Bearded Villains
29 Agosto 2018   •   Anita Atzori

Bearded Villains, fare del bene non ha prezzo ma ha la barba!

«Barba, fratellanza e aiuto reciproco, questi alcuni dei valori che contraddistinguono i Bearded Villains. Conosceteli attraverso l’intervista al Capitano Fabrizio Badoni»

C’è un mondo inesplorato che necessita di essere scoperto. C’è un gruppo di vite, stili e pensieri che ancora oggi urlano a gran voce quegli ideali che spesse volte pensiamo esser dimenticati. Così i Bearded Villains (sito ufficiale) si fanno spazio tra cumuli di moda frivola, macerie di un umanità ormai deteriorata e calcinacci di vecchie costruzioni apparentemente in disuso. Ma la verità è che tutto si può ricostruire, che i mattoni si possono riutilizzare e che la fratellanza può nascondersi ovunque. Persino dietro la barba. I Bearded Villains sono quel gruppo di uomini a cui una donna sbaverebbe dietro per molti anni, forse un po’ colpita dalla virilità del maschio di una volta e dagli intenti che difficilmente girovagano in un comune pub di città. Hanno barbe lunghe, curate e dalle forme più estrose, spesse volte ci affiancano una miriade di tatuaggi, accomunati dal fatto che ogni ricordo dev’essere indelebile sia sulla mente che sulla pelle.

Provengono da tutte le parti del mondo, ma questo non fa differenza. Perché mai? Perché se fai parte di Bearded Villains prima di essere italiano, americano o spagnolo, sei un fratello. Un amico. Un membro. Questa bella comunità di barbuti oltre a farsi crescere la barba riesce anche a far crescere il bene, e lo fa con una serie di progetti che promuovono la beneficenza e il volontariato in vari settori della vita. Anche in Italia come all’estero esiste un gruppo folto di beard man, che da nord a sud riunisce tutti quei ragazzi desiderosi di espandere non una moda ma uno stile di vita. Con questo proposito conosceremo oggi Fabrizio Badoni, fondatore e promotore di Bearded Villains Italy, classe 1984. Segni distintivi? Odia perdere. Fotografo e ideatore del marchio Faber Smith, un brand di t-shirt casual con lo scopo di mettere su tela il fantastico mondo dei barbuti, il gentleman romano ci racconterà com’è nato il Paese dei Balocchi, quando e perché. Il resto è tutto da leggere!

Quando nasce Bearded Villains e come?
La Brotherhood Bearded Villains nasce a Los Angeles nel 2014 fondata dal Presidente Von Knox con lo scopo di riunire sotto un’unica Bandiera tutti i beard men del mondo di tutte le culture, razze, credo e orientamento sessuale devoti alla lealtà e al rispetto di tutte le persone. Ci dedichiamo al miglioramento dell’umanità attraverso la fraternità, carità e gentilezza. È una missione audace ma a soli 4 anni già contiamo 129 Capitoli in tutto il mondo con quasi 4000 partecipanti. Questo risultato è dovuto principalmente all’attenta selezione che si svolge sulla piattaforma Instagram, la quale è un vero e proprio diario di vita dal quale si può capire molto.

Dopo alcuni anni anche in Italia si diffonde questa cultura, o meglio, stile di vita. Perché l’idea di creare una comunità nel Bel Paese?
Nel 2015 i Bearded Villains approdarono in Italia e furono accolti dal primo Capitano Trabascano, fondatore dei Bearded Villains Italy. Ora con il passaggio di consegna ho l’onore di guidare questa grande Nave che conta più di 70 elementi pieni di voglia di fare, e grazie alla nostra unione in questi anni abbiamo organizzato moltissime iniziative smuovendo le masse social a favore di Onlus dislocate in tutta Italia. Al mio fianco l’altro Capitano Matteo Fontana, rappresentante della parte nord della comunità (BV Northern Squad) da ormai più di sei mesi. Un ottimo compagno di avventura nonché uomo di spiccata ambizione.

Come si entra a far parte, e soprattutto quali sono i criteri di selezione?
I nostri criteri di selezione si stanno stringendo sempre più, favorendo la qualità al numero. Non facciamo propaganda, ma aspettiamo che sia la passione del singolo a spingerlo a fare richiesta, sia tramite mail che direttamente alla pagina Instagram Beardedvillainsitaly. Da qui inizia la valutazione del profilo Instagram, che deve essere molto attivo e privo di estremismi politici che religiosi, inoltre è richiesta una barba di minimo 4 cm. Accolti questi termini il ragazzo viene contatto da un nostro “scout” il quale sarà la sua guida per tutto il percorso che lo porterà a diventare un Beardedvillains, conseguendo il primo traguardo dato dalla Patch “Villains” che viene rilasciata dopo un’attenta selezione eseguita da un gruppo internazionale di scouts. Si richiede un’elevata presenza nella nostra chat la quale è una virtuale “piazza Italiana” dove ci incontriamo, organizziamo e condividiamo tutto il bello della nostra Italia ma anche problemi che insieme sono molto più facili da risolvere e la solita vita quotidiana.

Cosa significa far parte di Bearded Villains?
Far parte dei Bearded Villains significa far parte di una solida fratellanza, una famiglia allargata che ti apre tutte le frontiere. In ogni viaggio per l’Italia o per il mondo non si è mai soli, basta attivare i canali giusti e si è accolti come un fratello ovunque si vada. Questa fitta trama può essere utilizzata nei migliori modi possibili nel rispetto dei valori che perseguiamo: lealtà, rispetto e carità.

Cosa ti ha spinto a credere in questo progetto?
Sono un Igers da prima dei Beardedvillains  ed è stato inevitabile venirne a conoscenza, la Barba è stata la chiave giusta per poter bussare alle loro porte! L’accoglienza è una delle cose che colpisce di più e dare una maggiore valenza al proprio tempo speso nei social potendo contribuire a migliorare la propria vita e quella degli altri non ha prezzo.

Quali sono per te gli uomini con la barba italiani assolutamente da seguire?
Diego Bazzoli @therealbazzo – Gianluca Di Sotto – Alessandro Manfredini – Matteo Lecca @haniel.njord – Pietro Grassilli.

Avere la barba nel 2018 vuol dire anche essere al passo coi tempi e con la moda. Credi che questo stereotipo possa durare nel tempo?
La moda della Barba nel 2018 è già uno strascico che ebbe il suo massimo nel 2014, sicuramente è ancora forte e credo che non tramonterà facilmente, ci tengo a sottolineare che per noi Bearded Villains non è moda ma uno stile di vita.

l tuo sogno nel cassetto.
Riunire tutti i Bearded Villains italiani sotto un’unica Bandiera tricolore.

Parlando di grandi lunghezze, credi che in alcuni ambiti lavorativi la barba possa essere motivo di pregiudizio o esclusione?
Avendo sotto mano quotidianamente da anni i miei ragazzi barbuti so di storie imbarazzanti. Sono dell’idea che l’Italia è ancora un paese bigotto, arretrato e vincolato a stereotipi di epoche passate. Una barba importante non è ben vista nelle sfere manageriali così come i tatuaggi che spesso viaggiano in coppia, ma sopratutto nei settori alimentari o di rappresentanza. Ma proprio chi riesce ad abbattere queste barriere creandosi una strada propria ha la possibilità di farsi notare in una Nazione che ancora ha bisogno di una grande e sana apertura mentale.

Tornando indietro rifaresti questa scelta?
Sempre! One ship one Brotherhood!

Anita Atzori