorso, è un tuffo nella storia tra le ferrate più spettacolari d’Italia. Vale la pena andarci? Ovviamente sì.»
Dolomiti senza confini, un titolo che è già tutto un programma e, comunque, un bel gioco di parole per una delle zone a ridosso dei confini italiani più belle e più caratteristiche dell’intero territorio nazionale. Partiamo dai numeri; 100 chilometri e 12 percorsi ferrati attrezzati tra Pusteria, Cadore e Valle del Tail, inaugurati nientepopodimenoche da Reinhold Meissner, uno dei re della montagna. Il perchè di questo network di percorsi ferrati è presto spiegato, l’itinerario si snoda lungo percorsi utilizzati durante la guerra e si propone, invece, come una strada ideale di pace, nel tentativo di dimostrare come le montagne siano posti che uniscono, invece di dividere. Ferma restando la bontà dell’idea, c’è da dire che qui si vince facile: Dolomiti senza confini è un percorso di montagna tra i più spettacolari che Italia potesse concepire. Per prendere vita, è stato necessario rimaneggiare e adeguare vari tratti di percorso, con molti interventi di ripristino nella zona del bellunese. La messa in sicurezza è stata totale, così ora – anche se siete dei totali pivelli – potete cimentarvi nell’attraversamento di tratti ferrati con panorami mozzafiato (sempre ben accompagnati, mi raccomando). Arrampicarsi mentre si ammirano le Tre Cime di Lavaredo è una di quelle esperienze che vi resta in mente vita natural durante, meglio prepararsi bene a un’evenienza del genere. Dolomiti senza confini parte dal Rifugio Auronzo, per poi snodarsi tra le famose Tre Cime, il Monte Paterno, la Torre Toblin, la Cima Undici e la Croda Rossa di Sesto, praticamente – se arrivate vivi a fine percorso – vi ritrovate in Austria. Poter percorrere un itinerario del genere a cent’anni dalla fine della Prima Guerra Mondiale è un’occasione non solo per farvi la gambe, ma anche per ripercorrere un itinerario dal valore storico incommensurabile, sulle vie di coloro che – costretti dalle contingenze – segnarono la storia di confine durante la guerra disgraziata.
Perché dovreste lanciarvi in un percorso come Dolomiti senza confini?
1. Perché le Dolomiti sono pazzesche
Non so se ci siete mai stati, se così non fosse, non capisco cosa vi tiene ancora col didietro sulla sedia. È impossibile non restare totalmente a bocca aperta davanti allo spettacolo roccioso della catena montuosa più famosa d’Italia, non c’è neanche bisogno di essere dei grandi amanti della montagna per poterne apprezzare la bellezza. Mi raccomando, non vi avventurate in missioni impossibili come Tom Cruise se non avete mai praticato attività di montagna come questa, muovetevi sempre in gruppo e, per carità, fate un po’ di training prima di andare.
2. Perché Dolomiti senza confini è un tuffo nella storia
Come si diceva in precedenza, Dolomiti senza confini è un’ottima scusa non solo per avventurarvi in paesaggi spettacolari, ma anche per prendere consapevolezza di quella che era la vita dei soldati al confine durante un momento storico delicato come la Guerra Mondiale. Quello che voi oggi percorrete in tutta sicurezza è in realtà un percorso che è stato ricco di insidie e pericolosità per chi, in condizioni ben peggiori, ne ha fatto il proprio habitat durante la guerra. Cimentarsi in questo itinerario è un vero tuffo nel passato, non solo perché gran parte del lavoro è in mano alle vostre sole forze, ma anche per rendersi conto di come poteva essere la vita di un soldato al confine, quando non sapevi mai cosa poteva aspettarti dietro ogni roccia della montagna.
3. Perché Dolomiti senza confini è un’ottima scusa per visitare il nord-est
Veneto o Trentino? La scelta è dura. Il nord-est Italia è talmente ricco di sorprese e di bellezza, sotto la sua coltre di sobrietà e serietà spinta. Un territorio che, seppur delimitato da confini, condivide una grande tradizione enogastronomica (soprattutto eno, i vini della zona sono una vera benedizione per il palato) e dei paesaggi meravigliosi, così austeri e imponenti, in cui si riflette anche lo spirito dei luoghi e delle persone che li abitano.
4. Per cimentarvi con voi stessi
Chi è abituato agli sport outdoor e di montagna lo sa, ma quanti di voi si sono davvero cimentati in percorsi del genere? Al di là di Dolomiti senza confini, il caro vecchio sport all’aria aperta è quello che ci riporta con i piedi per terra e ci aiuta a misurarci davvero con noi stessi. Un dettaglio non da poco, in tempi in cui l’unica approvazione di cui sentiamo il bisogno è quella che ci viene dallo smartphone. Che l’Italia è bella e variegata lo sappiamo tutti, che aspettate a viverla davvero?
Carolina Attanasio