Anna Francesca Ceccon: «I miei io nella moda»
«Questa è la storia di Anna Francesca Ceccon, creatrice di Moi Multiple, che in una piacevole chiachierata ci ha raccontato il suo brand, le sue creazioni e la sua passione per Lady Oscar»
Quella di Anna Francesca Ceccon è la storia di chi, grazie a passione, studio e competenza, è riuscita a creare un personalissimo cammino all’interno dell’alta sartoria italiana. Stilista formata allo IED di Milano, col suo brand Moi multiple descrive lo stile della donna contemporanea, nella sua individualità e anticonvenzionalità.
Intervista ad Anna Francesca Ceccon
Anna Francesca Ceccon, ci racconti la sua storia. Come è nata la sua passione per la moda?
Non sono nata con la fissa per la moda, mi è sempre piaciuta l’estetica, ma la mia scelta alla fine del liceo è stata quella di studiare fisica.
Per motivi familiari ho dovuto interrompere gli studi e sono andata a vivere a Londra, dove per potermi mantenere dovevo cavarmela da sola. Ho trovato posto come lavapiatti in un ristorante, e per riuscire a raggranellare qualche soldo in più ho iniziato a disegnare lampadine colorate da vendere a Portobello, Camden e Spitalfields Market. Queste mie creazioni hanno avuto un successo inaspettato, ho così ampliato la mia produzione ad anelli e altri gioiellini in resina e plastica. Insomma quando ho capito che quello che era per me solo un divertimento otteneva un buon riscontro nei confronti delle altre persone, ho deciso di intraprendere questa strada, che riesce a conciliare passione e lavoro.
Perché ha scelto il nome Moi Multiple per il suo brand?
Ritengo che il XX secolo fosse caratterizzato dall’identità, mentre il XXI è caratterizzato dalla transitorietà dell’identità. Tra internet, ruoli sociali, familiari, lavorativi ogni individuo è sempre più sfaccettato. In ognuno di noi ci sono più “io”, e quindi la scelta è ricaduta sui Moi Multiple.
Perché Anna Francesca Ceccon ama definirsi una storyteller? ci spieghi il perché.
Non mi definisco designer ma “storyteller”, perché considero una collezione un mezzo per poter esprimere un’idea, uno spunto di riflessione che diventa storia articolata. Più che disegnare amo raccontare storie. Le ispirazioni possono essere le più varie: l’arte, il cinema, un personaggio, un avvenimento, un’esperienza personale. Da questo scaturisce il tema della storia, raccontata tramite la scelta di tessuti, lavorazioni, dettagli che formano i protagonisti, ovvero gli abiti.
Quando presenta le sue collezioni in giro per il mondo, incide il fatto che Moi Multiple sia un brand Made in Italy?
Penso che oggi il valore sia nel design e non necessariamente nella provenienza. I valori sono quindi il design, la manifattura e il prezzo. Essere italiani e produrre in Italia è un valore per le fasce di mercato alte, ma non lo è automaticamente per quelle più basse.
Non solo tradizione italiana, ma anche quella asiatica. Come è nata l’idea di fondere questi due stili?
Cresciuta con Lady Oscar e Mimì Ayuara, mi ritengo anche un po’ figlia del Sol Levante. Scherzi a parte, m’interessa molto quel tipo di purezza orientale fatta di textures pregiate, mix innovativi, dettagli sofisticati ma mai appariscenti. Per la parte modellistica, l’approccio che parte dalle forme geometriche rimodellate sul corpo, la sensualità del coprire più che del mostrare.
La giornata tipo di Anna Ceccon?
Due ore fra telefonate, e-mail, portare rotoloni di tessuto ai laboratori, seguire le consulenze e la produzione, se va bene anche durante week-end. Diciamo che con Moi Multiple non mi annoio mai!
Dove sarà possibile ammirare le sue creazioni Moi Multiple in futuro? Sfilate, prossimi eventi?
Le collezioni oramai girano sempre più velocemente per il mondo, le clienti private che chiedono il “su misura” le raggiungo personalmente e sono sempre più numerose. I trunk show sono la migliore occasione per presentare il lavoro creativo e raccogliere il feedback del cliente finale, delle donne vere che indosseranno Moi Multiple.
Giuseppe Barone