wow tapes
23 Luglio 2018   •   Carolina Attanasio

WOW Tapes, tutto lo splendore dell’Italia in 4’ minuti e 55

«L’Italia non ti anestetizza mai, vibra. In questa frase sta tutto il potere di WOW Tapes Italia, un video che in 4’ minuti e 55 secondi racconta tutta la straordinaria bellezza del nostro Paese. Chi poteva farlo così bene, se non 4 italiani?»

WOW Tapes (Instagram e Facebook) è il progetto che è riuscito nella missione impossibile di raccontare l’Italia in poco meno di 5 minuti, in un video che scivola da un lato all’altro della Penisola e ci racconta il nostro Paese, non solo nei posti ma anche nei volti nostri, le persone che lo vivono. Non c’era bisogno di parole, bastano le immagini per raccontare il quotidiano della Patria che tutti amiamo, che spesso odiamo, dalla quale scappiamo indignati per poi rimpiangerla amaramente e agognarla come buen retiro per il prossimo futuro. Ne sanno qualcosa Fabio, Simone, Giuseppe e Filippo, i quattro moschettieri di quest’avventura, che dopo varie esperienze all’estero hanno riportato in Italia i loro piedi e i loro cervelli e omaggiato il Paese con questa videoavventura. Ci volevano 4 italiani e Wow Tapes per vedere l’Italia così? Forse sì. A noi hanno raccontato cosa c’è stato oltre il viaggio, cosa hanno scoperto, perché amano l’Italia più di prima. Per la milionesima volta sì, viviamo nel posto più bello del mondo.

A chiunque manca casa, ma a noi italiani di più e a ragion veduta, spesso. Al di là di bellezza e stereotipi del nostro Paese, qual è la cosa che più vi ha emozionato del viaggio di WOW Tapes in Italia?
L’Italia è il nostro Paese, forse è questa la cosa che ci ha emozionato di più di questo viaggio. Conoscere, esplorare, sentirsi in un posto diverso in ogni regione, eppure sempre a casa. Apprezzare di nuovo, dopo aver vissuto all’estero, e con una consapevolezza diversa, le nostre radici. Respirare tradizioni diverse e millenarie, mangiare cibo differente ma sempre buonissimo, sentir parlare in dialetto e non capirlo, se non è il tuo. L’Italia non ti anestetizza mai, vibra.

La cosa più affascinante di Wow Italy sono le facce delle persone, come Mauretto che alla fine del video ci riassume il vero spirito italiano. Cosa vi è rimasto delle persone che avete incontrato durante questi 35 giorni di riprese?
L’entusiasmo, la luce che brillava negli occhi delle persone alle quali raccontavamo che cosa stavamo facendo, tutti i «vorrei venire con voi» che ci hanno motivato, gratificato e fatto capire che stavamo facendo una cosa bella non solo per noi, ma per tutti quelli che amano l’Italia. Forse, nonostante tutti i problemi, ogni tanto dovremmo concederci il lusso di ‘riscoprire’ questo Paese. Noi, attraverso le persone che abbiamo incontrato durante il nostro viaggio, lo abbiamo fatto.

È difficile raccontare un Paese come il nostro senza cadere nel già visto/sentito e condensarlo pure in 4 minuti, dove sta la vera bellezza italiana oggi secondo WOW Tapes?
C’è una bellezza innegabile, e secondo noi mai banale, che è sotto gli occhi di tutti: l’arte, il cibo, i paesaggi, il cielo. Poi c’è una bellezza che è sotto la superficie: i fili che ti legano a una terra e che, nel caso dell’Italia, sono profondamente percepibili anche se a questa terra non appartieni. Questo aspetto è quello che da giovani italiani spesso si sottovaluta, spaventa, e in alcuni casi ti fa venire voglia di andar via. Ma poi capisci che la libertà e l’anonimato, che ti attraggono delle altre società, nascondono delle lacune, ti ipnotizzano, spesso sono il segno di un tessuto sociale meno coeso. È innegabile che, da nord a sud, abbiamo trovato una dimensione profondamente umana dell’esistenza. Il valore positivo dell’Italia sono le emozioni forti, quelle ispirate dalla bellezza estetica e da quella sociale.

Siete in Italia ora o continuate a vivere e lavorare all’estero?
Tre di noi, Fabio, Simone e Giuseppe sono a Roma, Filippo invece vive a Londra.

Cosa manca all’Italia per essere il Paese ideale per un giovane e cosa, invece, non avete trovato da nessun’altra parte nel mondo?
Mancano delle opportunità di lavoro competitive, delle tutele per i giovani che sognano di fare del proprio talento un mestiere. È come se fossimo una generazione senza diritti che deve scontrarsi in continuazione con una generazione di diritti acquisiti. La crescita lavorativa, il cambiamento, l’evoluzione almeno nel nostro settore, sono difficili. Ma noi crediamo molto nel progetto WOW Tapes e faremo di tutto affinché rimanga una realtà italiana. Quello che, invece, rende l’Italia un Paese ideale è la capacità di godersi la vita, di vivere davvero e a pieno i momenti, nel bene e nel male.

Vi metto in seria difficoltà adesso: il posto rivelazione, la cosa più buona che avete mangiato e lo stereotipo che avete smontato viaggiando in Italia.
Filippo
: Il posto rivelazione per me: la spiaggetta di Arcomagno a San Nicola Arcella, in Calabria. Fare il bagno da solo, alle 5 di pomeriggio è stata una delle esperienze più suggestive di tutto il viaggio. La cosa più buona che ho mangiato è stata è stata una tagliata affogata nell’olio, all’Osteria del Gallo, fuori Bologna, indimenticabile!
Simone: Avevo un debole per Alberobello ancora prima di arrivarci. Appena sceso dal camper ho salutato tutti e come una trottola ho iniziato a riprendere in solitaria per qualche ora. Un posto magico! Il piatto top per me sono stati dei maltagliati al sugo d’anatra mangiati al ristorante Le Nane della Giulia a Padova. Non includo le innumerevoli grappe che ci siamo bevuti a locale chiuso con la simpaticissima proprietaria.
Giuseppe: il tramonto a Porto Venere è sicuramente l’immagine che conservo più gelosamente di questa esperienza. Avere la fortuna di trovarsi di fronte ad una chiesa sul mare con un cielo dipinto di tonalità viola, blu e rosse, è stata una fortuna immensa. La cena migliore è stata a Taranto, a mezzanotte. Uno spaghetto allo scoglio ‘mondiale’ dopo un viaggio di 5 ore arrivando dalla Calabria. Ripeto a mezzanotte.
Fabio: Ne ho due, se possibile: il tempio del Valadier nelle Marche e Urbino vista dall’alto, all’ alba. Ricordo la nebbia che copriva la città e che minuto dopo minuto, diradandosi, scopriva prima i tetti della chiese e poi tutto il resto. Ho ancora la pelle d’oca se ci penso. Sarò un po’ tradizionalista sul piatto più buono. Nessun ristorante ma l’arrosto con patate della mamma della nostra amica Ilaria in Veneto con tutta la famiglia riunita (ci hanno ospitato nonostante avessero una sorta di reunion familiare in corso) è stata una cosa che porterò con me a lungo. Perché, alla fine, l’Italia è la nostra casa e la casa è dove c’è una famiglia.

Lo stereotipo che abbiamo smontato è che l’ospitalità e l’apertura non sono una questione regionale, non è vero che in Veneto sono meno ospitali che a Napoli. La capacità di accogliere accomuna tutta l’Italia.

Carolina Attanasio