20 Marzo 2016   •   Snap Italy

Cartoomics 2016: cosplay e fumetti incontrano il Made in Italy

«Si è appena conclusa la sesta edizione del Cartoomics di Milano, la tradizionale fiera dedicata ai comics, ai videogiochi e al cosplay di Milano. Ma quanto c’è di italiano in un fenomeno che radica le sue origini nell’estremo oriente?»

Capita oramai che da ogni parte d’Italia, per la durata di un fine settimana, le linee ferroviarie delle grandi città vengano popolate da personaggi che prima di allora avevamo solamente visto nei fumetti, nei videogiochi o in chissà quale cartone animato alla tv. Di certo non parliamo di folli travestiti da fumetti, ma degli appassionati del cosplay, ovvero la pratica di indossare ed interpretare i panni di un personaggio riconoscibile nei più svariati ambiti, dai videogiochi, ai film, fino ai comics.

Il fenomeno non nasce in Giappone, come si potrebbe pensare, ma è negli Stati Uniti degli ultimi anni ’30 che Forest J.Ackerman, scrittore ed fondatore della comunità science fiction fandom, indossò un costume ispirato al film La vita futura. Il fenomeno però è di ovvia derivazione giapponese perché fu Takahashi Nobuyuki, giornalista giapponese, a coniare la parola cosplay, che deriva dall’unione delle parole costume (costume) e play (gioco o interpretazione). Fare cosplay divenne rilevante a partire dal 1995, quando un gruppo di ragazzi di Tokyo assunse i panni dei personaggi di Evangelion Neo Genesis, collegando la pratica al mondo degli anime e dei manga.
Il cosplay oramai è diffusissimo in tutto il mondo e in Italia gli appassionati del genere trovano nelle fiere del fumetto come il Lucca Comics, il Romics o il Cartoomics momenti dove esibire i propri costumi e interpretare i personaggi che popolano la loro fantasia.

Fiere come queste diventano occasioni di socializzazione e divertimento, momenti nei quali passioni come queste, socialmente poco accettate o ritenute sciocche, possono trovare il luogo ideale per essere espresse.

Capita così di ritrovarsi a dialogare con Marge e le sue sorelle, di incontrare Elsa di Frozen, di farsi un selfie con i Minions o provare a catturare un Pokémon, il tutto immersi in centinaia e centinaia di stand che offrono ai clienti merce rara di vario genere, dai primi numeri di Dylan Dog a katane originali decorate a mano! Durante il Cartoomics i cosplayer italiani hanno avuto poi modo di esibirsi in uno show a loro dedicato, presentato dal doppiatore Maurizio Merluzzo.

Nonostante la chiara derivazione dal mondo giapponese o americano (i supereroi Marvel e della Dc fanno da padroni in ogni momento della fiera) anche l’Italia fa valere la sua tradizione fumettistica: tra gli stand più popolati ci sono stati sicuramente quello della Panini e quello di Topolino, dove in occasione della fiera era possibile incontrare gli autori italiani delle storie di Topolino, Paperino e co. Per non parlare poi del grande Milo Manarapremiato col Cartoomics Artist Award, premio inaugurato quest’anno che consiste nella composizione di un pezzo unico creato da un artista emergente e donato ad uno dei grandi nomi del fumetto. Tra gli ospiti anche Eleuteri Serpieri, padre della conturbante Druuna e autore di Tex. Fabrizio Biggio, che oltre ai Soliti Idioti porta avanti da anni le Avventurine di pene e vaginaAlessandro Caloni, regista orgoglio italiano che ha diretto insieme alla coreana Jennifer Yhu Nelson l’ultimo film dedicato al panda Po: Kung Fu Panda 3. Spazio anche al maggior esponente del porn groove italiano, Immanuel Casto, che ha presentato al Cartoomics la sua biografia Tutti su di me. 

Fumetti, cosplay e non solo: anche il fenomeno degli youtubers è strettamente connesso al mondo “nerd” e durante la fiera i visitatori hanno avuto modo di vedere i loro beniamini (Velox, Tiz, Lama laggante, Delli mellow e tanti altri) esibirsi alla seconda edizione del Video Game Show.

Ma non credete che tutto questo sia soltanto roba per ragazzini: quello del comics è un mondo che incanta grandi e piccini. Dagli appassionati del genere, che aspettano fiere come il Cartoomics per esternare la propria passione, fino a gente che, incuriosita dalla vastità del fenomeno, visitano questi luoghi nella speranza di ritrovare nei costumi dei visitatori il loro eroe preferito, assaporando così i ricordi di un’infanzia ormai trascorsa.

Giuseppe Barone