23 Maggio 2016   •   Snap Italy

Stile Alitalia: dalle Sorelle Fontana a Ettore Bilotta.

« Le collaborazioni tra Alitalia e gli stilisti italiani hanno contribuito alla diffusione, e alla valorizzazione, del Made in Italy a livello mondiale. Ma sono anche lo specchio delle varie epoche, dei cambiamenti che hanno formato il nostro Paese.»

Sono considerate le prime ambasciatrici dello stile italiano del mondo, con la loro eleganza hanno esportato la bellezza del Made In Italy in ogni angolo del pianeta: sono le assistenti di volo Alitalia.
Le hostess sono state vestite dai grandi della moda italiana: negli anni 50 le Sorelle Fontana furono le apripista delle numerose collaborazioni tra i grandi stilisti del nostro Paese e la compagnia di bandiera. Un tailleur tre bottoni sobrio, con camicia chiara. Il classico stile del Dopoguerra, di un’Italia che rinasceva dalle proprie ceneri, come una fenice, determinata a diventare un modello internazionale di eleganza. Gli anni 60 vedono le collaborazioni con Delia Biagiotti e Tita Rossi. Le divise Alitalia riflettono il cambiamento dei tempi e della moda, le gonne si accorciano e il completo scuro del 1966 viene sostituito, tre anni dopo, dal modello di Mila Schön in verde salvia. Inizia quello che si può definire il “periodo colorato”. Gli anni Settanta vedono diffondersi quei cambiamenti sociali e di costume propri italiani, la nascita della moda pret-à-porter, le manifestazioni politiche. Un epoca di fervore e movimento che si riflette sulle divise del periodo. Il rosa acceso del secondo modello della  Schön, nel 1972, con la gonna a portafogli con linea a trapezio, il gilet su maglioncino nero. Il cappellino viene sostituito da un foulard colorato. L’anno seguente è la volta di Alberto Fabiani. Lo stilista romano sceglie come colore l’arancione, su una camicia verde.

Nel 1975, Florence Marzotto punta su un tailleur rosso accesso con gonna a pieghe. Ma è con la sua collaborazione successiva, nel 1980, che comincia a delinearsi lo stile che ci ha accompagnato fino ad ora. Per la prima volta la divisa si presenta con uno spezzato, giacca verde e gonna midi blu navy. Lo stesso schema di colori che verrà utilizzato da Renato Balestra nel 1986.
All’inizio degli anni Novanta, Alitalia si pregia di collaborare con il re della moda italiana, Giorgio Armani. Lo stile di Armani si riflette pienamente nelle nuove uniformi. I tagli sono più androgini, giacca doppiopetto e gonna dritta. I colori accesi lasciano il posto al beige, al grigio e a quel colore che non è nè l’uno, nè l’altro, il greige di Armani che, in quegli stessi anni, veste gli uomini e le donne più eleganti.
Quando nel 1998 lo stilista Mondrian disegna le nuove divise, i colori con cui gioca sono tre: bianco, blu e verde. Gonne, giacche, maglioncini e camicie, sapientemente accostati ai diversi accessori, foulard, guanti e borse. Questa è l’uniforme che per ben 18 anni ci ha rappresentato nel mondo.

Ma il libro della storia del costume italiano e di Alitalia, quest’anno, si arricchisce di un nuovo capitolo firmato Ettore Bilotta. Le nuove divise si ispirano al glamour degli anni 50 e 60. I colori scelti, il rosso e il verde, sono un chiaro omaggio alla nostra bandiera, ma tutta la lavorazione di questi capi, è un omaggio al Made in Italy. Le assistenti di volo indosseranno completi bordeaux, in lavorazione chevron con filati più chiari, così da mostrarsi di un bel rosso accesso, con accessori verdi; le hostess di terra, invece, vestiranno di verde. Il set della divisa comprende: un abito, uno spezzato composto da giacca e gonna ed un pantalone. Il personale maschile vestirà un completo, anch’esso in lavorazione chevron, grigio antracite e verde bosco con gilet doppiopetto. Gli steward abbineranno alla divisa una cravatta rossa, gli assistenti di terra una cravatta verde, legandosi, così, alle divise femminili. I tessuti sono confezionati in Toscana e le sete provengono dal comasco. Gli abiti maschili sono lavorati in Puglia mentre la pelletteria a Napoli.

Nell’intenzione dello stilista, la valorizzazione della cultura italiana, da diffondere anche attraverso gli abiti. Una giusta intuizione quella di Alitalia per cui non si tratta solo di “Made In..”, ma di un vero e proprio “Made of”, di cui l’Italia è ispirazione e costruzione.
Non a caso le pieghe dei cappellini delle uniformi femminili evocano il movimento dei terrazzamenti delle Cinque Terre.