chessa lab
16 Marzo 2017   •   Anita Atzori

Chessa Lab: il Made in Sardinia che conquista

“Desiderate da tempo una t-shirt simpatica e originale? Snap Italy vi presenta oggi uno dei marchi più in voga tra i giovani appassionati di casual e urban-style. Il brand Chessa Lab non solo stupisce, ma conquista davvero tutti!”

E se la vostra terra fosse anche la chiave del vostro successo? Questo è ciò che succede a Chessa Lab, marchio di moda ideato nel 2015 da Renato Chessa. Completati gli studi in fashion design a Milano, e con in spalla un’esperienza di due anni presso il gruppo Marzotto-Ratti spa, questo giovanissimo designer ritorna nella sua amata Sardegna per dar vita ad un progetto che ha del sensazionale. Non un semplice fashion brand, ma la produzione di un capo, la maglietta, che oltre ad essere di altissima qualità racchiude al suo interno un mix di lavorazioni artigianali e motivi decorativi davvero curiosi.

Partiamo subito dal logo: una signora anziana, col fazzoletto in testa e gli occhiali da vista; la nonna di Renato Chessa che inconsapevolmente è stata il suo monile portafortuna dall’entrata in gioco all’interno del mondo della moda. Il giovane ragazzo inizialmente per vendere i suoi capi si iscrisse ad un sito di e-commerce  col nome della nonna, facendo recapitare le commissioni in un piccolo paese nel cuore della Sardegna; uno di quei paesi lontani dal business dell’industria produttiva, dal commercio spasmodico e dallo shopping sfrenato. Un luogo dove si vive ancora di attività primarie come la pastorizia, ma che vanta il  primato come paese più longevo a livello mondiale. In quella piccola casa di campagna cominciarono ad arrivare i primi ordini, non solo dall’Italia, ma anche da paesi esteri quali Giappone, Israele, Russia, Canada e Brasile. Da qui cominciarono a nascere i primi applausi, i primi apprezzamenti oltreoceano che furono anche la spinta per aprire poi il brand ora affermato. Renato dedica così il logo a sua nonna, una simpatica novantenne che decora i prodotti Chessa Lab con un’etichetta originale e sopratutto sfrontata.

Nel 2015 il marchio esordisce nel fashion system con una collezione dal titolo “OTHER SIDE”, un lavoro meticoloso dove artigianalità e spirito ironico si mescolano in un pianeta del tutto sconosciuto per gli amanti della moda casual e street-wear. La linea di magliette Other Side elogia la Sardegna, la dipinge con motivi tipici, conferendole però quel tocco scherzoso e per certi versi trash che solo gli amanti di una terra così ricca possono capire.

Per questo abbiamo deciso di conoscere meglio Renato Chessa ed è lui stesso che ci spiega quanto c’è del suo paese all’interno del brand:

Il marchio parla di Sardegna, tocca i caratteri più intimi dell’isola, quelli più nascosti in un modo del tutto nuovo. Vogliamo raccontare le bellezze, il carattere delle persone, i dettagli, le piccole cose e proviamo a far venire fuori l’anima più misteriosa attraverso le grafiche e i materiali. Ci rivolgiamo non solo a chi già conosce e vive questi aspetti, ma anche e soprattutto a chi di noi conosce solo spiagge e mare. Una volta un nostro cliente vedendo una nostra t-shirt ci disse: “mi sono innamorato della maglia del samurai!”…  fu inevitabile non ridere! Risposi che magari si confondeva con qualche brand dell’estremo oriente! E con un po’ di imbarazzo indicò la t-shirt ispirata alla maschera dei Mamuthones. Questo evento mi fece subito capire che stavamo percorrendo la strada giusta. Gli raccontai cosa rappresentava quella maschera, cosa si nascondeva dietro quel rito millenario. Rimase talmente affascinato da quella storia che ben presto mi comunicò con tanto stupore di aver fatto visita nel paese di Mamoiada.

Le collezioni Chessa Lab dove vengono prodotte e ideate? 

Le idee nascono tutte tra Milano e la Sardegna. Milano permette di stare sempre a stretto contatto con le novità ricevendo quotidianamente input sugli stili e sulle tendenze ancor prima di vederle in passerella, la Sardegna perché ci permette di studiare l’antico, le tradizioni e riscoprire antichi materiali e lavorazioni che sono dei tesori da preservare. L’attenzione verso la qualità e il vero Made in Italy sono state dal primo momento la base della nostra scelta, abbiamo intrapreso una strada in salita e non semplice, che sicuramente ci penalizza rispetto ai costi produttivi delle grosse multinazionali, ma ci crediamo realmente tanto nel progetto da scegliere di dare un sapore artigianale a tutti i nostri prodotti facendo percepire a chi li indossa il lavoro manuale che c’è dietro. Tutti nostri capi sono prodotti tra la Sardegna e la penisola.

Come definiresti lo stile di Chessa Lab?

Mi viene molto difficile identificare il brand in uno stile preciso, le nostre linee uniscono lo street, il rock,il tribal, l’etnico, prendiamo spunto da diverse culture delle varie parti del mondo, in particolare temi riguardanti l’antica Sardegna sotto forma di stamp e materiali. Bisogna saper cogliere e imparare da tutto ciò che ci circonda, da un racconto di un anziano, dalla natura, ma soprattutto è fondamentale ciò che si impara sulla strada. La moda nasce prima nella strada e poi raggiunge in varie forme le vetrine. Questo mix porta allo stile Chessa Lab.

Hai incontrato difficoltà ad approdare nel mondo della moda non più come dipendente ma fondatore?

Ci sono state tante difficoltà, in primis abbandonare un posto fisso in un azienda solida che lavora con tutti i migliori brand delle passerelle italiane e internazionali per creare qualcosa da zero. Si deve pianificare tutto al minimo dettaglio, passo dopo passo, senza lasciare nulla per scontato, quando si inizia un’attività è molto facile cadere o sbagliare le scelte, la cosa fondamentale è non improvvisarsi in nulla, ma formarsi al meglio per creare delle solidi basi. Bisogna saper scegliere i giusti collaboratori e i giusti fornitori in modo da garantire la qualità in ogni minimo dettaglio, dalla scelta dei tessuti, alle tecniche di stampa fino ad arrivare a dei dettagli apparentemente insignificanti come rivetti ed etichette. A ciò si deve aggiungere, una lunga burocrazia durante la registrazione del marchio per essere tutelati ovunque e una buona dose di “follia” che non guasta mai! Ma credo che sia tutta una questione di scelte e di volontà nel fare qualcosa, la mia era tanta e da buon sardo sarei andato a muso duro verso qualsiasi ostacolo mi si sarebbe posto davanti.

Nelle vostre campagne pubblicitarie fanno da padrone meravigliose location del panorama sardo, che legame hai con la tua terra?

Chessa Lab nasce con la promessa di mantenere sempre un piccolo pezzo di Sardegna in tutte le collezioni. Spesso si capisce la vera bellezza di qualcosa quando non c’è più o quando si è distanti, l’allontanarmi dall’isola mi ha fatto riscoprire tante cose che davo per scontate. Abbiamo un’ infinità di tradizioni, colori, materiali nascosti nelle più vecchie cantine, abbiamo tanto da raccontare e tanto da mettere in luce. Non abbiamo solo mare e spiagge, ma la cosa più preziosa è la nostra storia millenaria che aspetta solo di essere mostrata al mondo nel migliore dei modi. Noi ci stiamo provando con tutte le energie che abbiamo in corpo.

Qual è stato il segreto di così tanto successo in così poco tempo?

Il nostro più grande successo è dato dai temi che raccontiamo e il modo in cui lo facciamo, non vogliamo fare “costume” , ma vogliamo fare moda, quello di cui parliamo è una Sardegna che vuole essere proiettata fuori sotto una nuova veste. In egual modo circondarsi di collaboratori onesti e capaci che sappiano far conoscere il logo Chessa Lab nel modo più onesto possibile è una delle nostre qualità. Non c’è l’intenzione di vendere ai 4 venti il prodotto, ma passo dopo passo vogliamo raccontare una storia, la nostra storia. Credo che essere onesti e puntare sulla qualità di un capo realmente prodotto in Italia da artigiani sardi e italiani sia un ottimo biglietto da visita per potersi affacciare sul mondo.

Anita Atzori