consigli di viaggio
19 Marzo 2020   •   Carolina Attanasio

Consigli di viaggio post Coronavirus, come riprenderci

«Abbiamo dei consigli di viaggio per voi, due o tre cosette da ricordare quando il Coronavirus ci lascerà finalmente tornare alle nostre vite e avremo tutti voglia di riscoprire il mondo. Seguiteci»

Vi sembra questo il momento per mettersi a dare consigli di viaggio? A noi sì.

Facciamo un bel recap della situazione: siamo chiusi a casa da giorni, molti di noi da settimane, a combattere contro il Coronavirus centellinando le uscite e stando ben attenti a dove mettiamo le mani. Certo, qualche idiota che fa la cazzata c’è sempre, ma complessivamente stiamo scoprendo una disciplina e un’attenzione di cui noi stessi ci meravigliamo. Passiamo le giornate a lavorare in smart working (chi di noi può farlo e non è ancora stato licenziato), provando allenamenti improbabili nella nostra stanzetta, convivendo più o meno difficilmente con noi stessi e con il disgraziato che ci abita in casa. Abbiamo il triplo del tempo per leggere o scrivere qualsiasi genere di commento, a dire il vero utile a ben poco, a monitorare i bollettini medici, a sperare che i prossimi non saremo noi. In tutto questo caos, riscopriamo l’importanza del contatto che non abbiamo, salutiamo vicini ignorati per anni come se fossero i nostri migliori amici, siamo gentili con tutti, lasciamo annunci negli ascensori per offrire il nostro aiuto, ci auguriamo buona giornata e urliamo a squarciagola canzoni improbabili dalle finestre alle 6 di pomeriggio. La città è più pulita perché nessuno può uscire a sporcarla, l’aria è respirabile, il silenzio surreale ma bello, come direbbe Hugh Grant in Notting Hill.

A vederci da fuori, sembra la sceneggiatura di Truman Show, se non fosse che sotto non ci sono le telecamere a riprendere la nostra vita come in 1984 di Orwell, ci siamo solo noi e il tentativo di resistere qualche altra settimana per poter tornare alla promessa normalità. Di tutto quello che potevamo aspettarci da un anno bisestile, il Coronavirus è il più strambo dei guai: tuttavia, da grandi problemi derivano grandi desideri di riprenderci quello che ci è stato tolto, riscoprendo l’importanza delle piccole cose e ricavando belle lezioni di vita. La prima? Carpe diem.

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Consigli di viaggio disinteressati (o forse no)

Oggi non vogliamo tanto dirvi dove andare quando tutto questo sarà finito, ma come. No, non è vero, c’è un consiglio anche sul dove: ovunque in Italia. Primo, perché – se le cose a livello globale dovessero continuare come stanno andando – saremo i primi a riprenderci e, sfortunatamente, a dover dire addio al turismo straniero per un po’, senza andare neanche noi all’estero, dove nel frattempo i contagi sono in crescita. Praticamente l’occasione di una vita per fare quel viaggio in Italia che finora avete sempre snobbato in favore di varie mete esotiche. Non avete scuse.

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Riprenderci noi stessi

Chi di voi neanche in questi giorni ha capito l’importanza dei contatti umani e di riprenderci un po’ la nostra vita fuori dall’internet, si merita una vita di quarantene. Quando riprenderemo a viaggiare, e lo faremo caschi il mondo, cosa avremo imparato dall’isolamento che possa aiutarci a muoverci meglio? A parte venti modi di fare stretching in 3 metri quadrati, i migliori consigli di viaggio ce li sta dando proprio la quarantena. Muoverci lentamente, pensare lentamente, avere tempo di dedicarci a quell’hobby, annoiarci un po’, osservare il mondo nei suoi dettagli più impensabili quando usciamo. Ecco quello che potremmo portare con noi, per viaggiare meglio. Ovunque andiate, lasciate in quarantena la fretta.

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Consigli di viaggio per relazioni preziose

E non parliamo solo della vostra dolce metà. Molti di noi in questi giorni stanno sperimentando la lontananza dalle famiglie e dagli amici, e per senso di responsabilità ci guardiamo bene dal tornare al paese natale tra le braccia di mammà. La telefonata di famiglia assume un valore diverso, sorretta da quel filo sottile di preoccupazione e speranza che i nostri cari stiano bene. Si risentono amici d’infanzia o persi da un po’ di tempo, ci si ricorda di quanti e quali di noi sono in che parte del mondo adesso, e si organizzano videochat come se non ci fosse un domani. Ecco, con queste persone, per niente scontate, fateci un viaggio quando usciremo da qui.

Muoversi responsabilmente

Difficilmente dimenticheremo come ci si lava per bene le mani dopo queste settimane, e – si spera – manterremo questa sana abitudine d’ora in poi. Cos’altro abbiamo imparato dal Coronavirus? Una grande lezione sul rispetto. Per noi stessi, per coloro che ci sono accanto e per quelli che non conosciamo. Ci voleva un virus per farci avere chiare due cose: la prima, che non importa chi siamo, la sorte ci tocca sempre tutti a turno; la seconda, comprendere che i nostri comportamenti influenzano a catena gli altri, le persone più prossime fino a quelle sconosciute. E finalmente questa cosa c’importa. Facciamo in modo che continui a essere così quando viaggiamo. Ovunque siamo, ricordiamo che il nostro passaggio ha un impatto sull’ambiente e sulle persone, per cui limitiamo tutti quei comportamenti egoisti tipici di chi resta in un posto solo per poco tempo, e dunque crede di non dovergli niente.  Tutti ci dobbiamo qualcosa, l’irresponsabilità di uno ricade su molti, e ora che ci siamo riscoperti comunità lo sappiamo bene.

Non dimentichiamocene quando, il giorno in cui torneremo ad abbracciarci, vorremo fare finalmente un viaggio in Italia.

Carolina Attanasio