visitare Viterbo
16 Marzo 2017   •   Snap Italy

Visitare Viterbo: alla scoperta della città dei papi

«Abbiamo raccolto per voi qualche consiglio per visitare Viterbo che possa esservi da guida nella vostra gita fuori porta»

Le giornate di sole chiamano a sé arte e cultura. Visitare Viterbo, ad esempio, è un modo per passare una piacevole giornata, in un luogo estremamente legato alla religione e alla cultura in generale. Si tratta della cosiddetta “città dei Papi”, in relazione alla forte presenza papale nel periodo del Medioevo. È anche una città legata all’antica tradizione etrusca, il cui simbolo è il leone. Anche la bellezza ed il benessere sono punti salienti di Viterbo, che infatti è una famosa città termale. A tutto questo si accompagna una città vivace, ricca di eventi e di luoghi dove deliziare vista e palato.

A piedi o in macchina vediamo insieme quali sono i siti da non perdere una volta arrivati in questa città del Lazio

Macchina di Santa Rosa

Uno dei motivi per visitare Viterbo è indubbiamente la famosa macchina di Santa Rosa, il baldacchino trionfale che innalza al di sopra dei tetti di Viterbo la statua di Santa Rosa, patrona della città. Essa assume oggi la forma di una torre illuminata da fiaccole e luci elettriche, realizzata in metalli leggeri e in materiali moderni quali la vetroresina ed è alta circa trenta metri. La sera del 3 settembre di ogni anno, altro motivo per visitare Viterbo, è la caratteristica cerimonia in cui la macchina viene sollevata e portata in processione a spalle da un centinaio di uomini detti “Facchini di Santa Rosa”, lungo un percorso di poco più di un chilometro articolato tra le vie, talvolta molto strette, e le piazze del centro cittadino, immerse in un suggestivo buio nel quale solo la Macchina risplende sfarzosamente illuminata. La festa rientra nella Rete delle grandi macchine a spalla italiane, dal 2013 inserita nel Patrimonio orale e immateriale dell’umanità dell’UNESCO. Le origini della Macchina risalgono agli anni successivi al 1258.

Il 3 settembre è una giornata tutta particolare per i viterbesi e anche per i turisti curiosi di visitare Viterbo. Ma lo è ancora di più per i facchini, gli “eroi per un giorno” che dal 1978 sono riuniti in sodalizio e si fregiano del titolo di Cavalieri di S. Rosa e che trasportano da sempre le varie “macchine”. Si dividono in categorie a seconda della posizione che hanno e dei compiti che svolgono, ad esempio i “ciuffi”, le “spallette” e le “stanghette”. Dopo sette soste, i facchini devono compiere il grande sforzo finale: percorrere una ripida via in salita che conduce al Santuario. Viene effettuata quasi a passo di corsa, con l’aiuto di corde anteriori in aggiunta e di travi dette leve che spingono posteriormente.

Quartiere San Pellegrino

Visitare Viterbo vuol dire anche passare per il quartiere di San Pellegrino, da Piazza San Carluccio. A destra della fontana di San Carluccio si apre la via di San Pellegrino, che è il principale asse viario del quartiere medioevale. Caratteristica del quartiere sono i “profferli”, particolari scale esterne che conducono al pianerottolo di accesso delle case e la “casa a ponte”, tipo di abitazione che unisce due fabbricati, separati dalla strada, all’altezza del primo o del secondo piano, creando suggestivi passaggi coperti.

La piazza S. Pellegrino rappresenta un ambiente caratteristico dell’omonimo quartiere, poiché si apre come un naturale punto di confluenza di via S. Pellegrino e di altri vicoli attigui. Su questa piazza si affaccia il Palazzo degli Alessandri, costruito nella prima metà del XIII sec. La Chiesa di S. Pellegrino, anch’essa sull’omonima piazza e già menzionata in un documento databile alla prima metà dell’undicesimo secolo, è stata ricostruita nel 1889. Colpita dai bombardamenti del 1944, venne riaperta al culto nel 1951.

Palazzo dei Papi

Il Palazzo dei Papi è il più importante monumento della città di Viterbo e ne è diventato il simbolo. Questo palazzo, immancabile nella guida per visitare Viterbo, venne costruito nel 1257. Nacque dall’ampliamento della sede della Curia vescovile, insieme ad una grande sala per le udienze, oggi nota come “Aula del Conclave” per il fatto di aver ospitato il primo e più lungo conclave della storia. Altra parte caratteristica del Palazzo dei Papi è la Loggia delle benedizioni (più nota come Loggia dei Papi) eretta nel 1267: da essa si affacciava il Papa uscendo dalla Sala del Conclave.

Dal 2014 per la prima volta è riaperta la bellissima sala Gualterio. La stanza, interamente affrescata, è caratterizzata in particolare dalla presenza dello stemma di papa Clemente VIII. Agli inizi del XVII sec., inoltre, risalgono ulteriori modifiche fatte eseguire dal Cardinale Tiberio Muti, vescovo della città di Viterbo negli anni 1612-1636; a lui si devono ulteriori ampliamenti del Palazzo, con l’apertura di due nuove porte nella sala e con l’inserimento del suo stemma negli affreschi.

Parco Termale del Bagnaccio

Il Bagnaccio è un parco termale naturale, un altro buon motivo per visitare Viterbo, che esiste da sempre, ed è parte di quel complesso di sorgenti già noto in antichità come “Aquae Passeris” , che parte dell’ampio bacino di acque termali e caratterizza tutta la “Tuscia Viterbese”. Le origini dello sfruttamento delle sue acque termali a fini terapeutici e di bellezza, risalgono al periodo Etrusco-Romano (III sec. a.C.). Infatti tutto il territorio circostante al Bagnaccio è disseminato di numerosi resti di antiche terme romane. Tale era l’importanza del luogo, che i romani inserirono il sito nella tavola generale delle strade dell’impero.

E’ interessante notare l’importanza che si dava alle Terme, infatti vengono rappresentate più grandi rispetto alle città. In epoca medievale le terme divennero meta privilegiata di molti pontefici. Nel corso del ‘900 il sito è stato molto frequentato, ed erano presenti insediamenti ed attrezzature in legno, poi scomparse nel dopoguerra. Oggi il sito del Bagnaccio è gestito da un’associazione che ne cura la manutenzione, la pulizia e lo sviluppo. Il parco è aperto tutto l’anno, dalla prima mattina fino a notte fonda (gli orari cambiano con le stagioni).

Palazzo dei Priori

Il palazzo dei Priori chiude il lato nord-occidentale di piazza del Plebiscito, aperta nel XIII secolo e divenuta da allora il vero centro sociale ed istituzionale della città. Dopo che Viterbo divenne la sede del Papato e vi furono istituiti i primi conclavi, si sentì l’esigenza di dotare anche il comune di una sede consona alle istituzioni civiche. Nel 1264 venne iniziata la costruzione di uno dei siti da non perdere nel visitare Viterbo.

Il palazzo era destinato in origine ad essere la residenza del governatore pontificio, ma, nel 1510, non essendo ancora stata portata a termine la fase architettonica sistina, il governatore del patrimonio sfrattò i priori dal loro palazzo (che al tempo risiedevano nell’attuale stabile della Prefettura) e vi si insediò l’autorità, riuscendo così ad accelerare i lavori. Alla fine dello stesso secolo fu dato l’avvio alla decorazione pittorica degli ambienti. Nel seicento fu realizzato lo splendido cortile interno del palazzo, su cui si affaccia l’elegante loggiato del primo piano, qualificato dalla fontana in peperino culminante con un gruppo bronzeo, rappresentante una palma affiancata da due leoni, e, soprattutto, fu portato a conclusione l’apparato decorativo dell’interno. Lo stemma di Papa Sisto IV (1471-1484), appartenente alla famiglia Della Rovere, campeggia nella facciata.
Alla fine del Cinquecento, quando il palazzo aveva ormai assunto forme grandiose, si diede l’avvio all’articolata decorazione pittorica, a partire dalla Sala Regia.

Museo nazionale etrusco

La Rocca Albornoz, sede del Museo Archeologico Nazionale di Viterbo, fu edificata nel 1354 dal Cardinale Gil Alvarez Carrillo de Albornoz. Attualmente il piano terreno ospita la sezione “Architettura etrusca nel Viterbese”, con i reperti provenienti dagli scavi svedesi di Acquarossa e S. Giovenale, attraverso una serie di interessanti ricostruzioni di case etrusche arcaiche, con elementi in gran parte originali. Al primo piano sono esposti reperti provenienti dal centro etrusco-romano di Musarna, da cui proviene l’eccezionale mosaico con iscrizione in alfabeto etrusco e la decorazione scultorea e architettonica proveniente dal teatro di Ferento, con il ciclo delle Muse.

Cattedrale di San Lorenzo

Altro motivo per visitare Viterbo è la cattedrale intitolata a San Lorenzo, edificata nel XII secolo in forme romaniche. Dalla metà del Duecento la cattedrale assunse ancora maggiore rilievo: la presenza dei papi a Viterbo, residenti nel celebre palazzo papale, fece del duomo il teatro di avvenimenti religiosi e politici di grande clamore, come la scomunica di Corradino di Svevia e l’incoronazione di ben sette papi. Il campanile fu costruito alla fine del Duecento in forme già spiccatamente gotiche.

I danni maggiori si ebbero tuttavia durante la Seconda Guerra, in seguito alla quale la zona presbiteriale dovette essere totalmente riformulata. All’interno il duomo conserva interessanti brani pittorici. Meritano infine di essere ricordati la tavola con la cosiddetta Madonna della Carbonara, inerente al XII secolo; lo splendido fonte battesimale in marmo di Carrara realizzato alla fine del Quattrocento da maestro Francesco d’Ancona; il sarcofago di papa Giovanni XXI (1276-1277), unico pontefice portoghese, ricordato anche da Dante nel Paradiso; la pregevole tela dell’altare maggiore con la raffigurazione di San Lorenzo, realizzata da Giovan Francesco Romanelli nella prima metà del XVIII secolo, e i dieci riquadri che ornano le pareti della navata centrale con episodi della vita di San Lorenzo, opera del pittore romano Marco Benefial.

Chiara Rocca