12 Maggio 2016   •   Raffaella Celentano

Tonatto Profumi: l’alta profumeria incontra l’innovazione

Oggi vi presentiamo la maison Tonatto Profumi, che dal 1986 crea profumi per le maggiori case cosmetiche e fragranze personalizzate.

Una donna senza profumo è una donna senza avvenire” diceva Coco Chanel. E ancora, Simmel affermava che il profumo svolge un ruolo sociologico, ampliando la nostra sfera personale. Insomma, i profumi possono diventare una parte importante di noi e della nostra personalità. E lo sa bene Diletta Tonatto, alla guida della storica maison Tonatto Profumi.

Snap Italy ha intervistato per voi Diletta Tonatto…

Come e quando è nata la passione per i profumi?

Devo prima premettere che io non sono un naso! Non ricordo la prima volta che ho sentito un determinato fiore o l’odore del mare, ricordo invece la casa piena di mouillettes! Mio fratello ed io siamo cresciuti in mezzo a stimolazioni olfattive, riconosci questo e quell’altro? Molte delle fragranze storiche della maison rievocano storie personali vissute in famiglia. Il mio percorso personale nel mondo degli odori nasce, invece, nel contesto di progetti sociali quali il profumo di Fumne creato con le detenute del carcere delle Vallette di Torino ed il Progetto Ipazia, finanziato dal Fondo Sociale Europeo, dedicato al recupero di donne vittime di maltrattamenti. Questi progetti mi hanno avvicinata ad un aspetto diverso, sicuramente meno commerciale, legato agli odori ed ai profumi. Da qui nasce il progetto di Dottorato di ricerca presso l’Università di Cork, Irlanda, sotto la facoltà di Sociologia. Un percorso di ricerca sperimentale che mi vede coinvolta nello studio dell’olfatto da un punto di vista sociologico.  La ricerca infatti investiga sulle esperienze olfattive, cercando di dare razionalità e genealogia all’argomento. È grazie al lavoro in Irlanda, e la guida del mio supervisore, che sto capendo i legame strettissimo tra odori e vita, la volatilità degli odori ricorda quella della vita che nasce e si sviluppa dal cambiamento, dall’interazione dalla partecipazione, e non dalla staticità. È qui che il mondo della profumeria incontra la globalizzazione, replicando e rendendo replicabili i profumi. Molto diversa invece è la funzione degli odori e del senso dell’olfatto, un senso anche per decifrare il cambiamento, il passare del tempo nello spazio. Questi sono i concetti che stanno influenzando anche le ultime collezioni della maison che propone quindi nuove esperienze olfattive e profumi che lasceremo “invecchiare”, come con Apeiron e la nuova collezione di oggetti profumati di design ODOMETRO.

Quanto la sua “italianità” ha influito sul suo lavoro? 

L’italianità impone quasi uno stereotipo di eccellenza e di stile, i nostri prodotti sono riconosciuti in questi termini ma c’è tanto lavoro da fare ancora ed io ho appena iniziato! C’è anche “dell’australianità” che mi definisce, dopo otto anni vissuti in Australia, e questa condiziona in modo diverso la mia vita, è la parte di equilibrio tra disciplina lavorativa e tempo a contatto con la natura.

Ci parli delle collaborazioni, passate e future, del brand. 

Negli anni la maison ha portato avanti con i suoi marchi diverse collaborazioni molto importanti, di cui tutti hanno già parlato ampiamente, come il profumo di Sua Maestà la Regina Elisabetta ed il profumo del Caravaggio.

I progetti nati sotto la mia gestione quali il Progetto Ipazia, finanziato dal Fondo Sociale Europeo e destinato a venti donne vittime di maltrattamenti, ci ha nel tempo portato al MAXXI di Roma con la fragranza Ipazia. Con i musei di Torino abbiamo lavorato per il progetto Il mercante di Nuvole per il quale abbiamo creato una fragranza “il profumo del cielo” e profumato una sezione della GAM di Torino. Lo scorso anno abbiamo avuto il piacere di lavorare con Enrica Fico, la moglie di Michelangelo Antonioni, con cui abbiamo creato alcune fragranze per i film del grande Maestro. Abbiamo avuto anche la possibilità di sperimentare e “tradurre olfattivamente” una descrizione che fece il Maestro dell’impatto della fabbrica sul bosco di Ravenna, un lavoro molto stimolante!

Per il Salone del Mobile 2016 abbiamo stretto una collaborazione con il brand di design italiano LAGO per cui abbiamo studiato un percorso olfattivo basato sull’italianità. Al momento abbiamo in chiusura tre identità olfattive ed un percorso museale nei rispettivi settori luxury e design, fashion, travel e leisure, e finanza/ bancario. Per quanto riguarda l’ olfactive brand identity, che vuol dire creare la fragranza di un altro brand o tradurre i valori aziendali in un’essenza libera dal linguaggio, sono progetti slegati dal tempo che a volte richiedono pochi mesi e altre volte anni, per quest’anno non penso che la maison ne prenderà altri in carico. Ci tengo a citare la stupenda collaborazione nata con Nicola Pozzani, in-house perfumer di Floris, marchio storico londinese. Con Nicola condividiamo la stessa visione dei profumi ed è con lui che lavoriamo quando un marchio ci chiede di creare un’identità olfattiva. Infine, continua il lavoro con La Bottega, con cui profumiamo alcuni tra gli alberghi più prestigiosi al mondo.

Che importanza hanno, secondo lei, i profumi nella vita di ognuno di noi?

Penso che l’importanza e l’utilizzo del profumi siano molto cambiati negli anni e penso che l’incontro con la globalizzazione abbia fortemente modificato il nostro rapporto con profumi e odori. Non ci si lamenta ovviamente della continua crescita del settore, però penso che ci sia molto di più.  Quando, facendo sentire un’essenza di bergamotto i giovani, l’associano al lavapiatti, questo ci dimostra che ormai il naso (e non solo a mio avviso) non è in grado di riconoscere l’autentico dalla copia, viene invece ingannato costantemente. La replicabilità richiesta dal mercato slega i profumi dal mondo naturale e reale. Reputo quindi che, oltre a comunicare il nostro stato d’animo, i profumi andrebbero utilizzati più coscientemente come mezzi di comunicazione quali sono, vere e proprie manifestazioni del tempo e dello spazio. Per i profumi penso che tante donne, e tanti uomini, dovrebbero iniziare a pensare a loro stessi, alla loro pelle, alla loro stato di salute, e non solo allo stereotipo, alla maschera che il profumo può rappresentare. Perché alla fine il profumo non copre, il profumo interagisce con la pelle e la personalità, e da spazio illimitato a nuove formule, dove il soggetto è ingrediente fondamentale.

Qual è la caratteristica fondamentale delle “gallerie olfattive” Tonatto?

Le Gallerie Olfattive di Roma e di Torino sono spazi liminali dove non solo si possono trovare tutte le fragranze della maison, ma anche crearne di nuove ed esclusive accedendo all’olfattoteca presente. Nella nuova Galleria Olfattiva di Torino un moderno organo dell’olfatto custodisce tutte le essenze nell’ archivio della maison, cosi’ negli anni saremo in grado di custodire e ricreare le formule dei nostri clienti. Le installazioni presenti permettono, inoltre, di riscoprire l’arte, la musica, la letteratura, la pittura ed i film anche tramite l’olfatto.

Se potesse “dare” un profumo o una fragranza al suo lavoro, quale sarebbe?

In questo momento è Viburnum, la nostra nuova uscita. Ispirata alla poesia “Il Gelsomino Notturno” di Pascoli, descrive nuovi inizi. È dolce e fresco, ma anche sensuale e fermo con la presenza del garofano. Forse non descrive tanto il mio lavoro, quanto lavorare in gravidanza: mancano poche settimane all’arrivo del mio primo bimbo! Viburnum è dedicata al suo papà, Francesco.

E noi cogliamo l’occasione e le facciamo i nostri migliori auguri per questa meravigliosa notizia, e per il suo lavoro!

Raffaella Celentano