artigianato sardo
28 Maggio 2018   •   Anita Atzori

Artigianato sardo, i giovani imprenditori dalle mani d’oro

«Chi sono i giovani imprenditori che hanno fatto dell’artigianato sardo la chiave del loro successo. Un Made in Sardinia che stupisce e rende fieri.»

Che in Sardegna ci fosse tanta maestria artigianale lo si sa dai tempi antichi, da quando la nostra terra venne riconosciuta in tutta Italia per i suoi bellissimi abiti tradizionali; abiti dalla lunga storia, che affondano le proprie radici nel lontano 1800, quando i primi scrittori iniziarono a notare la bellezza e la sapienza sartoriale di chi in quelle stoffe non ci vide solo un costume di paese, ma un tratto distintivo della propria isola. Abiti che furono poi ispirazione assoluta per stilisti importanti come Antonio Marras e Modolo. Vere e proprie creazioni che portano alto il valore dell’artigianato sardo in tutto il mondo. E poi ci sono loro, i nostri giovani, quelli che non hanno paura di essere circondati dal mare, e che forse proprio quest’essere isola e per giunta isolata, fa delle loro idee un sapiente accostamento tra innovazione e spirito imprenditoriale.

Sono i giovani imprenditori sardi a portare avanti quello che un tempo era considerato tradizione, e che oggi ha tutte le basi per essere un vero e proprio circolo di aziende e di mercato. Passione, dedizione e sacrificio sono alla base dell’artigianato sardo contemporaneo, dove no, non si dimenticano le origini, ma si fanno di esse la chiave di lettura per ogni nuovo progetto oltremare. Così, in questo breve articolo, conosceremo quei giovani imprenditori sardi dalle mani d’oro. Coloro che sono nati e cresciuti in Sardegna, che conoscono la propria terra, e che per questo hanno saputo sfruttarla nel migliore dei modi. Giovani ancorati al territorio, a quel mare cristallino e a quella terra arida dove nascono milioni di progetti non Made in Italy, ma Made in Sardinia.

Fabrizio Loi

Lui alla Sardegna ci tiene proprio tanto, sarà che è la sua terra, o sarà forse che sin da subito ha saputo cogliere i punti di forza di una terra dove non è proprio facile farsi largo, sopratutto se il campo d’azione è l’artigianato sardo e la sua maestria impeccabile. Di strada Fabrizio ne ha fatta tanta, partendo dalla basi, che la maggior parte delle volte sono le più difficili e le più impegnative. È partito al fianco di abili maestri orafi specializzati nella filigrana, quelli che passeresti ore a guardare domandandoti “Ma come si può imparare tutto?”, perché è complicato, bello, ma anche molto stancante. L’artigiano è un mestiere che va coltivato, sopratutto se nelle mani hai oro e lo devi lavorare. Dopo anni di formazione a Cagliari, Fabrizio decide di aprire nel 2008 il suo Showroom nel centro storico di Iglesias, dove propone due linee di artigianato ben diverse tra loro, ma per certi versi affini; da una parte l’arte del coltello sardo, dove con grande tecnica rappresenta i migliori modelli di coltelleria fatti a mano, e dall’altra un’esclusiva linea di gioielleria sarda prodotta in chiave contemporanea. Il Dio Toro, la Dea Madre e lo scudo nuragico sono solo alcuni dei temi rappresentati in ogni bracciale e collana, la cui particolarità è l’accostamento di oro e argento a materiali come cuoio e sughero.

Andrea Cadoni

Classe 1978. Il suo è un sogno fuori dagli schemi, un po’ come le sue creazioni. Nasce a Cagliari e cresce nel caratteristico borgo minerario di Montevecchio, da qui è facile comprendere il suo attaccamento alla terra e alle risorse naturali. Forse sapeva già che il suo destino era questo, un po’ per gli studi superiori intrapresi, dove si diploma presso l’Istituto d’Arte di Alghero con specializzazione in scultura del corallo e pietre dure, e un po’ perché “per fare queste cose ci devi nascere”. Nel 2000 avvia la sua attività di scultore e orafo, ottenendo da subito grandi successi; è impossibile non notare la costante ricerca sperimentale di questo giovane artigiano. Andrea realizza pregiati gioielli d’oro e argento su materiali alternativi caratteristici dell’isola. Dunque non sarà strano indossare orecchini di ossidiana, collane impreziosite da conchiglie lavorate, e bellissime spille in legno di ginepro. Non sarà strano perché tutto questo è tremendamente originale e di tendenza. Un esempio esaustivo di come l’artigianato sardo possa essere più innovativo che mai.

Pretziada

È un progetto che arriva dal piccolo paese di Santadi, a sud-ovest della Sardegna. Qui una coppia ben assortita formata da Ivano Atzori e Kyre Chenven hanno dato vita a quello che è un circolo di idee pieno ed insaziabile. una cornice interdisciplinare che unisce giornalismo, artigianato, design e turismo per dare voce ad una terra che molte volte urla ma nessuno la sente. Kyre e Ivano passano gran parte del loro tempo a viaggiare per l’isola scoprendo luoghi inesplorati e gente altrettanto interessante. La collezione Pretziada è un mix di artigianato sardo classico e sperimentazione moderna, data dal contributo di numerosi designer internazionali. Dalle ceramiche alle scarpe il passo è davvero breve, perché qui si lavora ogni giorno, ma sopratutto si scopre quotidianamente. Proprio in occasione della scorsa Milano Fashion Week al salone White la coppia ha presentato due modelli di stivali davvero creativi, e per giunta dalla manifattura artigianale impeccabile. Il sarcidano e il bottino, ovvero delle originali rivisitazioni del classico stivale da pastore. Calzature rigorosamente made in italy, confezionate in pelle di vacchetta e resistenti a pioggia e fango.

Quattromani

È il duo composto da Massimo Noli e Nicola Frau, sardi doc e insegnati presso una scuola di moda cagliaritana. Anni di esperienza e contributi professionali da Les Copains hanno fatto riflettere a lungo questi giovani ragazzi, convinti che proprio la tradizione sartoriale e la destrutturazione dell’abito fossero la chiave giusta per un progetto di moda unico nel suo genere. Ma non mancano i riconoscimenti nazionali, perché Quattromani è stato anche finalista della nona edizione di Who is Next?, il programma di scouting ideato da Altaroma e Vogue Italia. Lo stile è quello contemporaneo, ma i rimandi sono sempre alla terra natia, come quelli della collezione A/I 2017-18, dove dedicano la collezione alla prima donna bandito della Sardegna Paska Devaddis.

Elisabetta Delogu

Uno dei migliori esempi di artigianato sardo a livello internazionale. I suoi abiti da sposa non sono abiti ma opere d’arte, e no, questo non deve stupire se si pensa che qui la cura sartoriale è una delle caratteristiche fondanti dell’azienda. Quell’organza e quel pizzo li riconosci da chilometri, perché qui ogni vestito è unico e irripetibile. Non servono tante belle parole per descrivere la sua moda, le creazioni parlano da sé. Quel tono romantico, la femminilità sensuale sempre accennata e mai ostentata, fanno di questi abiti un bridal wear in contrasto tra antico e moderno; non una sfida, ma una contaminazione voluta e studiata nei minimi dettagli, perché la sposa deve pensare al futuro senza mai dimenticare le origini. Fenomenale, anzi, imbattibile.

Michela Vargiu

Nata a Milano, ma di origini sarde. Un talento della moda indiscusso e apprezzato in tutta Italia. Nel 1999 apre la sua sartoria a Milano dove per anni sperimenta e rafforza le migliori tecniche sartoriali. Ama creare borse e accessori di moda, e da subito le si riconosce grande creatività e dedizione per il lavoro fatto a mano; crede nell’artigianato sardo, e ci crede così tanto da fare nel 2008 le valigie e ritornare nella sua terra più combattiva che mai. Stavolta l’asso nella manica è una collezione di borse e accessori dove l’ispirazione arriva proprio dai colori e dai tessuti sardi. Michela Vargiu prende i tessuti realizzati dal famoso telaio sardo e li combina con stoffe pregiate quali seta, velluto e broccato. Il risultato? Stupefacente. Tante le borse realizzate dalla giovane designer, con la speranza di poter accontentare tutte le donne, in un ritorno alla tradizione che non è Out ma dannatamente In!

Inveloveritas

È il mix di forze tra Maria Francesca Maniga e Giuseppe Scalas, di Sassari lei e di Assemini lui. Cosa fanno? Studiano la tradizione antica sarda e le ridanno vita attraverso forme e rappresentazioni nuove. Inveloveritas è un fashion brand dove le tecniche di lavorazione si mischiano di pittura a mano su tessuto, stampa serigrafica artigianale e ricamo digitale. Partono dalla cultura locale isolana per approdare ad uno stile contemporaneo e globale. Un progetto che guarda al futuro, all’innovazione e al riconoscimento dell’identità sarda in chiave internazionale. Un profilo femminile nudo con il velo tradizionale sardo è senza ombra di dubbio il tratto distintivo del marchio, che viene riproposto in tantissime t-shirt e accessori reinventando sempre il magico copricapo con colori e fantasie nuove.

Iliana Cosmetici Sardi

Nasce dall’idea di Massimo Ghiani che dopo gli studi in Scienze Politiche decide di approfondire il suo sapere in Scienze e Tecnologie Erboristiche. Nessuna idea fu più azzeccata, da qui inizia il suo percorso nella fitocosmesi che lo porta a comprendere le grosse potenzialità della flora sarda. Elicriso, mirto, lentisco, lavanda, timo e rosmarino sono solo alcune delle piante che l’azienda coltiva grazie alle sapienti mani di Giacomina Cocco e Gian Luigi Virdis. La coltivazione delle piante, l’estrazione degli oli essenziali e la realizzazione del prodotto avvengono tutti in azienda per mettere a frutto il processo di filiera corta che sta alla base della produzione Iliana. Un 100% Made in Sardinia che corrisponde a coltivazione biologica, materie prime selezionate e valorizzazione del territorio nostrano. Tutto questo per dimostrare che l’artigianato sardo può diventare imprenditoria senza lasciar da parte valori come rispetto, eticità e passione per la natura. Tanto apprezzati sono i saponi artigianali e la linea corpo con le sue meravigliose creme all’elicriso e lentisco.

 

Immagine copertina: Facebook Pretziada

Anita Atzori