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29 Giugno 2016   •   Snap Italy

La sigla di Game of Thrones esplora le città italiane

«Un video spettacolare nato al Politecnico di Torino porta la celebre sigla della serie Game of Thrones in sei città italiane: Roma, Napoli, Palermo, Venezia, Torino e Firenze»

Game of Thrones è ad oggi una delle serie tv più seguite della storia della televisione. Vero e proprio fenomeno culturale, la serie tv targata HBO (in italia trasmessa su Sky Atlantic) vanta una sfilza di eccellenze tecniche ed artistiche che la rendono non solo seguitissima, ma anche una delle migliori mai realizzate. La serie è vincitrice di numerosissimi premi e riconoscimenti, tra i quali anche un Creative Arts Emmy Awards per la spettacolare sigla. L’intro della serie, realizzato dallo studio di produzione Elastic, è infatti uno dei più belli mai visti, la cui bellezza e complessità hanno richiesto due anni di duro lavoro da parte del direttore creativo Angus Wall e dei suoi collaboratori, che, insieme all’ormai famosissimo tema musicale, hanno reso la sigla della serie iconica tanto quanto la serie stessa. La sequenza mostra una mappa tridimensionale del mondo immaginario della serie, proiettato sulla parte interna di una sfera: quest’ultima viene illuminata da un piccolo sole centrale, contenuto a sua volta in una sfera armillare. Mentre la telecamera si avvicina alla mappa, focalizzandosi sui luoghi nei quali si svolgono gli eventi dell’episodio, complicati meccanismi a orologeria permettono agli edifici e ad altre strutture di emergere verticalmente. Nel frattempo, accompagnati dal famosissimo tema principale di Ramin Djawadi, i nomi degli attori del cast principale e del cast creativo compaiono in sequenza.

Ecco il video dell’opening ufficiale della serie

A detta dei realizzatori, l’idea di base era quella di creare qualcosa di mai visto prima, e non solo una semplice mappa piatta, ma un mondo all’interno di una sfera che doveva apparire come se fosse stato creato da un artigiano: non la solita mappa bidimensionale, ma un mondo tridimensionale fatto di legno, metallo, cuoio e tessuto. Per la costruzione dei meccanismi l’Art Director Rob Feng ha preso ispirazione dalle macchine di Leonardo Da Vinci, pieni di ingranaggi ad incastro. Una fonte d’ispirazione italiana per un’opera internazionale che vanta un fanbase enorme sparso in tutto il mondo. La sigla come detto è diventata talmente iconica che sul web si possono trovare numerosissime cover, come quelle strumentali con violini e pianoforti fino a quelle che la riproducono in 8 bit, come se si trattasse di una musica di Super Mario. Perfino la Guardia della Regina Elisabetta ne ha realizzata una cover. Non mancano neanche le versioni cartoon dell’intera sigla, che seguono lo stile di South Park o quello dei Simpsons, oppure la versione realizzata per i mondiali di rugby.  Un fenomeno di culto anche la sigla a quanto pare.

Tra tutte queste versioni e parodie, ne figura anche una tutta italiana: Game of Thrones Italy – The Project è un’opera incredibile la cui realizzazione ha richiesto 4 mesi di lavoro ed è stata realizzata grazie all’utilizzo della grafica digitale, proprio come l’originale sigla dell’HBO. Nato come progetto di tesi per la Laurea Magistrale presso il Politecnico di Torino, il video ripropone il viaggio della sigla sotto l’ottica italiana, con sei delle città più importanti dal punto di vista politico, economico e culturale, ovvero Roma, Napoli, Palermo, Venezia, Torino e Firenze. I realizzatori del progetto sono due studenti del Politecnico di Torino, Chiara Sapio e Manoj Rollo, i quali si sono occupati di tutti gli aspetti creativi, dalla regia all’animazione, dal montaggio al compositing fino agli effetti speciali. Infatti edifici e monumenti di ogni città, così come gli stemmi della Lupa o del Giglio, sono stati completamente ricostruiti in computer grafica come se fossero dei modellini realizzati a mano da esperti artigiani, in cui tutti gli elementi si muovono e si compongono grazie ad ingranaggi e meccanismi che, proprio come per la versione originale, ricordano le macchine di Leonardo Da Vinci.

La sigla tutta italiana in stile Game of Thrones

Come si può leggere sul sito internet del progetto, Game of Thrones Italy – The Project nasce da un’idea del professor Riccardo Antonino, che aveva sempre voluto creare qualcosa di simile all’intro di Game of Thrones sin dal primo episodio della serie. I realizzatori sono partiti dal tornare indietro nel tempo a quando l’Italia era ancora divisa in diversi regni proprio come il mondo nel romanzo di G.R.R.Martin Le Cronahe del Ghiaccio e del Fuoco. Si sono scelte poi le città più potenti di ogni regno che il nostro paese ha visto tra il 1820 e il 1848: Torino per il Regno di Sardegna, Venezia per il Regno Lombardo-Veneto, Firenze per il Granducato di Toscana, Roma per lo Stato Pontificio ed infine Napoli e Palermo per il Regno delle Due Sicilie. Ogni città è stata costruita esaminando vecchie mappe come riferimento per poter posizionare correttamente ogni cosa, e per ogni località sono stati ricreati alcuni tra i monumenti nel modo più dettagliato possibile. Ogni singolo elemento è animato e come nell’intro di Game of Thrones il sigillo di ogni città diventa il suo ingranaggio principale. Allo stesso modo dell’originale, anche la versione italiana ha il suo astrolabio: in mezzo alla sfera vi è posizionato un piccolo sole e tutto intorno ruotano sculture in rilievo che raffigurano alcune dei principali eventi della nostra storia passata.

Uno dei leader del team, Chiara Sapio ha affermato che «l’obbiettivo della nostra tesi, del team di progetto è quello di analizzare come le nuove tecnologie e i social media abbiano favorito la produzione e la diffusione di contenuti ispirati alle serie tv da parte delle comunità di fans». Il progetto è stato infatti realizzato anche in collaborazione con le pagine social ufficiali italiane della serie, che hanno supportato la diffusione del video tramite i loro canali. Una passione che diventa oggetto di studio, un momento di svago davanti alla tv che si trasforma in opportunità di crescita professionale. Ad oggi tra tutte le cover, versioni, adattamenti di questa fantastica sigla che circolano sul web, quella realizzata dai due studenti italiani è la più fedele, considerando che, a differenza dell’originale, gli strumenti in possesso erano nettamente inferiori sia per budget che per risorse tecniche. Un progetto degno di nota che sicuramente saprà farsi notare tra tutto il materiale prodotto finora su questa serie.

Serafina Pallante